Rifkin's Festival di Woody Allen: da vedere al cinema
Intanto la storia tra addetta stampa e regista decolla, o almeno sembra... e quella tra Mort e Jo Rojas? Non voglio svelare altro. Dico solo che è il solito Woody Allen, con le solite storie, tradimenti, amanti trovati nel letto, scene di gelosia e romanticismo da vecchi film dei fratelli Marx. In più la trovata, secondo me geniale, di far fare allo studioso di cinema dei sogni legati a momenti di culto della Storia del Cinema, rigorosamente in bianco e nero: da Jules et Jim di Truffaut a Il posto delle fragole di Bergman, da All'ultimo respiro di Godard a Il settimo sigillo sempre di Bergman. Questo ultimo è forse il più bello, con la morte che gioca a scacchi magistralmente interpretata da Christoph Waltz.
Il cast è molto vario, con diversi attori noti, anche in piccole
parti, nonostante il #metoo ne abbia allontanati alcuni, timorosi di
vedere le loro carriere avere delle limitazioni se si avvicinano
troppo a Woody Allen. Tra l'altro il film, girato a San Sebastiàn e
non negli Usa, non è ancora uscito nella patria del grande cineasta
newyorchese, e credo sia una cosa vergognosa. Ma gli Usa sono così:
armi d'assalto in libera vendita, censure a un uomo, Woody Allen,
completamente assolto da pesanti accuse di pedofilia. In questo, per
fortuna, l'Europa è avanti ....
Etichette: Bergman, Cinefilia, Cinema, Elena Anaya, Fellini, Festival di San Sebastàn, Film, Gina Gershon, Godard, Louis Garrell, Rifkin's Festival, Sergi Lòpez, Truffaut, Wallace Shawn, Woody Allen
7 Commenti:
Sono sempre preso da una certa curiosità di fronte ad ogni nuovo film di Woody Allen, i suoi primi lavori li trovo geniali, dall'inizio alla fine; poi, purtroppo, non sempre e non in tutti i film che ha fatto, ho potuto riconoscere il genio delle origini. Le idee, seppure valide, si sono stemperate (in alcuni film più recenti), in paesaggi tanto falsi da sembrare cartoline e in situazioni altrettanto improbabili che le reazioni, i dialoghi, il recitato, sembravano falsi e artificiali. Anche il ritmo impresso al film era surreale, come quelle comiche degli anni venti in cui tutti sembrano correre sempre ed andare spediti. Fortuna che inframmezzava tutto ciò con nuovi film perfettamente riusciti: mi sono abituato all'altalena.
Ora che è di nuovo possibile, voglio godermelo nuovamente in sala.
Ciao
Grande Woody Allen, regala sogni con il suo stile impeccabile e scanzonato; lunga vita al suo cinema.
La tua recensione mi rende impaziente di poterlo vedere presto, naturalmente in sala.
@Garbo
Credo che sia un luogo comune da sfatare quello che i suoi primi lavori siano geniali e poi abbia fatto film altalenanti. Per me il periodo migliore di Woody è quello intermedio, da Io e Annie ad Accordi e disaccordi con veri e propri capolavori da vedere e rivedere quali Io e Annie, Manhattan, Brodway Danny Rose, Radio Days, Stardust Memories, Zelig, Hannan e le sue sorelle, La rosa purpurea del Cairo, Una commedia sexy in una notte di mezza estate, Harry a Pezzi, Celebrity, Crimini e misfatti, La dea dell'amore, Tutti dicono I Love You. Praticamente da fine anni Settanta al 1999 Woody non ha sbagliato un film. Dal 2000 sono iniziati film altalenanti, qualcuno molto brutto, ma ancora film importanti quali Anything Else, Match Point, Sogni e delitti, Basta che funzioni, Vicky, Cristina Barcelona, Midnight in Paris, Blue Jasmine, Irrational Man, Cafè Society, La ruota delle meraviglie, Un giorno di pioggia a New York, Rifkin's Festival, che si avvicinano molto ai capolavori del periodo intermedio (in particolare La ruota delle meraviglie, ma anche Blue Jasmine, Irrational Man, Café Society, Match Point, Rifkin's Festival). Del primo mi piace Il dormiglione, Amore e guerra, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso, Il dittatore dello stato libero di Bananas... senza dimenticare memorabili interpretazioni in film non diretti da lui, quali Il prestanome e Provaci ancora Sam. Da questo capirai che sono un alleniano di ferro, e sì, concordo, il suo cinema da godere in sala.
@Berica
Sì, ha uno stile tutto suo, direi impeccabile e scanzonato. Lunga vita alle sue pellicole, sperando "Rifkin's Festival" non sia veramente il suo testamento.
Un film che guarderò con calma a casa.
Sereno giorno.
Se riesci prendilo al cinema Cavaliere, in una serata all'aperto, sarebbe perfetto.
Ero indeciso se vederlo o meno al cinema. Pensa che gli ultimi di Allen che ho visto al cinema sono stati "Match Point" (straordinario) e "Vicky Cristina Barcelona". Gli altri tutti a casa. Ma devo ammettere che la scena che riprende il Settimo Sigillo con Waltz nella parte della Morte... mi stuzzica parecchio :D
Non dico che valga il film, che ritengo un Allen riuscito, ma sicuramente Waltz nella parte della Morte... stuzzica. Hai detto bene Guido :).
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page