La nostra seconda serata a tema è stata di meditazione. Credo che ci sia
un gran bisogno di meditare in questo periodo (non solo in questo
periodo a dire il vero). In questi giorni di coronavirus, con gente
ammalata nei paesi e nelle città, grave o meno, con morti, vedo sempre
molta confusione. I mezzi di comunicazione si sono allargati a
dismisura, proprio per tentare di accorciare le distanze. Ci sono molte
dirette su FB, su INSTAGRAM, su YOUTUBE. Proprio su questo mezzo
abbiamo iniziato la serata di meditazione, facendo, molto semplicemente,
meditazione.
Elle ama molto la pratica yoga, io la guardo ammirato per i progressi
che ha fatto negli ultimi anni, esercitandosi da sola. Molto ha imparato
dal web, grazie anche a La Scimmia Yoga, una brava insegnante di Yoga
che spiega in modo molto semplice come fare questi esercizi. Lo fa sul
suo canale YOUTUBE. In diretta, qualche sera fa a proposto, alle 18,00
una seduta di meditazione, per rilassarsi e cercare di portare energia
positiva in questo periodo molto negativo. Con il suo compagno, che
aveva in braccio un simpatico e rilassatissimo micione (credo che i
gatti ne sappiano molto di yoga), ci ha guidati in questo "esperimento".
L'ho trovato molto divertente, alla fine Elle e io abbiamo sorriso, e
non ci capita spesso in queste settimane. QUI il suo canale YOUTUBE.
Dopo cena, due film in tema, due film dal sapore orientale, che ho
proposto io. Il primo è stato La Macchia Mongolica, di Piergiorgio
Casotti. Si tratta di un documentario, che è anche un libro e prima un
disco, sul viaggio in Mongolia di Massimo Zamboni. Più che un viaggio,
direi tre, nel senso che nel libro vengono raccontati tre viaggi in
Mongolia. Il primo nel 1996, fatto da Zamboni con Giovanni Lindo
Ferretti e tanti altri del gruppo degli allora CSI, poco prima di
concepire il loro disco più noto, cioè Tabula Rasa Elettrificata. Un
viaggio ispiratore non solo per lo storico album, ma anche per fare una
figlia con la compagna di vita di Massimo. Una figlia, Caterina, nata
poi con la macchia mongolica, cioè una specie di voglia sul coccige, che
scompare poco dopo. Da artista sensibile quale è, Massimo ha saputo
costruirci sopra un altro viaggio, con relativo diario, vent'anni esatti
dopo il primo, al compimento del diciottesimo anno di età di Caterina
(questa volta con lei e la moglie/madre). Questo viaggio occupa la prima
parte del documentario. Un viaggio senza tempo, in un territorio
mitico, raccontato da Marco Polo a Terzani. La patria di Gengis Khan, un
paese ricco di contraddizioni, colori, odori. Vediamo la famiglia
Zamboni su di un furgoncino di fabbricazione sovietica, che sobbalza su
strada dissestate in paesaggi immensi. Un racconto che sembra un filmino
di famiglia, quanto è intimo, quasi timido. Forse è il modo giusto di
entrare in contatto con questa popolazione ospitale, dentro le loro
abitazioni, che sono tende dove si cucina in grandi pentoloni (purtroppo
non sono vegani), si dorme, si parla ...
Il terzo viaggio è quello di Caterina, da sola. Il suo racconto occupa
la parte finale del film. Si era aperto con gli Appennini, dove la
famiglia Zamboni vive nella propria azienda agricola, e si chiude in
Mongolia, dove la ragazza ha trovato un altro luogo dell'anima. Un
legame sentimentale tra questi luoghi e i boschi emiliani. Un film
veramente intimo, da vedere. Vi consiglio di andare su QUESTO SITO per
avere tutte le info del caso. La colonna sonora, anch'essa intima, è
ovviamente del mio CCCP/CSI preferito: Massimo Zamboni.
Il terzo film della serata, per rimanere in tema, è stato Sette anni in
Tibet di Jean-Jacques Annaud (Usa 1997). L'ho proposto sempre io, e
faccio autocritica. Una delusione, un polpettone hollywoodiano con Brad
Pitt biondo platino, stile Austria 1939 (pessima annata). Interpreta lo
scalatore austriaco Heinrich Harrer, pieno di sé, protagonista di
un'impresa alpinistica sfortunata sull'Himalaya. Oltre a non raggiungere
la vetta, il gruppo tedesco verrà fatto prigioniero dagli inglesi, e
Harrer, dopo una rocambolesca fuga, girerà per il Tibet insieme
all'amico Peter. Incontrerà e farà amicizia con il Dalai Lama bambino,
dopo essere entrato nel suo territorio proibito, assisterà all'arrivo
drammatico dei cinesi, ritornando in patria con una serie di avventure
raccontate poi in un libro. Il film è l'infedele trasposizione di quel
libro. Da spettatore del festival del cinema della montagna di Trento,
ho visto moltissime pellicole migliori di questa. C'est la vie, come
insegna la meditazione: la vita è fatta di cose belle e cose brutte,
momenti buoni e altri cattivi, come certi film, come Sette anni in
Tibet.
Etichette: Brad Pitt, Caterina Zamboni Russia, coronavirus, CSI, Himalaya, iorestoacasa, La Macchia Mongolica, La Scimmia Yoga, Massimo Zamboni, Piergiorgio Casotti, Rock, Tabula Rasa Elettrificata, Tiziano Terzani, Yoga
13 Commenti:
anche io da qualche mese ho inziato a praticare meditazione...
Bravo, ha senguito il mio consiglio di inzio anno 😁.
Scherzi a parte, se ti interessa lo yoga, segui il link che ho messo ... e guarda il film La Macchia Mongolica per rimanere in tema.
La meditazione è utile, è importante, serve a rinforzare sé stessi nel profondo. La prima volta che ho fatto meditazione avevo 17 o 18 anni, oggi ho 60 anni e in tutto questo lasco di tempo ho fatto tanta meditazione anche in centri specializzati (oltre a gestire per 13 anni una libreria in un centro di filosofia indiana).
In primo luogo è come risvegliare un muscolo che non hai mai usato e si è atrofizzato. Poi, proseguendo due o tre volte a settimana per almeno 10 0 15 minuti, senti e percepisci che la meditazione che fai (giorno dopo giorno) entra anche nella tua vita: ti dona calma, tranquillità, pienezza di te stesso, lucidità. Riesci a vedere la vita da più angolazioni. Anche l'alimentazione è importante. Tenendo conto che non mangi carne il tuo organismo reagisce meglio alle energie interiori...ci sarebbe ancora tanto da dire.
Scusa se te lo dico, forse sei stato un po' severo con il film "Sette Anni in Tibet". E' vero che Brad Pitt (il divo) nel film esce da una tempesta di neve a 5000 metri e non ha neanche un capello fuori posto però il film ha un suo valore. Vengono spiegati molto bene i rapporti fra i due Europei Heinrich Harrer e Peter Aufschnaiter (che non dimentichiamolo erano pur sempre due ufficiali di un corpo speciale delle SS) con i tibetani. Nel libro Harrer spiega meglio che nel film (e questa è la pecca del film) che aveva aderito al Terzo Reich per opportunismo. Quando i due arrivano a Lasha fanno un cambiamento radicale: passano dal Terzo Reich al buddismo tibetano, abbandonano il loro passato. Peter Aufschnaiter (agronomo e studioso della natura) dopo il Tibet rimase in Asia per tanti anni prima in Nepal e in India aiutando la popolazione locale in vari modi.
Un salutone e alla prossima
Massimo Zamboni è un grande autore,mi piace molto per la sua intelligenza e sensibilità. Ho tutti i suoi album per dire. Quest'opera è in nota d'acquisto. Spero di vedere anche il documentario.
@accadebis
Ciao amico, mi sorprendi sempre piacevolmente con questi commenti sull'argomento meditazione/yoga/oriente, e si capisce che è buona parte della tua vita. Certo, ci sarebbe tanto da dire ... io non l'ho mai fatta/studiata, inizio ufficialmente a gennaio 2020, anche se penso di essere un meditativo/istintivo. Già, il fatto di essere vegetariano, anche se solo da un anno forse mi aiuterà di più. Sono sempre più convinto che sia la strada giusta, per guarire i mali della terra, tra i quali il coronarico, per me nato e diffuso dall'inquinamento e da una cultura violenta e competitiva. Sul film hai fatto bene a intervenire, spiegando meglio di me il perché di molte critiche negative (in relazione al libro, tra l'altro, che io non ho letto). Mi fa piacere che hai chiarito, direi che posso sottoscrivere. Cerca di vedere/leggere anche la cosa della famiglia Amboni, credo ti piacerà.
@Enri1968
Sì, è vero, per me è uno dei più grandi intellettuali rock che abbiamo ... l'ho anche intervistato, e sarà a breve online sul sito di Smemo l'intervista (che poi in parte metterò anche qui). Per questo ho visto in anteprima il documentario, che spero sia presto visibile (si parla di fine marzo) in streaming, da vedere insieme alla lettura del libro e ascolto del disco/colonna sonora.
Non male lo yoga, soprattutto in questi giorni.
Serena giornata.
Sì, Cavaliere Oscuro del Web, non male, non male 😳!
Ottima la serata di meditazione! Io mi sto dedicando soprattutto a foto e libri senza disdegnare le bottiglie di rosso che ho in cantina! :-)
Anche qui le bottiglie di rosso non mancano,e vorrei leggere di più, ma non riesco ad avere la concentrazione giusta. Lo sento, quest'anno non leggerò molti libri.
Comunque la concentrazione adesso manca un po' a tutti. Malgrado il maggior tempo libero riesco a leggere meno di prima.
Ecco, questo è un dato da tenere presente, e tu Marcaval sei un lettore forte, tra ai più forti che io conosca. C'è molta distrazione, molte dirette in FB, Instagram, YOUTUBE ... e inevitabilmente ci si perde.
Un po' di cultura orientale, tra meditazione e documentari, non può che fare bene. Parlo con cognizione di causa. Per qualche anno ho praticato la meditazione zen soto.
Zen soto? Non lo conosco, cerchermo informazioni ... sì, cultura orientale per fregare il virus e questi tempi bui.
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