Pranzo di Pasqua con tutte le mie cugine che
avevano figliato. Dopo interi discorsi che cercavo di evitare come in
un’interrogazione al liceo quando ti fanno la domanda a cui non sai rispondere
e cerchi di deviare l’argomento, esce la frase che ti fa venire l’istinto
omicida: non sarai mai una donna completa finché non sarai mamma. Ecco sono
pacifica e l’omicidio non l’ho messo in conto, anche perché alle mie cugine
voglio bene. Però Il vomito e l’arrabbiatura che ho provato in quel momento
dovevano pur trovare una valvola di sfogo.
Perché questo titolo? … che è
anche il titolo di uno dei pezzi più intensi del disco.
Sicuramente il femminismo è uno
dei temi che mi sta più a cuore. Ma ho scelto questa come title track anche perché
mi sono stufata di vedere le cantautrici ghettizzate o autoghettizzate. Vorrei
che il genere maschile o femminile non pregiudicasse il lavoro svolto da chi
scrive musica.
Come è stata la genesi dell’album,
dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Lucio Leoni mi ha molto spronata
a scrivere un secondo disco. Ma il genere del precedente ormai mi stava stretto.
Dopo varie crisi esistenziali e musicali non trovavo una direzione precisa. Lui
mi ha messo vicino Giacomo Ancillotto. Abbiamo arrangiato una cosa folle, ai
limiti dell’ascoltabile. Lucio l’ha mitigato in fase missaggio. E eccolo uscito
fuori.
Se nascevo femmina potrebbe essere un concept-album?
… su cosa?
È un album interamente autobiografico.
Tutte le storie sono le mie storie. So bene però che nel mio disagio sociale
sono in ottima compagnia. Quindi possiamo dire che nel raccontare me stessa ho
raccontato una parte di società e tutte le difficoltà ad essa connesse
mettendole nero su bianco.
C’è qualche pezzo che preferisci?
Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero disco?… che ti piace di più
fare live?
Tutti i pezzi del disco mi
piacciono allo stesso modo. Per mezz’ora
e Bamboombeto sono i primi che ho
scritto quindi hanno un valore affettivo di sblocco. Martini è il pezzo che amo di più fare live.
A livello produttivo Goodfellas/Lapidarie Incisioni,
come promozione Big Time. Come sono nate le collaborazioni? Come avete
lavorato/lavorate insieme?
Copioincollo un post che scrissi su fb un po’ di tempo
fa:
Mi sono fatta venire le piaghe addosso. Momenti
me rompo un ginocchio. Diversi episodi di extrasistole alternati a tachicardia.
La gastrite mi sta digerendo lo stomaco (ma quello è forse più perché sto
mangiando come un camionista ucraino di 120 kg). Insomma con Claudia che mi teneva la mano da una parte
e Gertrude dall'altra, sopravvissuta al mio
Lancillotto musicale chitarriere Giacomo
Ancillotto, anche
grazie all'aiuto dei santi musicisti della band fantastica che abbiamo tirato su, Niccolò
Pellizzari alla batteria, Luca Corrado al
basso e alle voci gli alessi Cortini e Ingravalle, grazie
a Lucio che ha
spesso creduto in me più di me e a Luca
Bonafede che ha risolto un sudoku di decimo livello per far in
modo che potessi uscire nella bellissima rassegna estiva di Na cosetta, a
Goodfellas che mi ha preso nella sua scuderia, sono finalmente arrivata al mio
punto di partenza. Punto di partenza. Ma ve rendete conto? Ma chi cazzo ce lo
fa fare? In realtà potrei snocciolare tantissime motivazioni sentimentalissime.
Ma la me che vuole sempre fare la dura odia i post sdolcinati.
Copertina diretta, con quel primo
piano del sesso del manichino femmina, protagonista anche del video. Come è
nata la copertina? Chi l’ha pensata? Legata al video, suppongo …
La grafica di Livia Massaccesi,
l’idea e la regia di Giulia Natalia Comito. Livia mi ha proposto 3 immagini
diverse del manichino. Io ho scelto la più estrema.
Come presenti dal vivo il disco?
Trio chitarra, basso batteria e 2
voci oltre alla mia.
Disco particolare questo di Ilaria Viola, che dimostra una personalità spiccata e forte ... femminista di oggi lo potremmo dire, che in sintesi vuol dire una rivendicazione di libertà.
Con queste sue otto canzoni lo rivendica in modo diretto e ironico, a tratti spiazzante (a volte ho preso in mano i libretto per leggere certe parole dei testi, per rassicurarmi di avere capito bene), provate ad ascoltarlo bene.
Il nucleo centrale di Se nascevo femmina è ovviamente la title-track, un ritmo rock di ribellione, ma è altrettanto centrale La via di mezzo, pop-rock cantautorale di rivendicazione femminil-femmisita.
Bello spiazzane anche l'inizio Bamboombeeto (spero di averlo scritto giusto), nato dopo un viaggio in Giappone: dal ritmo sbilenco, ipnotico, filosofico, prende di mira i giapponesi per molte cose (la prima di tutte la poco coerenza e il materialismo), ma mi sa che alla fine i giapponesi siamo noi, entro certi limiti, provate ad ascoltarlo e ditemi se mi sbaglio ...).
... dal classico cantautorale molto originale Per mezz'ora, alla fine di un amore, raccontata alla sua maniera, Mulini a vento posto alla fine del disco.
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
9 Commenti:
Disco particolare questo di Ilaria Viola, che dimostra una personalità spiccata e forte ... femminista di oggi lo potremmo dire, che in sintesi vuol dire una rivendicazione di libertà.
Con queste sue otto canzoni lo rivendica in modo diretto e ironico, a tratti spiazzante (a volte ho preso in mano i libretto per leggere certe parole dei testi, per rassicurarmi di avere capito bene), provate ad ascoltarlo bene.
Il nucleo centrale di Se nascevo femmina è ovviamente la title-track, un ritmo rock di ribellione, ma è altrettanto centrale La via di mezzo, pop-rock cantautorale di rivendicazione femminil-femmisita.
Bello spiazzane anche l'inizio Bamboombeeto (spero di averlo scritto giusto), nato dopo un viaggio in Giappone: dal ritmo sbilenco, ipnotico, filosofico, prende di mira i giapponesi per molte cose (la prima di tutte la poco coerenza e il materialismo), ma mi sa che alla fine i giapponesi siamo noi, entro certi limiti, provate ad ascoltarlo e ditemi se mi sbaglio ...).
Mi è piaciuta molto anche Leila, bel ritratto di donna oggi al ritmo rock, semplice e con le parole giuste.
Ma in fondo, la sottotraccia del disco è forse l'amore, in tutte le sue forme e momenti: dal cannibalismo di Per la gola al libertinismo di
Martini ...
... dal classico cantautorale molto originale Per mezz'ora, alla fine di un amore, raccontata alla sua maniera, Mulini a vento posto alla fine del disco.
Un disco che colpisce, non lascia indifferenti questo di questa nuova voce del nostro cantautoralismo.
Ascoltiamola.
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