Sale sul palco poco dopo il dibattito di Maurizio Acerbo, il giovane
segretario nazionale di PRC, e dichiara da subito il suo essere
anarchico, a suo agio alla festa di Rifondazione di Verona. Io che la
conosco bene questa festa, frequentandola da più di vent'anni, credo che
il luogo sia adatto a un libertario come lui. Già lo sapevo delle sue
idee, non sapevo delle
sue doti di intrattenitore: tra un brano e
l'altro di Canzoni d'amore e d'anarchia, come si intitola il suo spettacolo, Alessio Lega offre a un pubblico attento, molte perle ironiche. Canzoni d'amore e d'anarchia,
spettacolo suo e di Guido Baldoni, eccezionale fisarmonicista e seconda
voce, con il quale propone in un'ora e mezza circa, un bel numero di
classici e loro pezzi originali.
Apre con una stupenda canzone dedicata a Mario Monicelli, ricordando il
suo cinema profondamente popolare e le sue scelte di vita, omaggia il
maestro Ivan Della Mea (lui sì autenticamente comunista, ci ricorda). Lo
omaggia con dei suoi classici a partire dalla geniale El me gatt,
della quale ci spiega la genesi, e poi la canta in perfetto dialetto
milanese. Si sofferma un bel po' a parlare del cantautore milanese, al
quale ha dedicato un libro (La nave dei folli, Agenzia X),
consigliatissimo. Poi ironizza sul fatto che De André sia stato definito
uno dei cantautori preferiti da Salvini. Evidentemente non conosce bene
le parole delle sue canzoni. Ma non le prime, ci ricorda, anche le
ultime di Fabrizio De André sono state da sempre canzoni d'amore e d'anarchia, tipo Princesa,
che dopo avercela spiegata ce la canta con forte intensità. Già, una
canzone così, d'immigrazione e transessualità, non me la vedo cantata a
una festa leghista.
Da pelle d'oca la dedica a Enzo Baldoni, che non può essere dimenticato.
Lo dice a un pubblico che non lo ha di certo dimenticato, per la
profonda vicinanza al suo pacifismo, alla sua ricerca della verità sulle
guerre di questo orribile nuovo secolo. E anche per questo, Zolletta, cantata accanto al figlio di Enzo Baldoni, il gran fisarmonicista Guido Baldoni, è uno delle migliori della serata.
Dal recente disco dedicato a Bulat Okudžava ci propone un paio di pezzi, tra i quali spicca L'ultimo bus.
Anche qui ci ricorda la genesi del progetto, il perché ha voluto
cantare in italiano canzoni storiche del cantautore moscovita. Un disco
che Elle e io conosciamo molto bene, per averne parlato con lo stesso
Alessio Lega nel nostro Orto; intervista fatta in modo surreale, ci
ricorda Lega, tramite una chat nel pc (chi segue questo blog, sa che
così ne ho fatto centinaia, e centinaia, e ora le propongo ogni tanto
nell'Orto di Elle e Alli). Disco importantissimo,apparentemente di
nicchia, uscito con Squi[libri], ha portato a Lega un'altra Targa Tenco
(mi fa piacere averlo votato, non lo nascondo).
Che aggiungere? Gran concerto. I due sono una coppia ben affiatata,
surreale e disincantata. Teatro canzone, quasi, con molta ironia e
profonda politicità. Entrambi, dopo bis, abbracci e saluti (anche a pugno chiuso) con i tanti
presenti, si meritano la spilletta
dell'alligatore, che accettano con un sorriso sulle labbra. Una bella
soddisfazione averli visti alla Festa In Rosso. Il tour, tra teatri, manifestazioni e
feste politiche, come suo solito, continua. Guardate qui.
Etichette: Agenzia X, Alessio Lega, Anarchia, Bulat Okudžava, Enzo Baldoni, Fabrizio De André, FestaInRosso, Foto mie, Guido Baldoni, Ivan Della Mea, l'Orto di Elle e Alli, Mario Monicelli, Pins, Prc, Spillette, squi[libri]
4 Commenti:
Grane artista, mi auguro di ascoltarlo dal vivo.
Sereno pomeriggio.
Sì, grande artista, stupendo live. Spero tu abbia l'occasione per sentirlo dal vivo (come vedi al link concerti, di occasioni ne avrai un sacco).
Grazie per la tua costante presenza Cavaliere Oscuro del Web.
Thanks for sharing, this is a fantastic blog post.
Thank you for being here ...
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