NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Cantautorato/Pop
DOVE ASCOLTARLO Spotify, Youtube,
I Tunes e tutti gli store digitali. Se siete della vecchia scuola anche su cd
LABEL Curaro Dischi / A Buzz
Supreme
PARTICOLARITA’ Se il disco fosse
un colore sarebbe blu
CITTA’ Lucca
DATA DI USCITA 05.04.2019
L’INTERVISTA
Come è nato Il cielo era un corpo coperto?
L’idea di fare un disco è nata
dopo, ho scritto tanti pezzi e canzone dopo canzone mi sono accorto che avevo
abbastanza materiale per tirare fuori un album.
Perché questo titolo? Che è anche il titolo di uno dei pezzi più vibranti
del disco …
Ormai è tradizione. Ho fatto la stessa cosa con il mio disco precedente; mi
piace che una canzone dia il titolo al disco intero. Il titolo è anche il
titolo dell’ultimo brano del disco nonché una parte del testo della canzone. Mi
sarebbe piaciuto aggiungere anche la fine della strofa “…ma con i piedi di fuori…”
così, tanto per dare un po’ di speranza a chi ascolta ma era già talmente lungo
che diventava impossibile presentarlo.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
Sono nate prima le canzoni singolarmente. Abbiamo registrato circa una
ventina di brani. Piano piano mi sono accorto che non tutte stavano bene
insieme e soprattutto alcune avevano un mood diverso o semplicemente non
avevamo azzeccato a pieno
l’arrangiamento.
Successivamente è nata un’idea di arrangiamento, un mondo sonoro.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del cd?
Una volta il vicino di casa del chitarrista ci voleva picchiare perché
disturbavamo il suo sonno.
Se Il cielo era un corpo coperto fosse un concept-album su cosa sarebbe?… tolgo il
fosse?
Sul mare, la notte, l’amore e la morte.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fieri
dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Buddha Con Napoleone e Tergicristalli sono tra i miei
preferiti perché credo di aver raggiunto un buon equilibrio tra tematica
trattata e funzionalità del brano. Detto così sembra che stia vendendo una
cucina ma insomma il senso l’hai capito no?
Sono facilmente fruibili ma trattano comunque tematiche profonde. Live
mi piace fare Quello Che Voglio.
Copertina a parte, sur-reale,
come le canzoni. Come è nata? Di chi è opera?
La copertina ha una storia piuttosto buffa.
Nelle ultime vacanze di natale degli amici hanno preso in affitto una casa
in montagna. L’ultimo dell’anno gli ho raggiunti e mentre aspettavo di mettermi
a tavola mi sono messo a curiosare tra gli album di famiglia del proprietario
di casa, che nessuno di noi conosceva. Insomma a un certo punto mi imbatto in
questa foto e subito capisco che è perfetta per la copertina del mio disco. Il
giorno successivo me ne dovevo andare e quindi scatto una foto della foto con
il cellulare, ma ovviamente viene uno schifo. Nella casa rimangono alcuni
amici, che si trattengono qualche giorno in più.
Alla fine mi lascio convincere da un amico che mi dice: ”vai tranquillo te
la porto io quando torno in città, figurati se qualcuno si accorge che manca
una foto…”
Insomma per fartela breve dopo qualche giorno mi portano sta foto, la
scannerizzo e la mando a Julia Wittmann, la ragazza che ha curato la grafica
del disco, poi però mi viene in mente il karma. Cominciare un disco con un
furto non è proprio il massimo, forse. Allora mi faccio dare il numero della
padrona di casa, le dico che sono un musicista, che sto facendo un disco etc
etc. Lei acconsente, mi dice che l’ha scattata suo padre in Norvegia e che
quando voglio posso andare a prenderla. Non sapeva che avevo già con me la foto
quindi mi sono inventato delle scuse assurde…Comunque alla fine è andato tutto
bene, una settimana dopo le ho rispedito la foto per posta.
Come presenti dal vivo il disco?
Questo disco lo presentiamo in trio, siamo un po’ più sintetici rispetto ai
live del disco precedente. Abbiamo dei sequencer, un paio di tastiere, basso
chitarra elettrica e chitarra acustica.
Come è stato entrare nella colonna sonora del film Ricordi? di Mieli con dei pezzi del precedente disco?
Molto bello. Ho saputo di questa cosa l’estate scorsa quando ero al mare.
Un editore e amico (Francesco De Santi) della Gabesco
Publishing aveva mandato i pezzi alla Bibi
Film, la casa di produzione del film, perché sapeva che cercavano dei
brani che potevano essere in linea con le mie produzioni.
Dopo un mese mi chiama e mi da la bella notizia.
Altro da dichiarare?
Per ora è tutto, però ti aspetto a qualche concerto.
Etichette: AbuzzSupreme, Cantautorato, Cinema, Curaro Dischi, Effenberg, Film, Il cielo era un corpo coperto, In palude con ..., Intervista, Lucca, Pop, Ricordi?, Toscana, Valerio Mieli
9 Commenti:
Ospito per la seconda volta Effenberg in palude e mi fa molto piacere.
Dopo il disco d'esordio Elefanti per cena, che molte soddisfazioni ha dato al cantautore toscano (non ultima, sentire un paio di sue canzoni in Ricordi? di Valerio Mieli, surreale film con Luca Marinelli e Linda Caridi, che vi consiglio di vedere), eccolo presentare qui Il cielo era un corpo coperto.
Dieci canzoni di pop cantautorale italico, surreali, malinconiche, personali, senza mai una caduta di tono ... il disco fila via liscio come l'olio, per usare un'espressione che rende.
Tra i miei pezzi preferiti Presepe, bozzetto moderno per un rock indignato a raccontare un presepe moderno, davanti a un supermercato (solo lui poteva fare un pezzo così).
Uccellino pop elettrico breve ma intenso, che apre il disco, Il cielo era un corpo coperto, pezzo che ha dato il nome al disco, cantautorato surreale, molto anni '80 nel ritmo e nel cantato ...
... a chiudere il disco.
Altre cose degli abissi è un pop-rock onirico, dedicato a Beatrice La Visionaria, pittrice lucchese come lui, scomparsa prematuramente nel 2017.
Orietta è rock acido e malinconico, un amaracord di quando era bambino ... che solo lui poteva fare.
Ecco, Effenberg è un tipo di cantautore con una sua impronta inconfondibile ... un cantautore di oggi da tenere sotto stretta osservazione.
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