NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE POPstino
LABEL Labella Studio
PARTICOLARITA’
CITTA’ Firenze
DATA
DI USCITA 6 luglio 2018
L’INTERVISTA
Come è nato Latte di soia?
E’ nato per
Caso.
Io, nella
vita, faccio e sono tutt'altro che un musicista in senso lato.
Negli ultimi
sei anni, per Caso, ho scritto un po' di canzoni che non sono quasi mai uscite
dalle mura di camera mia, fino a che, per regalo di laurea, ho deciso di
incidere un album.
I brani sono nati quasi tutti attraverso lo stesso iter che credo sia il mio
metodo di scrittura ovvero in bagno il giorno dopo una sbronza.
Inizialmente
doveva essere un disco per ricordo, per non perdere parti di parti di me che
avevo chiuso tra le corde di una chitarra e cinque frasi, ma parlando con
l’etichetta Labella Dischi che ho vicino casa, mi è stato suggerito di provare
a fare un progetto che pensasse più in grande anche perché a loro i pezzi
piacevano molto, e niente è iniziato tutto così senza grandi pretese. Poi a
marzo abbiamo fatto uscire Blu e lì mi sono accorto che, per Caso, si stava
muovendo qualcosa che non mi aspettavo e che oggi mi sta facendo attraversare
uno dei periodi più belli e spiazzanti della mia vita.
Perché
questo titolo? … una moda o c’è qualcosa
d’altro dietro?
Il titolo del disco è estratto da una canzone che fa
parte dell’album che si chiama Fuori dalla disco dove racconto, in maniera
romanzata, un episodio che mi è capitato. L’evento in questione è una cosa che
io credo possa essere accaduta un po’ a tutti, ovvero quando conosci una
ragazza in discoteca con cui c’è “feeling” e sul più bello lei inizia a
vomitare a causa dei drink di troppo. Nel mio caso, questa ragazza mi parlava
della sua dieta super salutare e del fatto che faceva colazione con il latte di
soia, e io mi stavo “imparanoiando” perché, se tutto fosse andato a buon fine,
non avrei saputo cosa darle a colazione.
Ho deciso di dare questo nome all’album perché il latte di soia è diventato un
po’ un emblema di benessere dei nostri tempi, anche se poi il weekend ci
sfondiamo di superalcolici e vomitiamo non importa, perché l’importante è fare
colazione con il latte di soia.
Il latte di soia rappresenta per me un po’ lo specchio della nostra
generazione, perennemente nel mezzo tra una continua tendenza all'eccesso e
all'autodistruzione, e la voglia di astensione anedonica da tutto ciò che ha
intorno al fine di preservarsi. Credo che il nostro dissidio nasca proprio da
questo, da quella costrizione sociale che ci obbliga a stare nel mezzo.
Qualche
episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Probabilmente quando ho registrato la voce di Blu, il
primo singolo che doveva uscire. Non avevo mai registrato prima, quindi era la
prima volta in assoluto all’interno di uno studio di registrazione. Quel
pomeriggio la cantai circa dieci volte, facendola ogni volta in un modo diverso,
alla fine uscì fuori una versione che mi sembrava potesse andare bene. Così,
nei giorni successivi iniziarono a fare il mixaggio e l’editing della traccia
ma più l’ascoltavo, più non mi piaceva e gli chiesi se potevamo registrarla di
nuovo da zero. Dopo una serie di offese, accettarono e la registrai nuovamente,
e finalmente venne fuori la versione che adesso tutti ascoltate.
Se Latte di soia fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il
fosse?
Non so se Latte di soia possa essere considerato un
concept-album, forse per alcuni versi sì, se si considerano le tematiche
affrontate dai vari brani, che nonostante tocchino vari aspetti della
condizione umana, convergono su un unico punto che è l’analisi della
quotidianità, quella che tutti viviamo ma che molte volte non ci fermiamo ad
osservare ed analizzare, che ci passa davanti senza che ce ne accorgiamo, le
piccole cose di tutti i giorni che in realtà ci condizionano la vita.
C’è
qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero
disco? … che ti piace di più fare live?
A dire la verità no,
non vado più fiero di un pezzo in particolare rispetto ad un altro.
Tra i vari pezzi scritti in questi anni,
ho scelto di inserire proprio questi 8 brani in Latte di soia perché credo
che raccontino diversi aspetti dell’esperienza umana, dai cambiamenti di stato
e di animo, alla voglia di evasione, al conformismo quotidiano. L’intero disco
rappresenta l’intenzione del disco.
Latte di soia è uscito Labella Studio con il
sostengo promozionale di ABuzzSupreme … chi altri citare tra i responsabili del
disco?
Il disco è stato prodotto
da Postino e Labella Dischi, registrato nel Gennaio 2018 presso
il Labella Studio di Montelupo F.no (FI) da Matteo
Guasti, mixato da Alessandro Moscatelli e masterizzato
da Giovanni Versari presso la Maestà Studio di Tredozio
(FC). Tutte le musiche e i testi sono di Samuele
Torrigiani (Postino) mentre gli arrangiamenti, la produzione
artistica e la programmazione sono stati effettuati da Renato
D’Amico in collaborazione con Postino e Matteo Guasti. Il
management è affidato a Black Candy Records.
Copertina
con il latte (di soia?) versato sul tavolo e una ragazza appoggiata, in una
posa malinconica, sul tavolo. Come è nata questa copertina? Cosa mi
rappresenta?
Questa copertina l’ha ideata e realizzata Cosimo
Fanciullacci, un mio amico fotografo che vive a Parigi.
L’idea era quella di rappresentare una ragazza al
ritorno da una serata dove l’alcol ha fatto la sua parte che si interroga sul
valore intrinseco dell'esistenza umana.
Ah sì, il latte versato è ovviamente di soia.
Come presti dal vivo il disco?
A livello di live, come formazione siamo un trio e
riproduciamo esattamente i suoni del disco. Le prossime date qui.
Etichette: AbuzzSupreme, Black Candy Records, Firenze, Giovanni Versari, In palude con ..., Indie, Intervista, Labella Dischi, Latte di soia, Pop, Postino, Toscana
8 Commenti:
Un vero piacere ospitare Postino in palude, con questo disco fatto per Caso, come dice nell'intervista.
E ci posso credere, vista la soavità del tutto, di queste canzoni che nascono in modo leggero e naturale, pensate in camera, mentre studiava per diventare medico ... e poi, come regalo di laurea, questo bel disco, Latte di soia.
Tutte le canzoni sono meritevoli di citazione, ma forse la prima da citare e Fuori dalla disco: ritmico, elettronico, malinconico, ironico, proprio qui si cita il latte di soia, che ha dato il titolo al disco. Le mode, il salutismo, gli eccessi in tutti i sensi ... e le piccole paure: oddio, non ho il latte di soia, cosa le darò per colazione all'amica che vorrei portarmi a casa (a letto?), ma lei ha bevuto di tutto e ora vomita. Generazionale? Di tutte o quasi ...
Come può essere generazionale Anna ha vent'anni, ancora di più, forse: Anna, ventenne oggi, le sue infelicità, il lavoro, crescere, i social network ...
Molto bella Come le balene: pop intenso e malinconico, surreale, con le parole pesate e pensate, per ragionare su di una crisi sentimentale e organetti magici...
... e se la crisi è andata oltre, ecco Come scatole canzone su di un amore finito, rimpianti, i suoni che piangono per un pezzo che prende molto e mi ricorda una delle prime canzoni degli amati Offlaga Disco Pax.
Insomma, siamo di fronte a un bel talento naturale, un nuovo giovane cantautore POPstino.
Ci porterà altre interessantissime lettere.
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