NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Rock
d’autore
PARTICOLARITA’
un disco di canzoni, che restano “dentro la testa”
CITTA’: Milano
DATA DI USCITA
30 marzo 2018
L’INTERVISTA
Come è nato Bandiere?
Bandiere è nato dall’esigenza di
un signore di mezz’età di fare musica.
Perché questo titolo?
Bandiere è il manifesto programmatico dell’intero disco, sia a livello di
testi che a livello musicale. Rappresenta a perfezione quello che si può
trovare nel disco. Non poteva che essere questo il titolo.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
E’ una lunga storia… Tutto parte dal gennaio del 2017. Dopo un anno di tour
fatto con una band di 4 elementi a supporto di Le cose cambiano (primo disco), abbiamo deciso di dare una svolta
al live proponendoci in duo, io e Gaetano Maiorano (due chitarristi con qualche
nozione di tastierismo).
Le opzioni erano due: proporci come Simon & Garfunkel o come i Suicide,
ma a me Simon & Garfunkel non sono mai piaciuti…
Quindi abbiamo riempito la sala prove di drum machine, tastierume vario,
aggeggi elettronici e abbiamo riarrangiato tutti i pezzi. Ne è seguito un altro
intenso anno di tour.
Questa esperienza mi ha fatto intravedere una strada diversa per il mio
futuro musicale e l’ho presa senza indugio. In buona sostanza, l’idea iniziale
era fare qualcosa di veramente diverso da quello che avevo sempre fatto e la
realizzazione finale ha aderito quasi perfettamente all’intendimento originario
e di questo sono molto contento e soddisfatto. Devo dire che una grande mano me
l’ha data Max Lotti, con il quale ho prodotto artisticamente l’album e che ha
suonato ed indirizzato parecchio l’intero lavoro.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria
durante la lavorazione del disco?
Uno su tutti è quello che riguarda la canzone Due per tre. L’80% dell’arrangiamento del pezzo è merito di Gaetano
Maiorano, senza il suo intervento la canzone sarebbe venuta fuori con un altro
vestito, ma non sto parlando di Pantalone nero o Pantalone blu, sto parlando di
Smoking vs Tuta da sci. Gaetano ha fatto davvero un lavoro egregio, ma non c’è
stato verso di metterlo nei crediti dell’album, né tantomeno di farlo
partecipare come autore nella ripartizione dei punti SIAE. Semplicemente non ha
voluto e ancora adesso non capisco il perché, o meglio, ancora adesso non
comprendo gli argomenti della sua motivazione. In ogni caso, per non prendermi
crediti che non ho, nel disco, ho scritto che le tastiere in Due per tre le ha suonate Mister XGM,
che altri non è che…
Se questo cd fosse un concept-album su cosa
sarebbe? … tolgo il fosse?
Sarebbe sull’ipocrisia nelle relazioni umane
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo
del quale vai più fiero dell’intero album? … che ti piace di più fare live?
Come si suol dire, ogni scarrafone è bell'a mamma soja, quindi non c’è un
pezzo che preferisco. Però, pensandoci bene e mettendola sul piano
dell’orgoglio, direi che proprio Bandiere
è il pezzo di cui vado più fiero e che ha centrato tutti gli obiettivi che ci
eravamo prefissati io e Max in fase di elaborazione dell’arrangiamento. Poi ha
un testo in cui mi rispecchio totalmente e di questo ringrazio molto Tito
Faraci che ne è l’autore e che ha saputo tradurre in parole davvero semplici un
concetto per me, per noi due, molto importante.
Per quanto riguarda il brano che più mi piace fare nel live, direi che al
momento vince Dentro e fuori, che è un
pezzo molto energetico e particolare…
Come è stato a
livello produttivo fare il cd? Da chi gli apporti più importanti? …
La linea produttiva l’abbiamo
segnata io e Max Lotti, per cui, anche i tre pezzi che ho fatto con Stefano
Mariani avevano dei paletti ben precisi e Stefano è stato bravissimo nel
riuscire comunque a dare una sua impronta. Produrre un disco è esaltante, ma
molto impegnativo, non ti puoi distrarre un attimo, devi sempre essere sul
pezzo ed avere il controllo su tutto. Soprattutto se i produttori lavorano
insieme, come abbiamo fatto io e Max, passi intere giornate a parlare, parlare
e ancora a parlare. A tratti è sfiancante…
Copertina molto affascinante, di classe, come
tutto il progetto grafico? Chi e perché
l’ha pensato così?
Mi fa molto piacere che ti piaccia, anche io la trovo perfetta per me e per
il progetto Bandiere. L’ha fatta il
mio amico Sergio Saccingo Tanara (che tra l’altro aveva già partecipato con un
bellissimo disegno al mio lavoro precedente) che fa il grafico/pittore e
cantante a tempo perso. E’ infatti la voce dei Colour Moves gruppo con cui ho
esordito nel lontano 1985 e con il quale ho recentemente pubblicato il disco
della “reunion” A loose end
(Interbang Records/Audioglobe 2015).
Conoscendomi così bene, Saccingo ha saputo leggere a perfezione il nuovo
linguaggio presente nel disco e a tramutarlo nell’immagine e nel progetto
grafico che vedi. Dietro ci sta un concetto semplice: c’è questa sorta di linfa che mi sostiene, che
mi nutre. Linfa creativa, groviglio di pensieri, rami, tutti dentro la mia
testa…
Come presenti dal vivo questo album?
In duo, io e Gaetano Maiorano e sul palco un
innumerevole quantità di strumenti…
Altro da dichiarare?
Pace e bene a tutti e ricordatevi di non buttare mai i
piccoli alligatori nello scarico del water, come narra la leggenda
statunitense, ‘che poi crescono, crescono, crescono fino a produrre addirittura
delle webzines!!!
Etichette: Afterhours, AmbramoAllione, Bandiere, Colou Moves, Giorgio Ciccarelli, In palude con ..., Intervista, Le cose cambiano, Lombardia, Max Lotti, Milano, Rock, Sergio Saccingo Tanara
10 Commenti:
Ah, ah, divertente la battuta finale di Giorgio Ciccarelli, che è un piacere e un onore ospitare ancora una volta in palude
... è vero sono nato così, e cresciuto ho aperto questo blog. Ma devo essere l'unico, quindi non buttate dei fratellini nel water.
Detto questo parliamo di Bandiere. Belle? Forse non è più tempo, nel disco si respira un'aria malinconica, di cose perdute. Almeno questo mi sembra.
Come dice Ciccarelli, il pezzo più bello è quello che ha dato il titolo all'album, Bandiere: con un testo pacifista minimale, musica elettronica sperimentale, tastiere e altre diavolerie.
Anche Conterò i tuoi no e Dentro la testa conquistano: il primo è un bel pop a tratti psichedelico, con ad un certo punto una chitarra che non scordi, il secondo è elettronica im(pura) con il ritmo e la vibra che salgono.
Del lato A citerei Voltarsi indietro rock di stampo internazionale ritmato, e con la sua voce, melodica, un testo giocoso, che a tratti sembra Vasco Rossi, Dentro e fuori perché forte e danzeeccio ...
Ma il disco è buono tutto, anche se ho una leggera predilezione per il lato B, con quattro pezzi che restano.
Facciamo sbandierare Bandiere anzi no, se questo è il suo messaggio.
vado ad ascoltarlo
Bravo Ernest, poi dimmi che ne pensi.
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