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venerdì 22 giugno 2018

In palude con Giorgio Ciccarelli

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Rock d’autore
DOVE ASCOLTARLO SU spotify
PARTICOLARITA’ un disco di canzoni, che restano “dentro la testa”
FB
CITTA’: Milano
DATA DI USCITA 30 marzo 2018
L’INTERVISTA
Come è nato Bandiere?
Bandiere è nato dall’esigenza di un signore di mezz’età di fare musica.
Perché questo titolo?
Bandiere è il manifesto programmatico dell’intero disco, sia a livello di testi che a livello musicale. Rappresenta a perfezione quello che si può trovare nel disco. Non poteva che essere questo il titolo.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
E’ una lunga storia… Tutto parte dal gennaio del 2017. Dopo un anno di tour fatto con una band di 4 elementi a supporto di Le cose cambiano (primo disco), abbiamo deciso di dare una svolta al live proponendoci in duo, io e Gaetano Maiorano (due chitarristi con qualche nozione di tastierismo).
Le opzioni erano due: proporci come Simon & Garfunkel o come i Suicide, ma a me Simon & Garfunkel non sono mai piaciuti…
Quindi abbiamo riempito la sala prove di drum machine, tastierume vario, aggeggi elettronici e abbiamo riarrangiato tutti i pezzi. Ne è seguito un altro intenso anno di tour.
Questa esperienza mi ha fatto intravedere una strada diversa per il mio futuro musicale e l’ho presa senza indugio. In buona sostanza, l’idea iniziale era fare qualcosa di veramente diverso da quello che avevo sempre fatto e la realizzazione finale ha aderito quasi perfettamente all’intendimento originario e di questo sono molto contento e soddisfatto. Devo dire che una grande mano me l’ha data Max Lotti, con il quale ho prodotto artisticamente l’album e che ha suonato ed indirizzato parecchio l’intero lavoro.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Uno su tutti è quello che riguarda la canzone Due per tre. L’80% dell’arrangiamento del pezzo è merito di Gaetano Maiorano, senza il suo intervento la canzone sarebbe venuta fuori con un altro vestito, ma non sto parlando di Pantalone nero o Pantalone blu, sto parlando di Smoking vs Tuta da sci. Gaetano ha fatto davvero un lavoro egregio, ma non c’è stato verso di metterlo nei crediti dell’album, né tantomeno di farlo partecipare come autore nella ripartizione dei punti SIAE. Semplicemente non ha voluto e ancora adesso non capisco il perché, o meglio, ancora adesso non comprendo gli argomenti della sua motivazione. In ogni caso, per non prendermi crediti che non ho, nel disco, ho scritto che le tastiere in Due per tre le ha suonate Mister XGM, che altri non è che…
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Sarebbe sull’ipocrisia nelle relazioni umane
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero album? … che ti piace di più fare live?
Come si suol dire, ogni scarrafone è bell'a mamma soja, quindi non c’è un pezzo che preferisco. Però, pensandoci bene e mettendola sul piano dell’orgoglio, direi che proprio Bandiere è il pezzo di cui vado più fiero e che ha centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati io e Max in fase di elaborazione dell’arrangiamento. Poi ha un testo in cui mi rispecchio totalmente e di questo ringrazio molto Tito Faraci che ne è l’autore e che ha saputo tradurre in parole davvero semplici un concetto per me, per noi due, molto importante.
Per quanto riguarda il brano che più mi piace fare nel live, direi che al momento vince Dentro e fuori, che è un pezzo molto energetico e particolare…
Come è stato a livello produttivo fare il cd? Da chi gli apporti più importanti?  
La linea produttiva l’abbiamo segnata io e Max Lotti, per cui, anche i tre pezzi che ho fatto con Stefano Mariani avevano dei paletti ben precisi e Stefano è stato bravissimo nel riuscire comunque a dare una sua impronta. Produrre un disco è esaltante, ma molto impegnativo, non ti puoi distrarre un attimo, devi sempre essere sul pezzo ed avere il controllo su tutto. Soprattutto se i produttori lavorano insieme, come abbiamo fatto io e Max, passi intere giornate a parlare, parlare e ancora a parlare. A tratti è sfiancante…
Copertina molto affascinante, di classe, come tutto il progetto grafico? Chi  e perché l’ha pensato così?
Mi fa molto piacere che ti piaccia, anche io la trovo perfetta per me e per il progetto Bandiere. L’ha fatta il mio amico Sergio Saccingo Tanara (che tra l’altro aveva già partecipato con un bellissimo disegno al mio lavoro precedente) che fa il grafico/pittore e cantante a tempo perso. E’ infatti la voce dei Colour Moves gruppo con cui ho esordito nel lontano 1985 e con il quale ho recentemente pubblicato il disco della “reunion” A loose end (Interbang Records/Audioglobe 2015).
Conoscendomi così bene, Saccingo ha saputo leggere a perfezione il nuovo linguaggio presente nel disco e a tramutarlo nell’immagine e nel progetto grafico che vedi. Dietro ci sta un concetto semplice: c’è questa sorta di linfa che mi sostiene, che mi nutre. Linfa creativa, groviglio di pensieri, rami, tutti dentro la mia testa…
Come presenti dal vivo questo album?
In duo, io e Gaetano Maiorano e sul palco un innumerevole quantità di strumenti…
Altro da dichiarare?
Pace e bene a tutti e ricordatevi di non buttare mai i piccoli alligatori nello scarico del water, come narra la leggenda statunitense, ‘che poi crescono, crescono, crescono fino a produrre addirittura delle webzines!!!


10 commenti:

  1. Ah, ah, divertente la battuta finale di Giorgio Ciccarelli, che è un piacere e un onore ospitare ancora una volta in palude

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  2. ... è vero sono nato così, e cresciuto ho aperto questo blog. Ma devo essere l'unico, quindi non buttate dei fratellini nel water.

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  3. Detto questo parliamo di Bandiere. Belle? Forse non è più tempo, nel disco si respira un'aria malinconica, di cose perdute. Almeno questo mi sembra.

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  4. Come dice Ciccarelli, il pezzo più bello è quello che ha dato il titolo all'album, Bandiere: con un testo pacifista minimale, musica elettronica sperimentale, tastiere e altre diavolerie.

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  5. Anche Conterò i tuoi no e Dentro la testa conquistano: il primo è un bel pop a tratti psichedelico, con ad un certo punto una chitarra che non scordi, il secondo è elettronica im(pura) con il ritmo e la vibra che salgono.

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  6. Del lato A citerei Voltarsi indietro rock di stampo internazionale ritmato, e con la sua voce, melodica, un testo giocoso, che a tratti sembra Vasco Rossi, Dentro e fuori perché forte e danzeeccio ...

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  7. Ma il disco è buono tutto, anche se ho una leggera predilezione per il lato B, con quattro pezzi che restano.

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  8. Facciamo sbandierare Bandiere anzi no, se questo è il suo messaggio.

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  9. Bravo Ernest, poi dimmi che ne pensi.

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