Più ci penso, e più credo di aver assistito, insieme alla mia
compagna Elle, a un concerto epocale. Parlo di quello dei Gang, la
premiata ditta Fratelli Severini, che da sabato 11 marzo 2017 ore
22,30 (un'ora e mezza dopo l'inizio previsto: le star si fanno
sempre attendere), a domenica 12 marzo ore 1 di notte, ci hanno
deliziati con una dotta disquisizione in parole e musica sul '77 e
dintorni. Il luogo era Bologna, proprio quarant'anni dopo
l'assassinio in piazza di Francesco Lorusso, studente di Medicina e
Chirurgia e militante di Lotta Continua.
Una tre giorni di incontri, proiezioni, dibattiti, reading, libri,
musica, brigate cuciniere nel centro sociale Vag61, dedicate al
marzo 1977, nella città simbolo delle rivolte colorate di quell'anno
indimenticabile. In marzo visse lì il suo periodo più turbolento e
guerrigliero, con l'assassinio di Lorusso, appunto, e le barricate e le
manifestazioni dei giorni seguenti. Una ferita nella nostra Storia.
Storia scritta dai vincitori, come ha giustamente sottolineato
Marino Severini a inizio concerto. Ma andiamo con ordine ...
Arrivati in leggero ritardo sull'apertura delle brigate cuciniere,
Elle e io ci siamo presi da mangiare: pasta la pesto con tortino di
verza e patate lei, cannelloni con ricotta al limone io, tutto
molto buono. Acqua naturale lei, due bicchieri di rosso io (anche
questo molto buono). Liquidato tutto in fretta e furia, perché non
volevamo farci beccare dai Gang con la bocca piena. Erano circa le
21, e il concerto dei due doveva iniziare. Il Vag61 era pieno di
gente, non al completo, ma quasi. Un cane maculato girava tra le
panche in cerca di cibo o di una carezza, e più volte si appoggiava
sul mio ginocchio. Intanto il centro sociale si riempiva
all'inverosimile, con volti di tutte le età, da giovani a gente con
il '77 in faccia: capelli lunghi e barbetta, o senza capelli, chiodo
d'ordinanza o altre giacche scure, la kefiah, qualche bel maglione
di donna; facce tra l'assonnato e il godereccio, facce che saranno
di certo entrate in quale fumetto di Andrea Pazienza. Dei Gang
ancora nessuna notizia, con i minuti che passavano, si trasformavano
in mezzore, ore, fino alle 22,30, ora dell'inizio ufficiale del
concerto (per fortuna avevano fatto il soundcheck nel pomeriggio).
Marino e Sandro Severini sul palco, vestiti quasi come nella
copertina del disco Calibro 77, venuti apposta per
presentarlo. Ma prima delle canzoni dell'album, prima di arrivare al
punto, prima di arrivare al '77, per Marino, voce e chitarra
acustica (a Sandro il silenzio e la sua chitarra elettrica), si
doveva fare un bel giro con le loro storiche canzoni. E allora vai
con Bandito senza tempo, dedicata a Sante Notarnicola,
scrittore, ex gestore di un pub in quel di Bologna, con un passato
di bandito mitico, tra rabbia proletaria e tentate rivoluzioni. Non
era fisicamente presente, ma i Gang lo avevano incontrato in giornata e si sentiva la loro commozione nell'eseguire questo
pezzo. Lanciando il motto "per andare avanti bisogna tornare
indietro", Marino proponeva poi un ricordo della Resistenza, "sulla
quale, qui, siamo tutti d'accordo, almeno su questa, nun ci si
divide", La pianura dei sette fratelli, dedicata ai fratelli
Cervi, vittime del nazifascismo, Ottavo chilometro, dedicata
al partigiano Wilfredo Caimmi. Su quest'uomo della Resistenza,
marchigiano come i Gang, Marino faceva dell'ironia raccontando la
sua tragicomica esperienza, tra ingenuità e fedeltà alla causa.
Poi una canzone di Guccini su di un partigiano (non riesco a
ricordane il titolo), e infine l'esaltante Alle barricate,
recente loro pezzo (è nel disco Sangue e Cenere del 2015),
dedicata alle Barricate di Parma, momento storico alto (agosto
1922), con la prima vera sconfitta del fascismo a opera di eroici
militanti che lo individuarono subito come un pericolo da estirpare.
Momento storico esaltante, tanto quanto questo passaggio del
concerto, con la chitarra di Sandro a fare magie.
Tornare indietro per andare avanti. Ecco allora l'elogio degli
operai, quelli che non ci sono più, quelli "che lottavano per la
dignità, e non semplicemente per 50 euro in più". Retorica di Marino? Forse sì,
forse no, certo che Non finisce qui, brano di denuncia sugli
operai morti di tumore, dopo una vita passata in fabbrica a
respirare amianto, non è retorica, ma devastante verità. Puntuale
parte poi Sesto San Giovanni, storica canzone contenuta in Storie
d'Italia, tra i miei loro dischi preferiti (è del 1993, venne
scritto con Massimo Bubola, anche in veste di produttore), quindi Marenostro,
dal recente Sangue e cenere. Anche qui poca retorica, nel
richiamare alla memoria le stragi degli immigrati nel Mediterraneo.
Molti riferimenti alla nostra realtà politica, tra un pezzo e
l'altro. Un richiamo alto al sogno e all'utopia, contro i nuovi
fascismi, per un rilancio di un pensiero autenticamente di sinistra.
Fuori dai partiti, partendo da noi stessi. Forse troppo facile, ma
fedele allo spirito del '77, nella serata e nel posto giusto per
cantarlo ... e allora, cazzo, arriviamoci a 'sto '77.
Ci arriviamo con Paz, canzone dedicata ad Andrea Pazienza
(anche su di lui non ci si divide, almeno qui ...), secondo Marino,
l'ultimo maître à penser di una generazione. Forse lo stesso
Andrea avrebbe riso in faccia a Marino, sentendo il suo elogio (Paz
come Pasolini), ma questo pezzo è un altro momento forte del
concerto, con tutta la sala che si ritrova, un po' con gli occhi
lucidi, a cantare Non ti sei perso niente/Non ti sei perso niente/Non ti sei perso niente/PAZ... Vero è, che
non ci sono più stati grandi personalità come la sua, vero è, che
non è solo una questione generazionale: Paz è stato apprezzato anche
da generazioni venute dopo quella del '77, ciò non toglie, che Paz
e il '77 siano la stessa cosa (Bologna, una sinistra estrema, nuova,
anti-istituzionale, creativa, ludicamente e lucidamente
rivoluzionaria). La canzone apre la porta alle canzoni del nuovo
disco, Calibro 77, cantate tra l'affetto per il Lolli di Io
ti racconto, (Marino voleva scegliere per il disco Ho
visto anche degli zingari felici, ma l'amico Lolli l'ha
pregato di non farlo, visto che tra le sue tante belle canzoni tutti
citano quasi solo quella), l'emozione per il Gaber di I Reduci,
(pezzo, per me, commovente al massimo, tra ironia e consapevolezza
della sconfitta, vertice del cd e del concerto), il sarcasmo per il De Gregori di Cercando un
altro Egitto, (la canta così lenta, tanto da farne risultare
l'assurdità del testo), la smemoratezza per Un altro giorno è
andato di Guccini (non si ricorda le parole, e cerca l'aiuto
del pubblico, che giovane o vecchio, l'aiuta di buon grado), la
deferenza e passione civile per il De André de Canzone del
Maggio (anche questa cantata insieme al pubblico).
Siamo alle battute finali, stanchi, ma tutti presenti, continuiamo
ad ascoltare e partecipare attivamente al concerto con i
Gang. Ci si alza in piedi per eseguire tutti insieme Comandate e
la richiestissima Kowalsky, sono ormai le una di notte. Sì,
l'esibizione del Gang è durata ben due ore e mezza (se non si
contano i dieci minuti dell'imperdibile momento sigaretta che Marino
ha voluto prendersi e offrire a tutto il pubblico). Elle si fa largo
tra il pubblico, fino a portami vicino alla voce de Gang. Mi
presento "Sono
l'Alligatore". Lui sulle prime non sembra capire, allora io tiro
fuori le mie mitiche pins e gliene regalo un paio. Marino sembra
illuminarsi, capisce e mi dice che le porterà sempre con sé ... non
poteva farmi regalo migliore per il giorno del mio compleanno,
iniziato da circa un'ora. Possiamo quindi andare, senza prima non
aver preso una bella pubblicazione sul '77 fresca di stampa ('77 storia
di un assalto al cielo, per capire cosa è successo allora, quando io
avevo appena 5 anni e Elle non era ancora nata). Sulla strada verso il
nostro giaciglio, incontriamo delle camionette della polizia, e ci viene
da ridere. Non sappiamo dove siano andate, ma mi piace sapere che i
Gang sono ancora a piede libero, e continuano a suonare raccontando
un'altra Storia.
Etichette: Andrea Pazienza, Bologna, Calibro 77, Claudio Lolli, De Gregori, Fabrizio De André, Francesco Lorusso, Gang, Lotta Continua, Massimo Bubola, Pier Paolo Pasolini, Resistenza, Sangue e Cenere, Storie d'Italia, Vag61
16 Commenti:
Che serata stupenda. Un tuffo nel passato per capire il presente ed al contempo ascoltare musica dal vivo, cosa questa che è sempre meravigliosa. A proposito, Buon Compleanno Alligatore!!!!
un bel modo di festeggiare, ancora auguri Alli
Una bella serata!
@Daniele
Grazie Daniele, tutto vero!
@Amanda
Grazie,grazie, ancora grazie per il tuo stupendo augurio dal tuo blog.
@Cavaliere Oscuro del Web
Sì, direi che lo è stata in pieno.
Un gruppo Cult , non c'è che dire!! Mi associo agli Auguri!! :-)
Grazie per gli auguri, e direi di più: un gruppo cult, in un luogo cult, in una data cult. Stracult al quadrato! :)
Per prima cosa : Auguroni (comunque te li avevo fatti sul blog di Amanda ma sempre uno in più non fa male).
Che bravi che siete stati e complimenti per il bel post, sicuramente una serata indimenticabile!
E ben organizzata, sarebbe proprio che questa storia di quel periodo italiano fosse più noto.
Anche a me piace molto Storie d'Italia dei Gang.
Grazie anche qui Enri. Sì è stata una bella esperienza, un bel concerto, direi epocale, per quello che ha messo in scena, il luogo, le date ...Storie d'Italia e Le radici e le ali sono tra i miei loro dischi preferiti.
Ah dimenticavo, auguroni!
Sì be', a parte il ritardo e a parte la mia macchina fotografica che sciopera, direi proprio una bella serata, e un bel concerto, con tutti che cantavano le canzoni (tranne me) e i discorsi seri fra una e l'altra (serie anche le canzoni, certo). E poi festeggiare i compleanni in maniera alternativa è così bello! Auguri Alli :)***
Auguri auguri auguri! Fichissimi questi Gang!
@Cavaliere Oscuro del web
Grazie, molto gentile e attento.
@Elle
Grazie amore ... anche io non cantavo tutte le canzoni (sapevo bene quelle dei Gang, ma non tutte le altre del nuovo disco). Già, bello un compleanno alternativo a Bologna ;)*
@Silvia
Bentornata in palude, e grazie degli auguri ...sì, fichissimi è la definizione giusta :)
Avrei dovuto esserci anche io sabato al Vag, che è il centro sociale che frequento di più e dove vado a far la spesa il martedì, non mi sarei persa quella serata se non fosse stato per tristi motivi di forza maggiore. Sono però contenta che te la sia goduta tu, tanto più per il tuo compleanno! Se però vieni a festeggiare anche il prossimo pretendo la convocazione per un cin! Per ora, auguri in ritardo :)
Grazie Cri, mi spiace per la tua non partecipazione a un concerto che entrerà nella Storia, per tanti motivi. Il Vag61 è un gran bel locale, fai bene a frequentarlo. Elle e io abbiamo immaginato potessi esserci, e abbiamo provato ad indovinare chi fossi ... al prossimo giro bolognese ti faremo un fischio: promesso!
Paz, la ripropongo ogni volta con la mia band, ma anche Vorrei.... ottima recensione, di un lavoro come al solito attento e di gran livello, come da quasi sempre ci hanno abituato i Fratelli Severini.
Bravo Stefano, "Paz" è una gran bel pezzo, in questa occasione valeva doppio(in quel giorno, in quella città, con quel pubblico). Condivido il parere poi sui Gang :)
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