NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE
ElectroWave
DOVE ASCOLTARLO (in parte o
tutto)
LABEL
Shyrec
CITTA’:
La base della band
è Venezia
DATA DI USCITA
2.12.16
Come è nato Mirror?
Circa due anni fa è
cresciuto in noi il bisogno di esplorare più a fondo il Suono, conoscerne i
dettagli della modulazione e delle frequenze. L’esperienza avuta precedentemente
con Technolovers, Radical Bending, e i nostri amati
strumenti musicali è stata intimamente bellissima, ma ora il desiderio di
conoscenza doveva essere nuovamente appagato.
Gli album
precedenti erano legati al nostro modo tradizionale di comporre: sala prove,
idea, strumento, perfezionamento (paranoia).
Con Mirror abbiamo ricercato un nuovo modo di
comporre che esulasse dalla sala prove e per arrivarci abbiamo invertito il
processo compositivo e messa a punto. Spiego meglio: in Mirror, prima abbiamo lavorato sul suono singolo ed esplorato la sua
estensione, e solo in un secondo tempo siamo arrivati al “pezzo” nella sua
classica forma, quello da provare in sala prove. Ci piace immaginare che
abbiamo messo a punto una specie di “macchina musicale”, unica, perché anche
questa la sentiamo intimamente nostra.
Questa macchina ci
consente la massima flessibilità sia dal punto di vista artistico, sia dal
punto di vista funzionale, perché sebbene siamo solo in due riusciamo a modulare
e gestire tutto quello che fa rumore!
Mirror è l’altro specchio della musica, quello in cui il
musicista cerca il risultato non trovandolo per pura ispirazione.
Perché questo titolo? … è anche il titolo di uno dei pezzi più intensi del
disco.
Uno specchio
riflette qualsiasi cosa. Come anticipato prima è il lato nascosto della ricerca
musicale, ma anche lo specchio dell’anima, lo sguardo che continuamente si
allontana e si avvicina, è un'altalena costante di introspezione ed estroversione.
Le canzoni che
compongono Mirror sono abitate da
personaggi che nella quotidianità scoprono l’immagine riflessa di una sapienza
futura, di un altro mondo: acrobati, cosmonauti, clubber e pendolari che con
passo incerto vanno verso la loro destinazione, guerrieri di lande polverose che
finalmente percepiscono la fine della paura. Una donna dai denti cariati sorride
splendidamente, pronunciando parole illuminanti: «Non è mai semplice. Vero,
tesoro?».
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione
finale?
Il CD è una fetta di un lavoro molto più ampio, che
non si chiude con una semplice stampa. Il progetto è cominciato con un patto
molto chiaro: “Prima di riproporci dobbiamo essere assolutamente soddisfatti di
Tutto e per far ciò ci prenderemo il tempo necessario affinché Tutto funzioni”.
Siamo stati distanti dalla scena musicale per un periodo di due anni che è
stato molto proficuo. Abbiamo ripulito le orecchie, abbiamo imparato ad
ascoltare noi stessi, e riproporre in musica ciò che più ci piace, senza
mediazione o preconcetto.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Indubbiamente c’è
un filo comune che lega tutti i 9 brani. Già dalle primissime composizioni di Mirror ci era evidente che stavamo
riportando in musica il nostro immaginario fantascientifico e la nostra
curiosità nei confronti dell’astronomia e dei viaggi nello spazio. L’evocatività dei pezzi rimanda a questi
luoghi aperti, e grazie all’apporto sulle liriche di Giulia Galvan, abbiamo
creato ad hoc dei protagonisti che raccontassero il presente in 9 storie proiettate
nel futuro.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri
di Mirror?… che vi piace di più fare
live?
Stiamo continuando a lavorare affinché ci sia un nuovo
brano preferito ogni settimana. Siamo molto orgogliosi di non avere un pezzo
preferito in assoluto.
Il cd è uscito con Shyrec, vostra consueta label. Vogliamo dire due parole
sul rapporto che vi lega ad essa? La tradirete mai? Se sì, con chi?
Abbiamo un bel rapporto di amicizia e di reciproca
stima; a loro dobbiamo molto, a cominciare dalla fiducia incondizionata che ci
hanno dato specialmente in quest’ultimo anno. Tradire? Mai? Sono termini
assolutistici pesanti, non credi? Comunque la risposta è banalmente no.
Copertina molto affascinante, che bisogna guardare più volte per capirla ...
e non ne sono sicuro. Siete voi che suonate nello spazio? … come è nata e chi è
l’autore?
Nella copertina siamo rappresentati all’interno di una
capsula spaziale intenti allo studio e alla ricerca musicale in microgravità.
Con il grafico Marco Lezzerini abbiamo voluto rappresentare il nostro percorso
per il compimento di questo album, e per far ciò abbiamo attinto alle
illustrazioni della propaganda spaziale russa degli anni ’50, ovvero la
rappresentazione dell’immaginario pseudo-scientifico che avevano gli entusiasti
terrestri all’epoca della corsa allo spazio pre-Gagariniana. Abbiamo scelto
quest’immagine in particolare perché riassumeva con pochi tratti il nostro
percorso degli ultimi due anni: lo studio/laboratorio, la scienza, l’ignoto,
l’ingegneria, l’ambizione, la testardaggine di proseguire il nostro viaggio verso
l’ignoto.
Come presenterete dal vivo questo album?
Come lo presenteremo è tutto da scoprire. Abbiamo
comunque in progetto dei live che evolvano di volta in volta, e che potrebbero
sfociare nel breve futuro con un side project. Vedremo, vedrete.
Altro da dichiarare?
Un caro saluto all’Alligatore e ai suoi lettori.
Etichette: Electro, ElectroWave, Giulia Galvan, In palude con ..., Intervista, Marco Lezzerini, Mirror, Punk, Radical Bending, Shyrec, Techno, Technolovers, Veneto, Venezia, Wora Wora Washington
6 Commenti:
Atteso ritorno del power-duo veneziano, con questo disco dove tensioni contrapposte si fanno strada, in mezzo a pulsioni elettroniche e ritmo animale.
Nove pezzi così, sarà difficile estrapolare i preferiti ...
Ma tenterò di farlo ...
Tra i nove brani direi: Alexander Gerst sintetico battito animale al quale è difficile resistere, dedicato al giovane astronauta tedesco, la title-track bella tenebrosa, tra istintivo ritmo e teatralità, Venus, finale divertito/divertente molto anni '80,sopratutto nel cantato e dove troviamo rock ed elettronica fuse magicamente insieme.
Menzione speciale a We Sway, pezzo inesorabile e intimamente moroderiano, sarebbe l'ideale per una nostalgica e alternativa disco europea.
Altro da agiungere? Io no, anzi sì: ascoltate i Wora Wora e ditemi le vostre perferite ...
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