NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO
DEL DISCO
GENERE - Elettroacustica psych-rock
LABEL
autoproduzione
PARTICOLARITA’ disco nato dalle ceneri del precedente
disco
CITTA’: Bologna
DATA DI USCITA 21/01/2016
Come è nato Supernova?
Supernova innanzitutto è nato dalla mia voglia di esplorare una
serie di luoghi inespressi di me stessa attraverso la musica.
Perché questo titolo? …
è il titolo di uno dei pezzi più lunghi e intensi dell’album.
Questo titolo l'ho scelto prima di comporre il pezzo Supernova. Significa che sono morta e
sono risorta ma sono sempre io. Un cambiamento così radicale tra il primo disco
e il secondo significa che non volevo ripetermi. Detto quel che volevo in Migratory Birds,
ho provato a fare altro, reinventandomi. Sembra un’operazione dadaista per
certi versi, per altri il titolo Supernova
indica il preciso processo che ha generato la nuova musica. Come le stelle che
morendo esplodono rimettendo in circolo nuove energie utili per la genesi di
nuove formazioni celesti nell'Universo, così io ho voluto questa iniziazione
senza negare ciò che ho fatto in precedenza ma dandogli una luce nuova. Così ho
fatto esplodere il primo disco per generarne il secondo.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla
sua realizzazione finale?
L'idea è stata quella di manipolare i suoni che
appartenevano al mio precedente disco, Migratory Birds:
ho riaperto i progetti delle prese di registrazione con l'intento di isolare
singolarmente o a gruppi in modo disordinato e scomporre tutte le tracce
registrate in frammenti e agglomerati sonori. Ho proceduto poi a surrogare i
suoni a vari livelli, fino ad arrivare a ottenere suoni nuovi senza riferimenti
relativi alla matrice. La scelta del materiale e il processo compositivo sono
andati di pari passo, com'è naturale nel momento in cui si compone musica
elettroacustica. I suoni mi hanno suggerito il passo successivo e tutto il
passaggio tra la mia testa alle mie orecchie è andato a buon fine (chiaramente
per me). Poi con questo materiale, una volta composte le canzoni, mi sono
recata al Cosabeat studio da Franco Naddei per perfezionare il linguaggio e
la sua resa ultima, grazie a sovraincisioni, ritocchi strutturali, definizione
del sound, missaggio.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la
lavorazione del disco?
Un bell’episodio che potrei citare riguarda Dagger Moth, che ha contribuito con la sua chitarra
suonando nel mio pezzo Scrambled eggs.
In pratica ero lì ad arrovellarmi il cervello perché in quel brano lì ci
sentivo una chitarra … ma non una chitarra qualunque! Volevo qualcosa alla Marc Ribot
ma non proprio così complicato. Insomma, cercavo un sound di un certo tipo ma
non sapevo bene quale. Improvvisamente, Cristina, mia cara amica ferrarese
(all'epoca conosciuta per puro caso), grande ascoltatrice di musica e mia tour
manager in Paris, mi consiglia di ascoltare Dagger Moth, una musicista e cantautrice
italiana che lei reputa essere come me un'eccezione nel panorama italiano. Non
la conoscevo, parto a fare degli ascolti, clicco sul suo canale youtube,
ascolto il suo disco omonimo, seguo interviste. Questa ragazza mi piace, è una
tosta, ha belle idee e il suo chitarrista di riferimento è proprio Ribot!
Così decido con coraggio di scriverle, inviandole la proposta di collaborazione
e i provini. Sara Ardizzoni, in arte Dagger Moth, con mia grande gioia, accetta la
collaborazione! Questo racconto è per dire che io e lei ci siamo inizialmente
sentite solo via telematica o telefonica, poi organizzai tre date di fila in
Romagna in cui suonammo insieme … oggi siamo diventate amiche. Direi che un
episodio così andava raccontato, magari è diventato ordinario conoscersi via
web ma credo di aver fatto un grande acquisto conoscendo Sara, soprattutto dopo
un risultato così:
https://soundcloud.com/valeria_caputo/scrambled-eggs?in=valeria_caputo/sets/supernova_capvto_private!
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? …
anche senza volerlo.
Se fosse un concept, questo disco in fin dei conti,
parlerebbe di questa formula E=mc².
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale
vai più fiera di Supernova?… che ti
piace di più fare live?
Di Supernova ti ho già parlato, è il mio preferito.
Dal vivo, per esempio amo molto fare Looser,
è molto divertente anche per il pubblico. Il ritmo coinvolge e io con la
chitarra elettrica mi diverto un bel po'!
Il cd è stato da te prodotto in modo autarchico, come ci
hai abituati. Persone, gruppi, realtà musicali che ti sono state vicine, che
vuoi citare, per questo album?
Naturalmente tutti i miei sostenitori del crowdfunding.
Uno a uno ringraziati via mail, web e spero soprattutto attraverso il risultato
finale. Mi hanno sostenuto e dato buone vibrazioni anche nei momenti di
tentennamento. Tutti i musicisti e i tecnici che hanno lavorato al disco in
primis Franco Naddei. Altri sono famiglia e gli amici cari di tutta Italia da
Taranto a Forlì che mi hanno consigliata, sostenuta tanto da convincermi che Supernova
non è altro che il risultato di tutte queste energie insieme. Una in
particolare che devo ringraziare si chiama Valeria Caputo. La conosci?
Conosco bene Valeria Caputo, passata spesso in palude
(anche con nickname). E allora parliamo della cover, la copertina. Copertina
molto particolare, con questo disegno su sfondo bianco. … come è nato e chi è
l’autore?
L'autrice è Valentina Portone, una mia carissima amica
"artistica". Come ti dicevo, sono tante le persone e gli incontri che
mi hanno stimolata. Ho colto tutti i segnali, non mi sono lasciata sfuggire le
suggestioni che potevano arrivarmi, facendole diventare una realtà. Così
Valentina una sera mi ha fatto leggere qualche sua poesia corredata da disegni
e ornamenti realizzati di suo pugno … poi ho letto questa:
"L'esplosione di una stella"
Noi particelle infinite
viaggiamo anni luce
dentro e fuori di noi
… spazio tutto intorno:
- che
l'esplosione
abbia inizio - !!!
Affianco a questa poesia, che incarnava perfettamente lo
spirito di Supernova, c'era quel disegno, che poi ho
scelto perché diventasse l'immagine protagonista della copertina.
Non potevo ignorare tanta coerenza.
Valentina è stata felice del mio entusiasmo e non ha
esitato a regalarmi l'intera pagina che ora si trova incorniciata nella mia
stanza e quando le ho dato la notizia che era mia intenzione usare sia la
poesia, che ho inserito in versione inglese all'interno del libretto, che il
disegno è stata felicissima di darmi il suo consenso.
In realtà ho fatto delle modifiche ai toni del disegno
estremizzando i contrasti e scegliendo questi due colori così distanti per
rendere ancora più incisiva la grafica della cover che è stata poi perfezionata
e curata da Marco Pizzolla, che oltre che di musica si occupa di grafica e
video.
Come e dove presenterai l’album?
Ho già iniziato a presentare il disco in giro. Andrò
ovunque mi porterà la musica.
Altro da dichiarare?
Grazie.
Etichette: Autoproduzione, Bologna, Capvto, Dagger Moth, Elettroacustica, Emilia Romagna, Franco Naddei, In palude con ..., Intervista, Marco Pizzolla, Migratory Birds, Psych-rock, Supernova, Valentina Portone, Valeria Caputo
8 Commenti:
Disco affascinante, dal quale farsi cullare e viziare ... se riesco a liberarmi dai suoi suoni, vi dirò le mie preferite. Riuscirò entro mezzanotte?
Se non ci riuscirò, lo saprete domani ... intanto vi consiglio di perdervi pure voi in Supernova.
... a dopo (o a domani).
A me piacciono Flower Girl, Living in a cloud, The River e la chitarra di Dagger Moth. E sono d'accordo sulla bellezza delle conoscenze in rete ;)
Superba la chitarra dell'amica (di tutti noi) Dagger Moth, casualmente in palude la scorsa settimana ... i casi della vita rock!
Piena sintonia riguardo la bellezza delle conoscenze in Rete ;)*
E per le canzoni ...
Dico: Blindfolded dal passo felpato e un gran sax, la scampanellate title-track tra il mistico e sensuale, Scrambled Eggs dove la chitarra di Dagger Moth crea emozioni d'estasi vera, trovando nella voce di Capvto la giusta compagnia (perché non fate un disco intero insieme?). Impossibile ignorare la straboccante The River (complimenti, fare un pezzo di 15 minuti e rotti)... ma, come detto altre volte per i dischi finiti in palude, Supernova è un disco tutto da ascoltare ...
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