Dub All
Sense, BRO
4Weed Records
BRO come BROthers,
fratelli, tema fondamentale del terzo disco dei Dub All Sense, gruppo allargato
di autentico e vivo dub mediterraneo, ben calibrato, elettrico/elettronico,
sempre pieno zeppo di partecipazioni sentite, come quelle di fratelli
internazionali/internazionalisti. Bandiere antirazziste/antifa fatte sventolare
al ritmo giusto per tutta la durata del disco senza un attimo di tregua.
Dall’intro con frasi celebri, che danno subito la direzione,
a Babilonia, primo “vero” pezzo, urlo
per un cambiamento a partire dalla propria identità, lanciato da Zulù e Treble,
si capisce la forza di BRO. E poi
Marina P e la sua Dead or Alive,
ecologia rivoluzionaria per corpo e mente, l’esaltazione di leader
rivoluzionari in Fallen Solider di Fikir Amlak,
l’antifascismo militante di Mc Baco con la sua Fya Pon Dem, il dub/stepper all’ennesima potenza di MrDill Lion
Warriah in Automatic Style. Menzione
speciale a Pancho Villa, moderno inno
di Hector Guerra a un personaggio storico tutto da riscoprire, e P’apparà, dove Luca, voce dei
Polina, interpreta nel suo stile particolare un testo che parla di una delle
pagine più brutte della nostra Storia recente, quella della “terra dei fuochi”:
vuoi solo apparire o magari vuoi aggiustare le cose?, ci chiede.
La mia coda non riesce a stare ferma quando faccio partire BRO … e manco la testa. Stupenda, come
sempre, la copertina. Ascoltateli, ballate e fate la Rivoluzione. Tutto in un
disco.
p.s. ho usato troppe volte la parola Rivoluzione? …
impossibile non farlo parlando di BRO.
Etichette: 4Weed Records, BRO, Dub, Dub All Sense, Fikir Amlak, Hector Guerra, Luca ‘O Zulù Persico, Marina P, Musica, Pancho Villa, Polina, politica, Raggamuffin, Rece d’Alligatore, Rivoluzione, Rock, Terra dei fuochi
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