NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: Folk – pop
LABEL – Uncle Singer Production
PARTICOLARITA’: da ascoltare
mangiando pomodori o in viaggio
CITTA’: Bergamo
DATA DI USCITA: 29 Settembre 2015
Come è nato Le scarpe rosse?
Le canzoni le ho scritte nell’arco di qualche anno, tra la pubblicazione di
“Believe it” e la lavorazione di “ila and her fellows”. Arrivano a volte
silenziose, la notte, altre volte all’improvviso forti come uno schiaffo. Ci
sono storie, come quella di “Antonio”,
dove io sono una semplice spettatrice pronta a raccontare ciò che vedo, ciò che
imparo dalle persone come lui. Non c’è stata una pianificazione per quel che
riguarda la scrittura. E come con i dischi precedenti, sono state le canzoni a
scegliere la lingua adatta a loro.
Questa volta mi sono limitata ad italiano ed inglese. Poi è arrivato il momento
della produzione e degli arrangiamenti, dove questa volta abbiamo agito in
maniera diversa. Ho lavorato spesso da sola alla pre-produzione perché avevo le
idee molto chiare. Poi con i prodi Happy Trees (Teo Marchese, Lorenzo Fugazza,
Paolo Legramandi) e diversi ospiti preziosi (Francesco Chebat, Jerry Holmes e
Daniel Plentz) abbiamo completato le registrazioni dando vita ad un mix tra il
mondo acustico e folk, il pop ed una punta di elettronica.
Con la partecipazioni di Edoardo Cerea e Israel Varela che hanno regalato
le loro voci, abbiamo messo la ciliegina sulla torta.
Perché questo titolo?
Come sempre mi accade, non avevo ancora un titolo dell’album, durante le
registrazioni avvenute tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, ma sapevo che
sarebbe arrivato al momento giusto. E così è accaduto. Le scarpe rosse sono
quelle indossate dall’Uomo senza memoria ma
nella mia testa coincidevano anche con quelle indossate da David Tennant nei
panni del Doctor Who nell’omonima serie. Essendo io una “addicted” di serie tv
ed in particolare del Doctor Who, mi è sembrata una bellissima coincidenza con
una chiara e forte immagine.
Le scarpe rosse sono anche quelle che puoi indossare per cominciare un cammino
che cambierà la tua vita. Come scrivo all’interno del disco, c’è sempre spazio
per intraprendere il percorso verso i propri sogni.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del
disco?
In realtà un po’ tutta la realizzazione è stata a suo modo divertente e da
ricordare. Le sessioni separate per ogni musicista mi hanno dato modo di creare
con calma con loro e poter creare colori e suoni facendo affidamento sulla loro
creatività è stato molto bello.
Forse ci sono due scene memorabili avvenute in settimane diverse:
ho dovuto chiedere al pianista Francesco Chebat di “suonare male”…cosa che
per lui non è stata affatto facile, essendo un gran bravo musicista. “Devi suonare male. Smetti di pensare, butta
via tutti gli anni di tecnica e suona male…”…dovevate vedere la sua faccia…
Ad un certo punto ha incrociato le mani ed ha cominciato a suonare così…occhi
pallati che fissavano il nulla. Esilarante. Il preziosissimo risultato lo
potete ascoltare in I will wait.
L’altro episodio è capitato mentre stavamo facendo delle chitarre
elettriche. Non ricordo su che brano, ma ci mancava una parte di chitarra.
Lorenzo Fugazza (chitarrista) era intento a provare delle idee, Teo Marchese
(batterista) cercava di aiutarlo, io ero paralizzata dal sonno. Indie, il
nostro cane, continuava a tentare di insinuarsi tra di noi ed io perentoria lo
allontanavo. Stremata dalla sua insistenza gli ho detto “Eh va bene, allora cantacela tu la parte di chitarra!” e, giuro,
lui l’ha fatto. Ci siamo guardati tutti e tre basiti e Lorenzo ha subito riprodotto
la parte sull’elettrica, che abbiamo poi registrato e tenuto nel pezzo.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori.
Sulla capacità di ascoltarsi, conoscersi, diventare consapevoli, seguire i
propri sogni ed imparare a rispettare la verità altrui. Un diario di un
supereroe, per certi versi. Una specie di epopea moderna, dove l’eroe
all’inizio è perduto, non conosce le sue potenzialità, poi diventa sempre più
consapevole, si confronta col mondo, sfida le distanze, impara e sconfigge
debolezze e paure, in se stesso e negli altri.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera di Le scarpe rosse?… che ti piace di più
fare live?
Live non li abbiamo ancora fatti. Cominceremo tra poco.
Le canzoni che prediligo sono L’uomo
senza memoria (anche nella sua splendida versione inglese The man who, scritta dall’amico
cantautore irlandese Ray Heffernan) e Dovessi andarmene, che è molto personale
in quanto racconta ciò che penso rispetto all’ipotesi “se dovessi morire?”. In realtà anche Stop this fire e Dream Now, ma poi alla
fine mi piacciono tutte molto. Ammetto di essere molto orgogliosa di questo
lavoro. Gli voglio proprio bene ed è la prima volta che lo ascolto appena
posso, senza stufarmi.
Il cd è uscito con UncleSingerProduction, label dal simpatico logo. Chi
sono? … altre realtà
importanti attorno al disco?
EHeh… sono io. Creo anche video musicali e documentari,
ed ho pensato che un nome unico (spiritoso quanto basta) avesse senso. Per quel
che riguarda le edizioni invece si tratta delle Edizioni Ishtar, due
delle persone più disponibili, oneste e gentili che abbia conosciuto
nell’ambito delle produzioni musicali di un certo livello: Davide Rosa e
Luciano Cantone.
In copertina ci sei in primo piano, occhiali, capelli, unghie rosse. … hai
anche quel quadro con le scarpe rosse, come gli altri musicanti, gli Happy
Trees, nelle altre foto. Come è nato questo scatto e chi ne è l’autore?
Mi tocca dirti che, ancora, l’autrice degli scatti sono io. Volevo un
legame con il titolo, ma che esprimesse anche il cambio sonoro della band, da
“agricolo” a “patinato”, per certi versi.
Facce inespressive come tele bianche sulle quali ognuno può dipingere le
emozioni che prova ascoltando il disco.
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Clicca sopra per ingrandire, è il gruppo al completo ... |
Come e dove presenterai l’album?
Il 3 ottobre al teatro Santa Caterina di Bergamo.
Altro da dichiarare?
Alla fine del video si vede una scatola, della quale nessuno ancora conosce
il contenuto. Perché? Questo video è legato a quelli che verranno ed il
contenuto della scatola ne è il collante.
Etichette: Bergamo, Cantautorato, Folk, Genova, Ila, In palude con ..., Intervista, Le scarpe rosse, Liguria, Lombardia, Pop, the Happy Trees, UncleSingerProduction
7 Commenti:
perché pomodori? :D
Interessante quesito... magari Ila passa di qui e ci svela direttamente il motivo :)
... io intanto continuo l'ascolto, per cercare di capire il motivo, prova anche tu, ora metto il link a spotify, se ti interessa ...
Interessanti gli episodi particolari, e mi piace anche la foto di gruppo, anche se le scarpe rosse che avevo immaginato erano più femminili, come quelle che avevo io una volta ;)
Bella I will wait ma non riesco a individuare il piano suonato male!, e Ho paura.
Male nel senso de Il Nuovo Male ;)
Scherzi a parte, anche per me quelle sono le canzoni migliori ... e ci aggiungerei: L'uomo senza memoria e Diverso.... ma è un disco tutto da ascoltare.
Per quanto riguarda le scarpe rosse, pure io, sentendo il titolo, pensavo a qualcosa di più femminile, laccato ... però anche queste possono andare, anzi, ti possono portare in giro :)
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