IL BLOG DELL'ALLIGATORE
Cultura Rock a 360°
giovedì 3 dicembre 2009
Informazioni personali
- Nome: Alligatore
- Località: Lago di Garda - VR
Critico rock del web. Pacifista integrale. Collaboratore del sito della nota agenda Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
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10 Commenti:
In una modernità caratterizzata da una direzione comunicativa a senso unico, dall’alto al basso, e dall’individualismo che ne deriva si è giunti all’inevitabile annichilimento della piazza come luogo di trasmissione e di esperienza...La rete sembra essere diventata davvero la risposta alla debolezza comunicativa che ogni comunità vive, nel restare isolata dalle altre. Funge da luogo di coordinamento delle iniziative comuni e il computer è ormai lo strumento deocratico per eccellenza!
Scusa il tono pedante ma ci sto prendendo gusto a studiare sociologia delle comunicazioni :)
Purtroppo il 5 Dicembre io non ci sarò a Roma proprio per motivi di studio...
Ciao!
Analisi perfetta Silvia, hai capito cosa intendo con "nessun sogno è interamente sogno"... realtà virtuale e realtà materiale si toccano oggi (ma anche ieri, a pensarci) ... camminerò anche per te.
ero venuto giusto a controllare ......Grida anche per me!!
;-)
@LaMentePersa
Mi dispiace Gio'...vorrà dire che camminerò anche per te.
@ReAnto
Certo, domani splenderà il sole a Roma.
se non dovessi lavorare ci andrei ben volentieri
Chiapperi, dovrò camminare pure per te con la mia bandiera arcobaleno per dire no alla guerra e sì alla Pace; un solo parlamentare (della Svp) ha detto no all'invio di altri militi in guerra ...ops, missione di pace, la chiamano.
Uhm.
Sai quanto mi piacciono le manifestazioni, ma stavolta non mi trovi molto entusiasta per questa del No B-Day. A cominciare dal nome che le è stato dato: la riduzione dell'opposizione e del contrasto a questione puramente personale (anche se dietro a questa persona sono aperti problemi estremamente gravi e ampi) è anch'essa un fattore di degenerazione del linguaggio politico. Sottile, ma a lungo andare rischioso.
Ovviamente condivido i motivi per i quali la giornata è stata organizzata, le richieste di dimissioni, il grado di saturazione raggiunto per i miasmi emanati dalla fogna politica italiana e tutto quanto il resto, ma nel complesso la manifestazione non finisce di convincermi. Sono perplessa, fin dall'inizio mi è sembrato che puzzasse troppo di dipietrata, che si stesse configurando come un di grido di rabbia e come un'espressione di malessere perfettamente legittimi e giusti, ma un po' fine a sè stessi.
La piazza mi sta dando l'impressione, in questo caso, di essere poco più che un momento di sfogo. Utile nell'urgenza, perchè quando la misura è colma è vitale esprimersi ed esporsi, anche con un pizzico di esibizionismo, ma non veramente costruttivo nel tempo. Cosa facevano i promotori del No B-Day prima di questo 5 dicembre? Cosa hanno intenzione di fare dopo? Cosa si aspettano dalle 500.000 mila persona in piazza oggi? Questo sinceramente non l'ho capito. La frase che apre il loro appello ("A noi non interessa cosa accade se si dimette Berlusconi") ha un significato nascosto che secondo me sarebbe stato bene chiarire subito: l'incertezza dell'evoluzione della situazione, con un pd che è meglio lasciar perdere e una sinistra che versa nelle condizioni che sappiamo, non può e non deve essere una giustificazione del fatto che Berlusconi sia ancora al suo posto, ma non va ignorata. Qualcosa bisogna pur pensare di costruire, dopo, e proposte decise in questo senso non mi è parso di sentirne.
A dirla tutta ("mi scusi Alligatore, -e Gaber per la citazione- ormai ne ho dette tante" :)) anche la storia e l'esaltazione della nascita spontanea del movimento dalla rete e dai blog di comunissimi cittadini, senza manovre di partiti o personaggi ingombranti alle spalle, mi lascia dubbiosa.
Sono tutte impressioni. Aspetto le tue osservazioni fresche fresche da Roma.
Intanto ti auguro buon proseguimento, e mi raccomando, sventola alta la tua bandiera arcobaleno. Su quei colori, a prescindere dal contorno e dal contesto, sarò sempre d'accordo. :)
@Ross
Un bel commento complesso e articolato il tuo, che merita una risposta altrettanto complessa e articolata (non succede spesso nei post).
1. Sul nome dato alla manifestazione mi trovi d'accordo.Non bisogna mai personalizzare la lotta politica, sia in positivo che in negativo. Questa degenerazione del linguaggio ha fatto molti danni, tanto che abbiamo troppi partiti di persone, partiti del tal leader e pochi, pochissimi, di idee; è la logica del maggioritario, sistema elettorale che ha causato un sacco di danni alla nostra democrazia.
2. La piazza non era dipietrista. C'erano molte bandiere del suo partito, questo è vero, come moltissime erano quelle rosse del Prc, ma anche del Pdci, del Partito comunista dei lavoratori, di Sinistra Critica, di Sinistra e Libertà, dei Verdi. Pochissime quelle del Pd. La piazza, nelle bandiere, negli slogan, nelle storie era molto di sinistra.
3.Il Pd deve decidere cosa vuole fare da grande. Vuole la grande coalizione come la Spd tedesca? Conosciamo tutti la sua fine.
La sinistra d'alternativa mi sembra in buona salute. Molti giovani sventolavano bandiere rosse, accanto a quelle viola, oppure con un sciarpa viola al collo. Lo stesso giorno della manifestazione è nata La Federazione della Sinistra, qualcosa, restando all'esempio tedesco, che assomiglia a Die Linke; un cantiere aperto, a prima vista un tentativo serio di rinnovarsi senza tagliare le proprie radici, come è avvenuto troppo spesso negli ultimi anni (dalla morte del Pci in poi).
4. Sarò ingenuo, ma a me non è parso di vedere qualcuno dietro al movimento spontaneo di questa manifestazione. Non credo ai verginelli, nel senso che non credo che uno a vent'anni sia puro, senza esperienze politiche (anche non averne, anche disinteressarsene, è fare un tipo di politica), ma per quello che ho visto e letto, chi ha ideato questo NoBDay non era organicamente legato a partiti; forse erano dei delusi, degli ex di qualche partito. Poi alla fine, i partiti che hanno aderito, si sono dati da fare per organizzare i viaggi, in corriera o treno... non hanno ancora inventato il teletrasporto come in Star Trek, nonostante la nascita della Federazione e i gggiovani della Rete scesi in campo.
5.Cosa fare di questo impegno? Cosa fare dopo? Continuare a seguire la politica, a farla, a partecipare attivamente, stando dove più ci piace. Citando sempre Gaber, Libertà è partecipazione. Da questo non ci si scappa.
6.La bandiera arcobaleno con la scritta Pace io l'ho sventolata. Non eravamo in molti, ma altre ne ho trovate lungo il percorso. La manifestazione non era specificatamente per la pace, ma la pace per me deve essere al primo posto in qualsiasi programma di un partito veramente di sinistra, di un partito che voglia rinnovare la politica. Nella Storia è sempre stato così. Un grande uomo di pace, Terzani, amava molto il viola (non solo per le sue origini fiorentine). Magari inconsciamente ha ispirato gli organizzatori della manifestazione.
Ti rispondo anch'io per punti, dove ho qualcosa da aggiungere o replicare.
2. Con il termine "dipietrata" non intendo insinuare che alle origini della giornata o nascosto dietro la sua organizzazione ci fosse lo zampino di Di Pietro, ma mi riferisco allo spirito che soprattutto in principio ho colto nell'appello alla mobilitazione, molto orientato a un modo di fare opposizione urlato, gonfiato, casinista e abbastanza superficiale. Contro Berlusconi, contro il suo governo mafioso e piduista (e va benissimo, per carità), ma non veramente per qualcosa, non ricco di alternative. Queste erano le mie sensazioni prima di sabato. Seguendo la manifestazione e gli interventi via web, devo dire che in parte questa preoccupazione è venuta meno.
3. Sul pd sono d'accordo con te: non c'è molto di cui discutere, finchè il partito stesso non si deciderà a darsi dei contenuti definiti.
Sulla Federazione della Sinistra è presto per pronunciarsi. Certo può essere una buona opportunità per rimettersi in carreggiata, vedremo se e come si saprà sfruttarla. Personalmente preferisco non aspettarmi chissà quali novità. Sono un po' sfiduciata: risento del pessimo clima che si respira nella mia zona, tra oscene ordinanze leghiste, sostegno aperto dei gruppi neofascisti, spinte autoritarie sempre più forti e ignoranza abissale della gente, nel silenzio assoluto di tutti i partiti e le personalità di sinistra locali. I movimenti che si sforzano di resistere in azioni di contrasto si sentono lasciati soli e faticano a inventarsi nuovi metodi di lotta per non morire. Parlo della mia esperienza: nella realtà in cui agisco siamo tutti molto giovani e avremmo bisogno di un gesto di incoraggiamento e di riconoscimento da parte anche dei partiti. C'è un generale esaurimento di forze nell'aria che non mi fa essere molto ottimista. E' un periodo, e so che in quanto tale passerà prima o poi (e so che non deciderò di mollare semplicemente per una brutta fase), ma questa consapevolezza non lo rende meno difficile.
4. Su questo aspetto rimango diffidente e mantengo alcune riserve. Forse è l'abbattimento di cui parlavo poco fa che mi fa dubitare della completa spontaneità e indipendenza dell'iniziativa. Spero di sbagliarmi, perchè la sua auto-organizzazione dal basso sarebbe davvero l'unico significativo elemento di novità del No B-Day.
5. L'epilogo può anche essere questo, con ciascuno che rimane nella posizione che preferisce. Non ci sarebbe nulla di sbagliato. Mi chiedevo solo se i promotori avessero in mente di dare un seguito alla protesta tentando il salto dall'azione isolata al movimento. Non è una domanda polemica eh, me la pongo perchè davvero questo punto non mi è chiaro. Se così dovesse essere però, allora sì che mi verrebbe da storcere il naso: con il No B-Day hanno portato in piazza elementi diversissimi della società, accomunati dall'indignazione e dall'opposizione a Berlusconi e ai suoi sistemi di governo ma complessivamente dispersi, lontani anni luce nella storia e nelle proposte politiche. Ti spiego la mia reticenza con una foto scattata durante il corteo che mi è capitato di vedere sul web (e che non ritrovo, mannaggia a me che non tengo traccia delle scoperte interessanti): due uomini, uno sulla sessantina e uno con meno della metà dei suoi anni, fotografati l'uno accanto all'altro, il primo con sotto il braccio il Manifesto, il secondo con il Fatto. Un'immagine di vicinanza molto bella per certi versi, nella quale però ho avvertito un certo disagio e non poca forzatura.
Insomma, un percorso comune a partire da questa manifestazione mi sembra ben arduo da intraprendere, e mi fa un po' sorridere chi descrive la giornata di sabato come una grande rivoluzione e presa di coscienza per una nuova e rapida ripresa.
Detto questo, aggiungo che è stata una (l'ennesima) carognata la mancata diretta Rai da piazza del Popolo e l'operazione di svalutazione portata avanti da quasi tutte le grosse testate di stampa (per non parlare dei tg: Fede mi ha fatto addirittura più pena del solito).
6. Non ti sei fatto immortalare? Su, non fare il timido, ché tanto non ci crede nessuno. Vogliamo vedere l'Ally per la pace! Ally-Ally-Ally! :D
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