A Complete Unknown e la svolta elettrica di Dylan
A Complete Unknown è un film molto bello e molto importante, in rete fioccano le recensioni a favore (o contro) quindi è il momento di dire la mia. È importante per me, perché legato ai molti temi che sono da sempre girati su queste pagine del blog, e poi anche sui social: anni Sessanta, Musica, Politica, gli Anni della contestazione (che anticipa), Bob Dylan. Di sciuro è molto bello per le tante canzoni proposte, pare cantate dal divo Timothée Chalamet, entrato perfettamente nella parte del menestrello di Duluth. In questo film è protagonista assoluta la musica, le ballate, le prime ballate del Dylan folk, le canzoni di protesta contro i maestri della guerra.
La pellicola diretta da James Mangold racconta la nascita del mito Dylan: l’arrivo al Village, l’incontro all’ospedale con Woody Guthrie, dove conosce anche Pete Seeger. Importante questo ultimo per farlo entrare nel giro dei locali, e poi nei festival folk, dove diventa una star, svecchia il repertorio per poi alla fine tradirlo con la sua svolta elettrica, passando da folk-singer a rockstar. Un tradimento vissuto dalla comunità folk in modo drammatico. Il film finisce con le contestazioni al festival folk di Newport a Bob Dylan, che invece di presentarsi chitarra/voce/armonica sale sul palco con la sua band, chitarra elettrica in mano e volume al massimo. Inevitabili le contestazioni, fischi, tentativi di fermare la sua esibizione, tra Johnny Cash in estasi (un po’macchietta “vai contro il sistema” continua a ripetere) e l’amico Pete Seeger affranto e deluso, nel vano tentativo di calmare gli animi.
La musica, dicevo, gran protagonista, ma non mancano altri temi: il contesto politico e sociale, gli intellettuali contro, la storia di quel periodo mitico, tra la Baia dei Porci e l’assassinio Kennedy, la lotte contro la segregazione razziale, le storie sentimentali di Bob Dylan, legate al contesto politico. In sintesi il film ne racconta due, probabilmente le più importanti, quella con Suze Rotolo (nel film le hanno incomprensibilmente cambiato nome in Sylvie Russo) e quella con Joan Baez. Amore, contesto politico e musica si mescolano inevitabilmente.
Sylvie/Suze è un’attivista per i diritti civili, una donna impegnata come tutta la sua famiglia, oltre ad essere una pittrice. Il secondo disco di Dylan The Freewheelin’ Bob Dylan la vede abbracciata a lui in una strada innevata, una copertina diventata iconica, come alcune delle canzoni racchiuse nell’album. È lei molto importante nel formarlo politicamente, molto di più di quanto la pellicola lasci intuire. Nel film si incontrano in una chiesa, dopo un’esibizione di Dylan. Si frequentano un po’ e poi lui va a vivere nell’appartamento di lei. Sarà un amore molto contrastato, con tradimenti e riappacificazioni. Lei soffrirà molto, in particolare la concorrenza con Joan Baez, talento folk dalla voce inconfondibile, che per un periodo darà vita a un sodalizio musicale e sentimentale con Dylan (importante anche lei nel percorso artistico, nell’introdurlo nell’ambito folk). Si è scritto sulla bellezza dell’attrice che interpreta la Baez (Monica Barbaro), molto più bella dell’originale, alcuni hanno detto. Posso confermare, dicendo però che anche Chalamet si può considerare più affascinante del grande musicista. È un film, è pur sempre un film.
Il lato sentimentale, in parte dovuto a esigenze di copione, è comunque ancorato alla realtà storica e bene o male, emerge l’importanza delle due donne nello sviluppo culturale di Dylan. Sylvie in particolare per la coscienza politica, i diritti civili, le lotte contro la guerra, le tematiche da nuova sinistra. Joan Baez nell’introdurlo nel mondo del folk e nel far passare queste tematiche nelle nuove canzoni folk, cantandole lei stessa.
In questo contesto altra grande figura che emerge è quella di Pete Seeger, interpretato da un Edward Norton in splendida forma. È lui accanto al primo Dylan, che cresce come un figlio, e dal quale poi sarà tradito (anche se è vero, che in uno dei loro primi colloqui, Dylan dice di voler andare oltre la musica folk, e sembra avere fin dall’inizio in testa questa idea). Woody Guthrie è una figura quasi muta, ferma nel letto dell’ospedale, in fin di vita: apprezza da subito Dylan, che a sua volta adora il grande folk-singer con la chitarra kills fascist.
In analisi finale A Complete Unknown è un film importante per la musica e le tante canzoni in esso contenute. Sono uscito dal cinema con queste canzoni dentro la testa e ogni tanto le risento risuonare…
Etichette: Biografie, Bob Dylan, Film, Folk, James Mangold, Joan Baez, Miti, Musica, Newport Folk Festival, Pete Seeger, Recensione, Rock, The Freewheelin', Timothée Chalamet
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