In palude con Durmast
NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Synthwave, Electro, Dance
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL Pirates, Big Lakes
PARTICOLARITA’ Tutto fatto in casa come le migliori marmellate.
CITTA’ Senigallia (An)
DATA DI USCITA 4 Giugno 2021
L’INTERVISTA
Come è nato Alone?
Avevo voglia di ricalcare il mio carattere su musica, cercare di portare Davide Donati aka Durmast ad un livello superiore e introspettivo rispetto ai lavori precedenti. Cosa c’è di più intimo ed autentico di mostrare realmente il proprio carattere senza filtri?
Come mai questo titolo?
Oltre ad averlo realizzato al 100% da solo, è un album incentrato molto sulle sensazioni ed emozioni sia positive che negative conseguenti alla solitudine. Proprio per rimarcare questo senso di solitudine ho deciso di dare ai titoli di ogni traccia con una singola parola.
Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
L’idea iniziale nasce da un sogno ricorrente che faccio da quando sono bambino, in questo sogno sono da solo e mi sveglio in una stanza enorme, vuota e buia. In un angolo una luce, provo a raggiungerla e il sogno si interrompe, ho voluto immaginare un viaggio surreale una volta raggiunta questa luce, trovando spazi e tempi in cui ci sono insidie ad ogni angolo ma anche porti sicuri.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Il brano Trip è stato realizzato in pochissime ore, è molto inusuale perché di solito dedico molto tempo per ogni singolo brano, analizzando attentamente suoni e arrangiamenti. Avevo tutto in testa e sapevo esattamente cosa fare e come farlo, è stato fatto tutto di getto e così è rimasto.
Se Alone fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Togli pure il il “fosse”, Alone è un album incentrato sullo saper stare soli in tutte le condizioni. Analizzarsi interiormente in questa solitudine, assaporarne i momenti belli e quelli brutti, cogliere l’assenza di vincoli e la conseguente libertà, il tutto non in maniera fisica ma intellettuale.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fieri dell’intero
album? … quello più da live?
Oltre a Trip che come dicevo è stato realizzato con una semplicità e naturalezza unica, sono molto affezionato a Seer (La Magia) perché rispecchia molto la mia passione per la visione di televendite e spot di presunti maghi e/o cartomanti che si offrono, tramite pagamento, di risolvere i tuoi problemi e predire il futuro... ah la magia!
Come è stato produrre Alone? Chi più vicino?
Sicuramente un divertimento, accompagnato da tanta costanza, tenacia e passione. È una bella soddisfazione ascoltarlo e ripercorrere le emozioni racchiuse al suo interno. Un ringraziamento speciale a Invell che ha suonato la sua chitarra per Lighthouse e a Nicola Fantozzi per aver fatto il mastering del disco.
Copertina geometrica, fantascientifica, strana … Come è nata? Chi è l’autore?
La copertina è stata realizzata da Ovov (vedi qui), che è riuscito a cogliere l’essenza del disco utilizzando i colori delle sonorità elettroniche anni Ottanta/Novanta, e racchiudendo in maniera grafica il viaggio in solitudine.
Come presenti dal vivo il disco?
Per adesso non è stato mai presentato dal vivo, mi piacerebbe molto e vorrei che succedesse presto, però purtroppo finora non ci sono state le condizioni per suonarlo live, incrocio le dita per il futuro.
Altro da dichiarare…
Quando pensi di essere solo in realtà è perché sei veramente solo.
Etichette: Alone, Ancona, Big Lakes, Dance, Durmast, Electro, In palude con ..., Intervista, Marche, Ovov, Pirates, Senigallia, Synthwave
8 Commenti:
Mi è piaciuto subito Dumast, per la sua musica, l'immediatezza del messaggio, l'ironia ... l'ho fatto partire nel lettore cd ed è stata piena empatica.
... anche se il "messaggio" sulla solitudine in questo momento non mi garba (ma forse a livello psicologico, sono ascoltando la musica sì).
Elettronica sofisticata, elettronica semplice e diretta, cristallina, che ti entra dentro e fa ballare il cervello.
Preferite? Tutte... ma per non sfuggire alla domanda che mi sono fatto: Seer (La Magia), per la magia (sì, ovvio) e il suono potente e l'ironia senza cattiveria (senza salire in cattedra, come va di moda oggi, e dire: io sono intelligenti e voi no!).
E poi Reef con quel ritmo che sale, vagamente orientale, vagamente Thievery Corporation ...
E poi Motorsport, che sembra un classico della dance elettronica anni Ottanta/Novanta. Si passa dall'avere caldo a brividi... sì, sì, Motorsport...
...e poi Low pezzo dai movimenti sinuosi, per una chiusura in modo molto mistico e sensuale, quasi con dei movimenti di yoga.
Un disco di quelli che mi piace far partire e poi ripartire per ora ... mantrico. Bravo Durmast.
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