Una
genesi da spiaggia... di quando contempli il rollio delle onde e aspetti quel
momento magico in cui è tutto perfetto.
Come mai questo titolo? Cosa vuole dire? …
Nel disco
c’è una frase che recita “la solita vecchia storia di quando hai sete di
deserto e inizi a bere sabbia”. E’ stata scritta da Max Guidetti, amico e
collaboratore che ha prestato la voce in due brani del disco. Abbiamo preso
quel concetto e, giocando di sponda, l’abbiamo asciugato in un ossimoro che
richiama il concetto di mare parlando di sabbia. Inoltre ci piace l’idea che il
titolo sia stratificato e dunque “leggibile” in molti modi diversi.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
Avevamo
qualche pezzo scritto in fase embrionale e qualche solida idea di intreccio
musicale: bozze che avevamo collezionato nei nostri cassetti prima ancora di
metterci al lavoro.
Nel
cominciare a vedere le potenzialità di un futuro disco abbiamo identificato e
scritto i testi, stratificando poi idee e collaborazioni che hanno lentamente
plasmato la forma definitiva. In ultimo abbiamo ripreso un paio di pezzi che
già erano “formati” (Girasoli Olandesi
e Sale) e li abbiamo rimessi in gioco
con lo stesso spirito. In ogni caso, nel giro di tre anni, i pezzi hanno
attraversato molte “forme”: gli arrangiamenti e i testi sono stati scritti e
riscritti molte volte, mentre noi continuavamo a cercare le chiavi di lettura. È
stato un vero e proprio percorso fatto di strade prese e poi abbandonate, di
soste, di riflessioni e di scelte che non sono state mai “definitive” fino
all’ultimo.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione del disco?
Bond: Durante la lavorazione di Girasoli Olandesi (batteria/chitarra/voce in presa diretta) ci urlavamo
in cuffia cose tipo...”è una bomba vez”... Classica espressione bolognese che
esce dalle viscere quando senti che qualcosa sta davvero funzionando, e quindi
sei al massimo della carica emotiva.
Ubba: in tre anni ne sono successe di cose... di sicuro
non dimenticherò mai la sera in cui Daniel e Sasà sono venuti a registrare i
fiati... un momento magico, seguito poi da un grande dispiacere (Daniel Cau è
scomparso qualche settimana prima dell’uscita del disco). Poi ci sono tante
piccole dinamiche “buffe” che oramai io e il Bond abbiamo tra di noi...avendo
un umorismo surreale molto affine ci divertiamo molto insieme. Se tu capitassi
durante una delle nostre sessioni, probabilmente, ti chiederesti “perché questi
due imbecilli stanno discutendo da due ore su come si sbucciano i pistacchi?”.
Se fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo
il fosse?
Sì certo...
Per certi versi toglierei il “fosse”. Contiene alcuni riferimenti sparsi,
ricollegabili a tutta la musica in genere (intesa come pozzo da cui tutti
beviamo). però è decisamente “imprendibile” nel senso che sfugge fuori dagli
schemi che è una bellezza! La particolarità è ascoltarlo tutto... un’esperienza
caleidoscopica.
Il
concept è sottocutaneo, tra le righe dei testi, nello scorrere anche solo la
tracklist, nel sentire gli elementi che ritornano a portare una chiara unità di
intenzione del lavoro nel suo insieme.
Il primo
strato di concept riguarda l’acqua... il mare... il bello del mare è che dentro
ci può nuotare qualsiasi cosa, e probabilmente ci puoi vedere qualsiasi cosa.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del
quale andate più fieri di Mangiasabbia?
… che vi piace di più fare live?
Andiamo
molto fieri di tutto il lavoro. Forse singolarmente siamo più affezionati
all’uno o all’altro aspetto, o dettaglio, o ricordo. Crediamo che si possa dire
che se mancasse un elemento qualsiasi di questo disco, tutto perderebbe di
valore emotivo. Di conseguenza un brano da solo non rappresenta un picco di
soddisfazione in particolare. La scelta del singolo è stata molto difficile
anche per questo motivo.
Il live
lo stavamo preparando, poi ci siamo detti “ma no dai, stiamo un po’ a casa” :-)
Il disco è autoprodotto, cosa vuol dire?
Autoprodursi
significa produrre dischi con la più totale indipendenza creativa, il che riteniamo
sia il requisito fondamentale se si vuole anche solo provare a fare qualcosa di
originale e importante. Non è facile, bisogna avere competenze in tutti i
settori (per fortuna il Bond oltre ad essere un musicista è fonico). Comunque,
la motivazione che ti spinge è tutto. Noi ad esempio pensiamo che esista il
mondo dello spettacolo (o della “discografia”) e poi esistono gli artisti e,
come in tutte le cose, bisogna scegliere dove stare. Avendo entrambi altre
professioni, ci guadagniamo ogni giorno il vantaggio di non essere
economicamente dipendenti dai dischi che produciamo... quindi non solo non
abbiamo interesse a seguire le tendenze, ma non ne abbiamo nemmeno il bisogno...
anzi, se fare dischi significasse per forza andare dove tira il vento non li faremmo
proprio. La libertà creativa è il motivo che ci spinge a fare dischi.
Copertina molto vacanziera (e oggi, forse nostalgica). Come è nata? Chi
l’autore?
L’autore
della foto è Davide Merighi e la storia che c’è dietro è davvero buffa. Mi sono
trovato questa vecchia foto sul rullino del mio telefono e mi sono subito reso
conto che sarebbe stata perfetta. L’ho mostrata al Bond e lui era d’accordo... ma
non sapevo da dove l’avessi presa perciò ho iniziato a cercarne l’autore. Ci ho
messo due mesi perché non riuscivo a trovarne traccia, poi finalmente ci sono
riuscito, l’ho contattato e gli ho detto “la tua foto è un capolavoro, vogliamo
usarla come copertina del disco” e lui ha accettato. Siamo molto contenti
perché è una foto davvero straordinaria.
Come presentate dal vivo il disco?
In questo
momento è un po’ difficile riferirsi a un “dal vivo”... e il brutto è che non
sappiamo per quanto tempo. Fino a poco tempo avevamo iniziato a mettere mano al
lavoro live con gli elementi fondanti (batteria, basso, chitarra, tastiere e
voci) lasciando in backtracks le altre cose.
Nella
preparazione finale ci piacerebbe che fosse suonato quasi del tutto, quindi con
una band che includa anche i fiati per esempio. Vedremo come, dove e quando
sarà possibile farlo.
Altro da dichiarare?
Vorremmo
svelarti tutti i segreti per sbucciare i pistacchi, ma ci vorrebbero ORE! :-)
Ubba Bond, duo scanzonato made in Bologna, con questa copertina, che oggi sembra irridente, ma forse lo era già prima, pensata mesi fa ... sicuramente nostalgica.
Molto, forse ancora di più, Temporale, pezzo dal gran ritmo, stile Blues Brothers, per un quasi strumentale che descrive bene l'arrivo di un temporale come da titolo si può capire ...
Mi stavo dimenticando del gioiellino Girasoli olandesi: cantautorato pop classico, musica italiana tra il Dalla e il De Gregori più scanzonato. Organetto magico, fiati a perdere, gran ritmo e testo a tratti surreale ... finale virtuosistico.
Ma anche Piove il mondo, gran finale di pop-rock cantautorale ballabile, con chitarra gajarda ancora protagonista, dalla-style con le tastiere a dare il ritmo...
Insomma, sono molto indeciso, mi piace tutto, tanto che adesso lo faccio ripartira in cuffia a palla (anche se Elle dice che mi fa male), No scherzo dai, ci tengo alle orecchie, lo faccio partire nella stanza e ci accompagnerà mentre pranziamo.
Critico rock del web. Pacifista integrale.
Collaboratore del sito della nota agenda
Smemoranda dalla lontana estate del 2003 e del Frigidaire cartaceo dall'autunno 2009. Dall'aprile 2017 collabora anche con Il Nuovo Male, e dall'estate del 2017 con il portale I Think Magazine, dall'autunno 2018 con MeLoLeggo.it. A gennaio 2018 fonda con Elle il sito L'ORTO DI ELLE E ALLI . Metà veneto, metà altoatesino (la mamma è dello stesso paese di Lilli Gruber), è nato nei primi anni Settanta, il giorno del compleanno di Jack Kerouac.
10 Commenti:
Ubba Bond, duo scanzonato made in Bologna, con questa copertina, che oggi sembra irridente, ma forse lo era già prima, pensata mesi fa ... sicuramente nostalgica.
Come i pezzi contenuti nel disco, dodici pezzi di ironico cantautorato nostalgico, diverto/divertente ...
Così divertente che mi è difficile dirvi le mie preferite, sono tutte molto vibranti e interessanti.
Anche se mi piace molto il pezzo intitolato Bob, pezzo estivo, con il giusto ritmo e un sound di rock da balera tra la Via Emilia e il West.
Molto, forse ancora di più, Temporale, pezzo dal gran ritmo, stile Blues Brothers, per un quasi strumentale che descrive bene l'arrivo di un temporale come da titolo si può capire ...
Mi stavo dimenticando del gioiellino Girasoli olandesi: cantautorato pop classico, musica italiana tra il Dalla e il De Gregori più scanzonato. Organetto magico, fiati a perdere, gran ritmo e testo a tratti surreale ... finale virtuosistico.
Forse è questo il mio pezzo preferito.
Ma anche Piove il mondo, gran finale di pop-rock cantautorale ballabile, con chitarra gajarda ancora protagonista, dalla-style con le tastiere a dare il ritmo...
Insomma, sono molto indeciso, mi piace tutto, tanto che adesso lo faccio ripartira in cuffia a palla (anche se Elle dice che mi fa male),
No scherzo dai, ci tengo alle orecchie, lo faccio partire nella stanza e ci accompagnerà mentre pranziamo.
Ottimo pranzo oggi ;)
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