NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE – ballabile senza preoccupazioni
LABEL – La Famosa Etichetta Trovarobato
PARTICOLARITA’ - l'album è dedicato allo sfinimento
che non finisce mai
CITTA’
- Pesaro
DATA
DI USCITA –
05/10/2018
L’INTERVISTA
Come
è nato Discoteca Rock?
Questo
album è stato concepito con cura: tutte le fasi sono state eseguite secondo
quanto previsto dalle buone regole per la nascita di un album, a cui abbiamo
aderito con l'entusiasmo proprio di chi finora si è sempre mosso seguendo i
lampi nella testa e le eccitazioni epidermiche e quindi irrinunciabili. Questa
volta ci siamo detti: ma perché non fare le cose come dicono che devono essere
fatte? Chi lo dice avrà pure una buona ragione per dirlo! E cosa siamo noi per
fare diversamente?! E così, con calma e sorrisi, ci siamo messi al lavoro.
Perché questo titolo?
Discoteca Rock è un omaggio affettuoso ad un ambiente
sonoro ed umano, che tende a non esistere più. Un luogo dove si ballava
seguendo la successione di canzoni, che potevano essere rock, pop, lievemente
elettroniche ..., eccitandosi per quelle conosciute e stupendosi per quelle
scoperte all'improvviso. L'album rappresenta, di questa esperienza, il momento
finale, quasi l'alba, un po' di puzza di fumo addosso, la testa rimbombata, la
voglia di non finirla mai, la ricerca di uno sgabello, il movimento a
ciondoloni, l'esaltazione improvvisa che magari ti porta pure a farti male, i
saluti che non finiscono mai. E' uno stato esistenziale, che evidentemente
rappresenta lo stato normale della vita quotidiana.
Come è stata la genesi del disco,
dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Abbiamo seguito un percorso lineare e laborioso:
composizione dei brani, registrazioni per una preproduzione da proporre ad
alcune etichette, registrazione definitiva, mixaggio, masterizzazione,
confezionamento. Ogni fase rappresentava lo specchio raffinato della precedente
e l'obiettivo diventava sempre più vicino ed abbagliante. Ci guardavamo negli
occhi, consapevoli di maneggiare la materia di cui sono fatte le stelle.
Indossavamo occhiali scuri. Le ante della finestra sempre socchiuse.
Qualche episodio che è rimasto
nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Abbiamo registrato le parti strumentali a Mestre, in
un locale che avevamo a disposizione (e grazie a Marco Sacca sempre!). Tutte le
notti sentivamo le sirene della laguna di Venezia che ci chiamavano. Una sera,
stanchi di provare e riprovare una canzone che non ci veniva come volevamo,
siamo usciti a cercarle. Non le abbiamo trovate e siamo andati a Padova.
Interessante anche la storia della registrazione di Discoteca Rock, la canzone che ha il
titolo dell'album: una traccia di batteria, suonata con enfasi e precisione e
coraggio, che viene poi sepolta da una pulsazione gommosa che ti trasforma in
gabbiano. Ecco, in fase di lavorazione abbiamo scoperto che, se provi con una
cannuccia a succhiare le parti di tastiera e chitarra, queste spariscono e tu
ti senti un po' gonfio, ma felice. Tutti i musicisti dovrebbero provare questa
esperienza, davvero.
Se Discoteca Rock fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il
fosse?
Infatti è un concept
album sull'impossibilità di concepire qualcosa di unitario, perché la
realtà è fortunatamente dispersione, disequilibrio e discoteca.
C’è qualche pezzo che preferite?
Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di
più fare live?
E' una domanda difficilissima ... ogni canzone ci
guarda, mentre rispondiamo, sperando di essere nominata. Sudano, si
accapigliano, spingono. Si tirano i capelli, si mordono i polpacci. Facci
allora gridare che vogliamo bene a tutte e che le suoneremo dal vivo tutte,
felici di farlo.
Come
è stato produrre Discoteca Rock? Chi
avete avuto più vicino, dal punto di vista produttivo?
La
produzione è stata professionalmente condotta da Michael Camillas e Alessandro
Gobbi. Hanno provveduto loro a mettere ben bene in fila suoni, voci, effetti,
arrangiamenti...durante un lavoro collettivo di composizione e scelta. Con loro
si lavora benissimo. Ve li consigliamo senza paura di essere delusi. Anzi.
Copertina da “Discoteca Rock”,
forse un po’ punk ... come è nata? Di chi è opera?
La copertina è uno scatto originale di Mirko Spino,
capo di Wallace Records: una mattina in Germania, cercando un bar dove fare
colazione, si è trovato, attorno al suo cappuccino, i resti sfibrati di umani
che ancora ballavano dalla notte precedente, retroilluminati da un giorno che
spaccava le finestre, e benedetti da una lucina rossa, instancabile, che ancora
brillava in faccia ad una palla di vetrini. Ce l'ha regalata, perché è un
tesoro.
Come presentate dal vivo il
disco?
Puntiamo molto sull'impatto corporeo. Volumi di suoni
che smuovano muscoli ed arti. Avremo con noi anche un bassista, Theodore
Camillas, giovane e scintillante. Il tour, iniziato a Lugano il 13 ottobre, si
chiama Festa e Sangue, che è la
sintesi di quello che si diceva sopra: il rovesciamento delle cose fa parte
delle cose.
Altro da dichiarare?
Ci teniamo a ringraziare tutti e tutte quelle che ci
hanno accompagnato in questo percorso. Ciascuno sa chi è. Non ve lo dite fra di
voi.
Etichette: Alternative, Discoteca Rock, Germania, I Camillas, In palude con ..., Intervista, La famosa etichetta Trovarobato, Marche, Mirko Spino, Pesaro, Pop, Rock, Wallace Records
14 Commenti:
Grande musica questa sera, con I Camillas, graditi ospiti in palude.
Guardate che belli che sono ... ma il disco ancora di più.
Discoteca Rock, un disco costituito da 18 canzoni, una più bella delle altre, ognuna con una specificità, toccando generi diversi.
Sempre divertendosi e divertendo .... con generi diversi, lingue diverse, strumentali e cover di tutto rispetto.
Qui siamo veramente conquistati dal disco, tanto da non riuscire a dire quale pezzo ... direi tutti.
Potrei dirvi Busto perché è la prima. Strumentale con piacevole elettronica il minimog del tastierista de Le Orme Tony Pagliuca.
Potrei dirvi D'occhio gigante pop divertente psicomagico, che smuove corpo e mente, o potrei dirvi Sbranato , con tromba gioiosa e liberatoria con un testo surreale quanto divertente.
.... e siamo solo ai primi tre pezzi.
Allora vi cito il quarto, Motorock brano dal gran pezzo, un testo intelligente e l'incredibile vocalizzo finale di Valeria Sturba (Ooopopoiooo)
Vi dico il quinto? Fresco pezzo voce/chitarra per un cantautorato surreale, post-punk con la tromba che ancora fa la sua porca figura ...
Tutti, veramente tutti e 18 i pezzi conquistano, con ironia e intelligenza ...
Tra le mie preferite, citerei ancora: Jazz a Misano (scoppiettante e surreale), Errore romantico (giocattolosa e con un testo che in-canta), El mito (rock latino cantato in spagnolo), L'anca(surreale francescosalviana e dal ritmo incedibile), Dracula (sfacciatamente elettronica), Nananana (rock liberatario, semplice e diretto sigla di Colorado, trasmissione tv).
La macchina dell'amore pezzo conclusivo, così solenne, strumentale elettrificato che è un piacere ascoltare e quindi rifacciamo partire il cd.
Buonanotte a tutti.
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