NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE
Rock
LABEL
Phonarchia Dischi
PARTICOLARITA’
Contemporaneo
CITTA’:
Montecastelli Pisano (PI)
DATA
DI USCITA: 13-10-2017
Come
è nato Giù la testa?
“Giù la testa” è nato dopo un percorso
lungo di ricerca.
Avevamo bisogno di uscire dai nostri
territori, dalla nostra campagna, per andare ad abbracciare delle tematiche più
attuali, più contemporanee.
Perché questo titolo? … omaggio dichiarato a quel capolavoro di Sergio Leone.
Volevamo continuare ad utilizzare
la scia cinematografica perché rispecchia uno stile che secondo noi valorizza
tutte le canzoni.
“Giù la testa” è un film che
parla dell'amore verso il proprio paese ma anche della paura nel metterlo in
pratica. Forse Leone voleva suggerire le basi su cui costruire una rivoluzione
partendo appunto dai sentimenti semplici ovvero quelli che legano un popolo.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla
sua realizzazione finale?
Ci
siamo guardati intorno, dentro il web, abbiamo sentito e ascoltato opinioni
diverse e alla fine abbiamo scelto una serie di canzoni che guardassero la
realtà in faccia ed abbiamo trovato due sentimenti: la paura e l'amore.
Abbiamo
collaborato con diversi autori, alla ricerca di una visione più ampia e più
simile alle idee comuni che avevamo.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione del disco?
Durante le registrazioni abbiamo
avuto l'onore di conoscere Thomas Newton, un armonicista di Cuneo fenomenale.
Da quei giorni è nata una collaborazione ed ora è entrato a tutti gli effetti
nella band.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? …
tolgo il fosse?
L'album è un insieme di canzoni,
tra di loro ci deve essere un legame. Mano nella mano le canzoni prendono forza
e imparano a comunicare.
E' un concept album che venera
l'amore in opposizione all'odio.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del
quale andate più fieri dell’intero album? … che vi piace di più fare live?
Ogni canzone parla da sé, ma “Giù
la testa” (la quarta del disco) è sicuramente il lavoro più riuscito.
Come è stato a livello produttivo fare il cd? Vedo
schierate le stesse, o quasi, belle realtà produttive del vostro disco
precedente, a partire da Phonarchia Dischi …
Abbiamo
continuato a collaborare con Phonarchia Dischi e Nicola Baronti per le idee che
ci aveva proposto e per il metodo “vintage” che impone. Ne nasce un rapporto di
“amore e odio” che ha alimentato tutto il disco.
Se
non ci fosse stato questo metodo di produzione: questo disco non avrebbe mai
visto la luce.
Copertina originale, come tutto il progetto
grafico. Come è nata e di chi è opera?
La copertina è stato il lavoro
più difficile.
Abbiamo cambiato una serie di
grafici, abbiamo per questo fatto uscire il disco più in là di quando realmente
doveva vedere le stampe.
Le idee erano tante ma
praticamente tutte difficilmente realizzabili, a quel punto abbiamo dato carta
bianca ad un giovane e talentuoso artista che vive a Torino, si chiama Stefano
Allisiardi (https://www.facebook.com/allisiardiarte/) che
con molta pazienza e tanta china, ha trasformato un foglio bianco nella
copertina di “Giù la testa”.
Come presentate dal vivo questo album?
Altro da dichiarare?
"La
rivoluzione non è un pranzo di gala, non è un opera letteraria, un disegno, un ricamo.
La rivoluzione è un’insurrezione, è un atto di violenza con il quale una classe
ne rovescia un’altra." (Mao Zedong)
GIU
LA TESTA! Coglione!
Etichette: Deposito Pontecorvo, Etruschi From Lakota, Giù la testa, In palude con ..., Intervista, Mao, Montecastelli Pisano, Phonarchia Dischi, Pisa, Promorama, Rock, Ronzinante Booking, Sergio Leone, Toscana, Zedong
12 Commenti:
Gran ritorno in palude degli Etruschi From Lakota, con questo disco che rende esplicito omaggio al film di Sergio Leone.
Un omaggio etico quanto estetico, dalla copertina con i diseredati della terra in primo piano e l’artwork vintage, con cd rosso, arancio, giallo, il titolo scritto a caratteri giganti all'interno del cartonato e la celebre frase di Mao Tse Tung sulla rivoluzione (la stessa che apriva il film di Sergio Leone) nell'ultima pagina del libretto (che è pure rosso, ma anche arancio e giallo, per dirla tutta).
E poi le canzoni: nove pezzi spacca-coda, una più divertente e scatenta dell'altra.
Eurocirco apre in modo forte: un rock che spacca, fatto di chitarre elettriche, un gran ritmo e parole di fuoco sul’Europa dei “prestigiatori dell’economia”, tra "vecchi valori e il nuovo che avanza" e un "camion contromano, che fa irruzione dentro l'Eurocirco" ... dura, durissima.
Giochi di parole e gran ritmo che proseguono con Bibidi Bobidi Bu, pezzo dinamico e coinvolgente e con Stivale, entusiastico rock di contestazione con l’Italia in primo piano.
Giù la testa diventa attuale, tra citazioni morriconiane e suoni strani da autentico rock-spaghetti.
Da citare assolutamente Quando vedo te, pezzo psichedelico e sexy come solo loro sanno fare, Coito Ergo Sum, esplicito blues sporco (in tutti i sensi) dal gran ritmo e Jimi, geniale e sarcastico omaggio a Jimi Hendrix.
Viva l’amore, pazza ballatona folk-rock, chiude con ironia e ottimismo coinvolgenti: l’amore può battere la paura e l’odio di questi giorni infami.
Un messaggio da ascoltare, come tutto il disco. A volume altissimo, mi raccomando.
Giù la testa, su il volume!
Volume al massimo anche per me. Con calma arrivo a dire le mie, sto perdendo colpi, Alli! Mi piacciono tutte, ma estraggo come preferite Eurocirco, un'ottima apertura del disco, Stivale andante calpestante, Giù la testa che mi coinvolge e trascina via, Quando vedo te sensuale e.. bo, Viva l'amore rommanticca che mi esce di testa viva l'amoree!
Bentornati Etruschi!
Ah, ah, ah, ero, vero Viva l'amore, resta più di tutte, ma tutto il disco è da ascoltare a partire da quelle che hai citato tu.
... viva l'amoreee!
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