domenica 19 febbraio 2017

In palude con Maurizio Marsico


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Italo Disco – New Wave – Art Rock – Synth Pop
DOVE ASCOLTARLO dal vivo
LABEL Spittle Records
PARTICOLARITA’ Anni ‘80
CITTA’: Milano
DATA DI USCITA 31/01/17

L’INTERVISTA
Come è nato “The Sunny Side of the Dark Side”? 
L’idea di una raccolta/retrospettiva di miei brani editi e inediti che ripercorressero tutto il decennio degli anni ’80 è scaturita in un certo senso all’unisono da me, da Christian Zingales (che ha selezionato la tracklist e mi ha aiutato un po’ in tutto) e dal discografico Simone Fringuelli (Spittle Records/Good Fellas). Una triangolazione felice, all’insegna della stima reciproca e della più piena collaborazione.
Perché questo titolo? Perché questo omaggio agli anni ‘80? … oggi?
Abbiamo, in un certo senso, voluto sottolineare, in modo chiaramente ironico, il mio personale contributo alla scena musicale di quegli anni, al di là degli stereotipi di generi e generazioni, credo che il mio di fare musica fosse ed ancora è, contrassegnato da una forte componente solare e divertita.  Si può sperimentare a trecentosessanta gradi in modo serio, senza per questo diventare seriosi o cupi,  e al tempo stesso ci si può divertire facendolo, senza essere necessariamente teatrali, comici o parodistici. Non è necessario macerarsi nella sofferenza per dare maggior credito al proprio lavoro e la trasgressione a volte può essere accompagnata da un sorriso folle e beffardo. Qualcuno in fondo pensa che io quando ho registrato queste cose fossi avanti anni luce rispetto ad altri miei coetanei e forse ha ragione. Basta farsi una rapida panoramica del sound più attuale per scorgere in nuce nei miei lavori, dei precedenti sebbene non illustri e nemmeno tanto noti. Avrei potuto intitolarlo The Sunny Side of the Street in The Dark Side of the Moon ma diventava troppo lungo oppure C’era una volta una fanciulla del West ma non volevo scomodare allo stesso tempo Morricone e Puccini. Credo che alla fine il titolo scelto sia calzante. Tu cosa ne pensi?
Qualche episodio rimasto nella memoria durante i tuoi anni ‘80? Personale e/o storico.
Ce ne sono talmente tanti che molto probabilmente andranno a comporre una biografia di prossima pubblicazione. Ma non solo nel decennio di cui sopra, l’ultimo mi è capitato ieri.
Scherzi a parte, nel corso della vita, mi è capitato di incontrare, lavorare, giocare, con persone come (così in disordine sparso): Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini, Massimo Mattioli, Keith Haring, Jean Michel Basquiat, Alessandro Mendini, Massimo Giacon, Steve Piccolo, Rhys Chatham, Giulio Capiozzo, I Righeira, Anthony Braxton, Oliviero Toscani, Armando Testa, Giorgio Gaslini, Serena Dandini, Guido Mazzon, Tommaso Leddi, Sylvano Bussotti …Ti lascio immaginare quindi quante storie ci possano essere, musicali e non, che mi abbiamo visto sia tra i testimoni che tra i protagonisti di momenti decisamente epocali.    
Come sono stati scelti i pezzi da mettere nel disco? Hai dovuto escluderne qualcuno?
Mi sono fidato ciecamente del gusto e della competenza di Zingales. Tra l’altro ha messo in rilievo una componente che io stesso sottovalutavo: l’utilizzo della voce. Sempre fuori dalle righe, sempre modificata, artefatta, trasformata. Il giornale Wire le ha definite eiaculazioni vocali.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? Sono affezionato a tutti e diciannove, come si amano i propri figli anche quelli che non hanno tutte le rotelle a posto.
Copertina e lavoro grafico di autentico culto. La foto della copertina, le altre di altri tuoi dischi all’interno, le foto nel libretto, con un sacco di disegni di quel periodo … chi ha curato tutto? Sei soddisfatto, anche a livello grafico, di The Sunny Side of the Dark Side?
Impaginazione e lay out grafico è opera di Avio Musetti che tra l’altro è anche musicista e i materiali interni vantano le firme di Liberatore, Tamburini, Mattioli e di illustrissimi fotografi. La supervisione del tutto, come ti dicevo prima, è stata fatta da Simone, Christian e da me.
Come e dove hai presentato/presenterai l’album? …
Radio, Club e ovunque capiterà … è freschissimo di stampa. Sicuramente farò un concerto totalmente elettronico venerdì 26 maggio ore 20,30 presso l’auditorium della Camera del Lavoro di Milano. Se tu e gli amici milanesi del tuo blog ci sarete mi farà un enorme piacere.
Altro da dichiarare?
C’è vita oltre Sanremo.

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25 Commenti:

Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:44 , Blogger Alligatore ha detto...

Autentico disco di culto, anzi, personaggio di autentico di culto, che ho l'onore di ospitare in palude. Il lato artistico-musicale più forte e vero degli anni '80, qui a presentare un disco che raccoglie molto di quello che ha musicalmente fatto ...

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:44 , Blogger Alligatore ha detto...

19 pezzi, sì diciannove pezzi, uno più sorprendente dell'altro, con chicche che si pensavano perse.

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:45 , Blogger Alligatore ha detto...

Tra quelle che mi hanno colpito di più, cito "Tongue in Cheek Giulia", anni '80 ripensando ai '60, pezzo spezza-cuori da film di criminali, tipo il Lynch di "Velluto Blu". Scritta da Stefano Tamburini e uscita in un EP su Frigidaire.

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:45 , Blogger Alligatore ha detto...

Come sono forti i pezzi pubblicati con il trio Fontana, per esempio "Ta Ki Ta" e "Ka Ma Ti", tastierine per u rock elettrico, con versi maori, e "Silver Surfin", nostalgico rock, quasi da musicarello di ritorno.

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:46 , Blogger Alligatore ha detto...

Grande anche "Rap'n'Roll" a nome Frisk The Frog dal gran ritmo (il pezzo, scritto è stato scritto da Mattioli, che su Frigidaire ne curò anche una versione a fumetti), "Baby Blue" a nome Soul Boy, disco implacabilmente anni '80, con le tastierine di quel tempo, il ritmo, le vocine ...

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:49 , Blogger Alligatore ha detto...

Apprezzabile anche da chi, come me, odia gli anni '80 ... perché ne rappresenta il lato più spinto e creativo, allo stesso tempo il lato oscuro dei solari anni dell'effimero, oppure il lato colorato di un decennio in verità buio.

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:51 , Blogger Alligatore ha detto...

Come del resto la copertina lascia intendere: rosso fuoco, con il Marsico a mordere, anzi, divorare, un vecchio vinile (che allora non era per niente vecchio), vestito come un teppista anni '50 uscito da una puntata di Happy Days.

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 00:52 , Blogger Alligatore ha detto...

Questo il senso del disco, questo il senso del titolo ... almeno per me :)
Grazie a Maurizio per essere passato in palude.

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 08:42 , Blogger Maurizio M. ha detto...

Ciao Alligatore, mica male stare in palude con voi
Monofonic

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 10:23 , Blogger Alligatore ha detto...

Benvenuto in palude tigre!

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 10:24 , Blogger Alligatore ha detto...

Ah, ah, ah ... direi perfetto!

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 18:48 , Blogger Unknown ha detto...

Ascoltare The sunny side of the Dark Side è un'esperienza assai particolare.
Da un album di solito ci si aspetta una sorta di trama che può essere legata ad una ricerca sonora o al bisogno di comunicare attraverso i testi.
Qui invece ci troviamo di fronte ad un formula assai diversa. La trama di questo album va oltre la dicotomia musica-testo, perchè l'unica trama possibile è il percorso artistico di Maurizio Marsico.
L'album musicale si trasforma così in una sorta di album fotografico. Uno di quei volumi che di solito custodiamo assai gelosamente dentro mobili chiusi in attesa che ci venga voglia di riassaporare un ricordo. Ogni brano una fatica, un frammento pronto a reclamare con forza il suo valore, come fossero istantanee di una vita.
Il piacere dei ricordi, quello che proviamo quando sfogliamo l'album dei ricordi, risiede nella consapevolezza di poterli in qualche modo tenere sempre insieme a noi. Ad ogni ascolto, l'unico tempo immaginabile è quello del brano che stiamo ascoltando.
In sintesi potremmo dire che si tratta di una raccolta di tempi, sospesi nel tempo, come il ricordo di una passeggiata nel Sunny side of the Dark Side.

 
Alle 19 febbraio 2017 alle ore 19:05 , Blogger Tricheco ha detto...

The sunny side of the dark side è un disco poliedrico che colpisce sin dal primo ascolto , la ricercatezza di suoni e di campioni abbinate a melodie funk e sincopatiche regalano agli appassionati del genere un excursus musicale ai confini del fiabesco .
Andrefonic


 
Alle 20 febbraio 2017 alle ore 00:46 , Blogger Alligatore ha detto...

@Gianpiero Padolino
Concordo in pieno con quello che dici: non è un normale disco, come non è una normale raccolta. Ci sono canzoni legate da una questione emozionale, un continuo di pezzi uno dietro a l'altro, che lo rendono un disco unico ... dove perdersi (e ritrovarsi).
@Tricheco
Dici bene anche tu, colpisce fin dal primo ascolto e questa ricercatezza dei suoni, di campioni abbinate a melodie funk e sincopatiche faranno felici gli appassionati del genere (e non solo). Una favola!

 
Alle 20 febbraio 2017 alle ore 01:47 , Blogger @enio ha detto...

ma i vinili non erano andati al museo ?

 
Alle 20 febbraio 2017 alle ore 15:27 , Blogger Alligatore ha detto...

Come ti ha risposto Maurizio stesso, nel commento che purtroppo non riesco a capire il perché, si è cancellato da solo, "Questo disco è stato pubblicato rigorosamente e volutamente solo in CD." La foto che vedi @enio, è una foto di repertoio, quando Maurizio faceva saltare, letteralmente, i vinili ... un precursore. Il suo nuovo disco è un cd, confermo ... tutto da ascoltare.

 
Alle 20 febbraio 2017 alle ore 16:20 , Blogger Tricheco ha detto...

SupercalifragiSinKoPatiKraliFUNK

 
Alle 20 febbraio 2017 alle ore 16:56 , Blogger Alligatore ha detto...

Concordo in pieno Tricheco!

 
Alle 23 febbraio 2017 alle ore 16:11 , Blogger Unknown ha detto...

Sono nato a fine anni '80 (1987) e cresciuto a suon di synth e disco music, poi l'adolescenza e la prima maturità nell'ascolto musicale mi hanno insegnato a scavare a fondo tra i vinili dimenticati in scaffali impolverati e quelli patinati dei distributori più cool.
Vinili, cassette, cd, mp3. Cambia la forma, cambiano i tempi, "tutto cambia niente cambia", la musica, quella bella, quella autentica e fedele alla sua essenza di note e silenzi, Resta e ci accompagna senza confini di tempo e spazio.
Ascoltando l'album vedo un'istantanea di quegli anni e me ne innamoro.

Frisk and Love

 
Alle 24 febbraio 2017 alle ore 00:46 , Blogger Alligatore ha detto...

Grazie @Junio87, mi sembra che tu abbia detto molto sulla musica, gli anni '80 e questo disco. E se permetti faccio mia una parte del tuo commento: "la musica, quella bella, quella autentica e fedele alla sua essenza di note e silenzi, Resta e ci accompagna senza confini di tempo e spazio."

 
Alle 24 febbraio 2017 alle ore 18:11 , Blogger Unknown ha detto...

Sharing is caring

 
Alle 24 febbraio 2017 alle ore 18:51 , Blogger Maurizio M. ha detto...

Grrrrr.....grrrr....Roar.....ROARRRR !!!!

 
Alle 24 febbraio 2017 alle ore 23:53 , Blogger dani.ninja ha detto...

Per noi che non lo seguiamo dall'inizio, the sunny side of the dark side immagino valga un po' come un weekend in compagnia di Maurizio, quella quantità di tempo che ti fa scavalcare le formalità e pensare che chi hai davanti sia molto rigoroso e molto cazzone, che sappia disegnare dei mondi e che ogni tanto rompa le palle, che ti viene da dire che s'è perso e che poi lo ritrovi in un western.

 
Alle 25 febbraio 2017 alle ore 08:57 , Blogger Maurizio M. ha detto...

Cowboys from Hell

 
Alle 25 febbraio 2017 alle ore 10:57 , Blogger Maurizio M. ha detto...

In the WestWorld

 

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