La ragazza di Gladio
In una sala del comune di Cavaion V.se (VR) piena di gente, invitata dalle sezioni locali dell’ANPI, ha raccontato il suo libro attraverso immagini simbolo, ben note a tutti: dagli ombrelli in Piazza della Loggia a Brescia all’interno sventrato della Banca dell’Agricoltura a Milano, dai carabinieri saltati a Peteano aprendo un’auto piena di esplosivo alla strage di Capaci, dalle foto degli anarchici Pinelli e Valpreda per creare i falsi colpevoli della strage di Piazza Fontana alla stazione di Bologna… e poi le stragi sui treni e le bombe mafiose agli Uffizi di Firenze e in altri centri culturali nel 1993.
A fine presentazione mi ha detto che lui usa spesso presentare il suo libro con queste foto, immagini simbolo, per cercare di far capire alle giovani generazioni che allora non c’erano, cosa è successo in Italia in questo periodo storico (dal 1969 al 1993), perché non se ne perda memoria. Devo dire che il sistema è molto efficace, il racconto va via fluido, e serve anche ai più anziani a rifrescare la memoria, sbloccare un ricordo non solo il giorno della ricorrenza, ma sempre.
Trame nere, servizi segreti che cambiano nomi, Gelli grande burattinaio e dispensatore di fondi, la strage alla stazione di Bologna con colpevoli accertati da sentenze passate in giudicato, che però molti cercano di smentire con fantomatiche piste palestinesi e di terrorismo internazionale, i servizi segreti Usa, dietro a molte cose oscure, ma mai accertati, gli intrecci con parlamentari del MSI (gli antenati di Fratelli d’Italia), terroristi neri, mafiosi.
La mafia, protagonista degli assassini clamorosi a Falcone e Borsellino, ma anche delle bombe del 1993 nei musei italiani (pensavano pure di fare un attentato alla Torre di Pisa), fatte proprio per stabilizzare il paese, impedire un cambiamento e sbocco a sinistra, che dopo Tangentopoli pareva imminente (Biondani ricorda l’elezione di sindaci progressisti in tutte le grandi città italiane, poi le bombe mafiose e poco dopo, l’irrompere sulla scena politica del Cavaliere nero). Attentanti, quelli del 1993, fatti su consiglio di un terrorista nero.
Insomma una serata e una presentazione del libro molto densa e importante, vi consiglio di cercare di andare a sentire Biondani e/o prendere il suo libro, La ragazza di Gladio. Chiudo spiegando il titolo: perché Gladio, perché una ragazza. Gladio era un’organizzazione paramilitare, creata per attivarsi in funzione antisovietica, dai molti contatti con i protagonisti della stagione delle bombe, anche se in teoria doveva essere un gruppo di patrioti non ideologizzati (chi ci crede?). Avevano armi, nascoste in varie parti d’Italia, alcune volte usate in attentati neri. A raccontare alcune parti di questa storia, la testimonianza di una donna, che all’epoca giovanissima, frequentante per motivi sentimentali questi ambienti, e che è stata testimone di fatti importanti a partire dalla strage di Brescia. È lei la ragazza di Gladio.
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