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lunedì 18 novembre 2024

In palude con Federica Ottombrino


 

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE pop d’autore

DOVE ASCOLTARLO cd fisico!!! spotify – youtube - applemusic

LABEL La Chute Dischi

PARTICOLARITA’ colonna sonora del romanzo “Il baule” – Federica Ottombrino (Rossini Editore)

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CITTA’ Napoli

DATA DI USCITA 20/09/2024

L’INTERVISTA

Come è nato Canzoni dal baule?

La scelta di questo titolo è legata al romanzo “Il baule” che ho pubblicato a maggio di quest’anno con la Casa Editrice Milanese Rossini. L’Album ne fa da colonna sonora. E’ una raccolta di otto tracce, tra brani inediti e due letture del libro, eseguite dal cantautore fiorentino Massimiliano Larocca.

Come mai questo titolo? … poetico, che spinge sul ricordo.

Perché ho ritrovato nella casa in cui ho abitato per quattro anni con la mia ex compagna e mio figlio - a Capo Miseno (Napoli) - un baule pieno di lettere dagli anni ’30 agli anni ’80. Le lettere, le foto mi hanno ispirata per ricostruire la storia della famiglia Paradiso, e quando è arrivato il fatidico momento della scelta del titolo tutto riportava all’oggetto che aveva dato il via: il baule, appunto.

Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Quando ho messo la parola fine al libro ho sentito che mancava qualcosa. Il linguaggio della musica può indubbiamente aggiungere significato e suggestione alle parole, e così ho voluto creare una stanza ad ogni personaggio. Fondamentali sono stati gli “incontri”, il primo con il cantautore e pianista partenopeo Francesco Lettieri, che ha impreziosito l’album con le sue parole, la sua voce e il suo gusto artistico; poi quello con Don Antonio che, nel fantastico Crinale Lab di Brisighella (RAVENNA), ha disegnato gli arrangiamenti e infine quello con La Chute, l’etichetta fiorentina con la quale sono uscita a settembre. Quello che lega queste tre figure oltre che allo spessore artistico è stato “il modo” di fare musica, assolutamente in armonia col mio: lasciarsi guidare dall’istinto e spegnere la testa.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Canzoni dal baule?

Credo che la cosa più bella sia stata lo studio dove abbiamo registrato. Immaginate un casale le cui pareti sono per la maggior parte vetrate, immerso nel bosco. Il sole ci salutava battendo sugli strumenti. Abbiamo alloggiato lì per due notti ed è stata un’immersione totale nella bellezza. I luoghi, ed in particolare la natura, condizionano moltissimo gli umori e quindi la resa finale. Vorrei per sempre avere l’onore di registrare la mia musica in posti del genere!

Se Canzoni dal baule fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il forse

Credo sui legami, o meglio sulle relazioni non solo tra esseri umani, ma con la propria casa, con i propri oggetti, con la morte, con il tesoro che la vita ci chiede di trovare.

C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero disco? … quello più da live?

Quello di cui vado più fiera è “La caduta degli dei”, è un brano che è frutto di un lungo percorso (sempre in atto!) di accettazione profonda di sé e delle proprie cadute. Live è quello che mi emoziona di più eseguire, essendo inoltre dedicato al tema della maternità che attraversa trasversalmente il romanzo. 

Chi hai avuto più vicino sul piano tecnico. Su quello umano?

Il mio compagno. Da quando ha scoperto che avevo scritto un libro e l’ha stampato per poterlo leggere, ha acceso in me la lampadina che avrei potuto effettivamente trovare una casa editrice. Quando ho ambito ad accompagnare al libro l’album non ha esitato a mettermi in contatto con le persone giuste affinché il desiderio diventasse reale.

Copertina che colpisce con tante cose dentro, come in un baule…. Come è nata? Chi l’ha pensata così?

La copertina è realizzata dall’illustratore Marco Giagnotti. Ci abbiamo lavorato insieme, nel senso che la lista di elementi che desideravo ci fossero l’ho individuata io, il resto è tutta opera della sua genialità. E’ stato bellissimo poter collaborare con un illustratore come lui che ha reso visibile un’idea.

Come presenti dal vivo il disco?

Quando possibile siamo in duo (d’altronde è la formula che più amo!): Francesco Lettieri (voce e pianoforte) ed io alla chitarra acustica, minikorg e voce. Altre volte lo presento da sola, voce e chitarra ed è stata un’esperienza del tutto inedita per me, ma estremamente gratificante. Da sola sono totalmente spogliata di qualsiasi protezione e artificio.

Altro da dichiarare…

Si, vorrei che la musica potesse ancora arrivare alle persone per la qualità e non per la quantità di soldi che vengono spesi. Vorrei che la realizzazione, anche fisica, di un disco venisse incoraggiata, perché non ha nulla a che vedere con “esce un brano su spotify”. Penso che siamo in tanti a pensarla così, a vedere un impoverimento generale in un mondo come quello della musica che dovrebbe meritare di restare sacro. Concluderò non con una risposta, ma con una domanda: possiamo ancora fare qualcosa o dobbiamo seguire la corrente?


 



9 commenti:

  1. Bello avere questa sera Federica Ottombrino, con questo voce autunnale, e un modo di fare poetico nella sua sapienza musicale (l'ho vista dal vivo e potuto apprezzare quanti strumenti suona e in quante lingue parla/canta...).

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  2. Ma bando ai complimenti e andiamo al disco, questo poetico, di una cantautrice che mi piace un sacco, come stile, musica, parole ... e in questo disco, nato con il romanzo da lei pubblicato qualche mese fa, si sente.

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  3. Difficile dire quale sia il mio pezzo preferito, perché sono otto pezzi densi, belli, uniti da un filo rosso. Ma ci proverò.

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  4. Due emisferi apre l'album in maniera programmatica: inizio quasi elettronico, poi il ritmo e un che di meditterraneo, il ritmo e la voce. Una storia romantica, cantata con sentimento... sembra una canzone anni Sessanta, da cantante del boom, ma fatta oggi.

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  5. Tesoro lo chiude confermando: pezzo poetico, da ascoltare bene, sulla morte e sui ricordi che restano dentro scatole. Magico, inevitabilmente autunnale, voce/piano a tratti parlato a tratti cantato (anche qui con il piglio da cantautrice del boom) e poi anche il violino per non farsi mancare nulla.

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  6. In mezzo pezzi come La caduta degli Dei brano preferito da Federica: ha un ritmo interno tutto suo, e parla di una situazione attuale, tra amore e seduzione, cadute e ... ritornare in piedi. Da ascoltare e riascoltare.

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  7. ... o Sui vetri pezzo cantato da Francesco Lettieri, un piano/voce che ricorda De Gregori, sia come musica sia come testo. Un pezzo veramente senza tempo, da cantautorato classico.

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  8. Ma è tutto un disco da ascoltare e riascoltare: Massimiliano Larocca, già passato di qui, che legge due passi del libro di Federica, lei stessa in un piano/voce molto underground, oppure in iun pop inizialmente cantato in italiano, poi francese, poi italiano.... per confermare tutto.

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