Pagine

domenica 23 maggio 2021

In palude con Gintsugi

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE Indie Pop/Rock

DOVE ASCOLTARLO Su tutte le piattaforme (spotify, deezer, bandcamp...)

LABEL Auto-prodotto

PARTICOLARITA’ mix di elementi acustici e elettronici

INSTAGRAM FB

CITTA’ Parigi/Torino

DATA DI USCITA 09/04/2021

L’INTERVISTA

Come è nato Gintsugi? Intendo questo omonimo Ep d’esordio…

È nato a partire dal 2019 mentre stavo studiando produzione elettronica in una scuola francese (Musiques Tangentes). Ho iniziato a lavorare più o meno su una ventina di canzoni, poi ne ho selezionato alcune da sviluppare.

Perché questo titolo? Perché un EP?

Gintsugi è una tecnica giapponese di riparazione delle ceramiche con l'argento.

Invece di nascondere la riparazione, la si mette in valore. Anche filosoficamente il senso è apprezzare la storia dell'oggetto e i suoi punti di rottura invece di mascherarli.

Un EP perché produrre un disco intero costava troppo, e come biglietto di presentazione prima di creare un disco intero. Non ho pensato a un singolo perché volevo comunque che un tema e una narrazione si delineasse attraverso i diversi brani.

Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Non c'era all'inizio l'idea di fare un EP, le melodie e le parole uscivano fuori da sole, a volte in sogno, a volte durante la giornata. Ho preso note scritte e vocali per qualche mese. Poi le ho riprese, all'inizio lavoravo molto su ableton, dopo qualche mese mi sono spostata al piano (che suono da molti anni) e alla chitarra (che sto imparando) perché mi sono resa conto che uscivano fuori materiali più organici suonando dei “veri” strumenti. Una volta chiare le idee per le canzoni ho registrato i demo con ableton e la voce nella vasca da bagno con un materasso da un lato e un cuscino dall'altro e li ho inviati a Victor Van Vugt, che mi ha risposto e da lì abbiamo iniziato a scambiare, sulla base di una playlist d’ispirazioni che gli ho inviato. Dopo più o meno un mese e mezzo abbiamo deciso di registrare le canzoni al Riverside Studio a Berlino dove lui era residente, soprattutto perché ero molto affezionata al fatto di registrare anche i rumori della stanza e non solo gli strumenti. E volevo assolutamente registrare di nuovo le chitarre dal vivo.

Abbiamo lavorato per circa due settimane sulle quattro canzoni. Poi abbiamo continuato a lavorare sui mix – a distanza - per altri tre mesi circa. Victor ha utilizzato alcuni dei materiali che avevo prodotto su ableton, migliorando il suono. La maggior parte delle cose, come il piano, le chitarre, una parte delle percussioni, sono state registrate di nuovo dal vivo. Queste scelte (cosa tenere e cosa ri-registrare) sono state fatte un po' da me un po' da lui.

L'ultima traccia (l'Outro) l'ho registrata a marzo. È Disarray in embrione, come era a luglio 2020. Penso che la svilupperò in una canzone nel prossimo lavoro.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?

La faccia di Victor mentre provo ad accordare per dieci minuti una chitarra con l'accordatore che non avevo mai usato; la crisi di risa/pianto/esaurimento che ho avuto dopo aver registrato l'urlo di Disarray, che ha reso impossibile fare un'altra registrazione.

Se Gintsugi fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

La tematica che lega le canzoni è il diniego e il rifugiarsi in un mondo immaginario quando la realtà diventa troppo difficile .

C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero disco? … quello più da live?

Dipende dai momenti, quello che mi piace molto suonare è Spiraling Down, e credo di cui vado anche più fiera per il lavoro comune di produzione. Quello perfetto per un coffe shop con la chitarra acustica è Disarray. Quello che trovo più difficile da eseguire paradossalmente è Blind, c'e' un cinismo distaccato e un'esagerazione goth che trovo difficile da reinterpretare ogni volta. Non è una canzone da prendere alla lettera, c'è dell'ironia. È stata anche la canzone più difficile e lunga da produrre.

Come è stato produrre Gintsugi? Chi più vicino dal punto di vista produttivo?

Produrre i demo e poi co-produrre Gintsugi è stato non lineare e non facile. Però ho imparato molte cose.

Ho molte ispirazioni in diversi generi, e credo che tutte abbiano avuto un ruolo.

Come è nata questa copertina? Una foto molto indie-rock – neofemminista … o no?

La copertina è di un'amica da più di dieci anni, artista visiva, Laura Triscritti. Ha una serie intera di principesse, tutte molto interessanti e forti simbolicamente. Per questo lavoro ho pensato che fosse perfetto concettualmente fare una versione Gintsugi della principessa. Vista la presenza di principesse reinterpretate in chiave particolare in più di una canzone e rispetto alla tematica generale.

Ho pensato solo a questo, non ho pensato a riferimenti di copertine di altri/e artisti/e.

Come presenteresti dal vivo il disco?

Vorrei almeno due versioni, una acustica, con piano, chitarra e archi; e una più rock con la parte elettronica. Sto anche lavorando sui costumi, c'e' una qualità cinematica nelle canzoni che vorrei esprimere dal vivo.

La musica indipendente ai tempi del covid19… come se la passa?

Male! La cosa interessante è utilizzare questo momento per continuare a scrivere, l'ispirazione non manca, ma con poche prospettive su quando si potranno presentare i progetti in pubblico è piuttosto difficile mantenere il buonumore. 


9 commenti:

  1. Appena ho sentito la sua magica voce ho deciso che l'avrei ospitata in palude, ed eccola qui Gintsugi, a presentare questo omonimo Ep.

    RispondiElimina
  2. Sì, un Ep, quindi solo cinque pezzi, ma che dimostrano di che pasta è fatta questa talentuosa ragazza.

    RispondiElimina
  3. Cinque pezzi tra l'indie-pop e l'alternative-rock, con una voce che a tratti ricorda quella della Kazu Makino del Blonde Redhead, da me sempre adorati.

    RispondiElimina
  4. Questo si sente maggiormente in un brano come Your Ghosts, che apre l'EP: piano/voce con vocalizzi makiniani nella prima parte, per passare poi a una calda e avvolgente elettronica.

    RispondiElimina
  5. Ma anche in Blind, secondo pezzo, tra il pop e il rock, con il basso protagonista... o non è lui?

    RispondiElimina
  6. Spiraling Down è il pezzo che spacca (dentro): intenso, caldo, da pop classico che non dimentichi... anche sensuale, se vuoi.

    RispondiElimina
  7. Il quarto e penultimo pezzo, Disarray, pezzo cullante, tranquillo, nei suoni, come nel cantato, con la voce di Gintusgi che si sdoppia nel finale.

    RispondiElimina
  8. L'Outro chiude degnamente il disco ... impeccabile!

    RispondiElimina
  9. Bel modo di presentarsi questo di Gentsugi. Speriamo di sentire altre sue canzoni, tante sue canzoni...

    RispondiElimina

AAAATenzione, il captcha (il verificaparole) è finto, non serve immetterlo. Dopo il vostro commento, cliccate direttamente su PUBBLICA COMMENTO. Se siete commentatori anonimi, mi dispiace, dovete scrivere il captcha ...