NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE rock, stoner, psichedelia
DOVE ASCOLTARLO su un comodo divano a volume molto alto (iniziando da qui)
LABEL Go Down Records/Vincebus Eruptum Recordings
PARTICOLARITA’ live album
CITTA’ Treviso
DATA DI USCITA 19/02/2021
L’INTERVISTA
Come mai Live At Rocket Club?
Perché era ora di mettere su disco un nostro live, soprattutto dell'epoca di Volcano, un disco che inizialmente era nato in chiave più rock, ma che in studio ha avuto una post produzione più moderna ad opera di Dave Catching. Volevamo immortalare la versione live e naturale di quel disco.
Come mai Live At Rocket Club oggi?
Al tempo questa registrazione aveva destato il nostro interesse per poi finire dentro un cassetto. Durante il primo lockdown, riordinando gli archivi della Go down Records ci è tornata in mano ed abbiamo pensato di farne un disco live su vinile.
Come sono stati scelti i brani da inserire nella raccolta?
Inizialmente volevamo inserire l'intero live su vinile, ma l'eccessiva durata non ci ha permesso di farlo ed un doppio album sarebbe stato eccessivo. Così abbiamo selezionato 3/4 del live, escludendo qualche pezzo meno riuscito. Per il resto abbiamo mantenuto tutto integro, masterizzando la registrazione originale.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria di quel concerto?
Di sicuro il club bavarese era tra i posti meglio organizzati in cui abbiamo suonato. Mi ricordo che appena arrivati trovammo due della crew che, indossati i guanti, ci scaricarono tutto il furgone e ci montarono tutta la backline... certi privilegi a volte non capitano nemmeno ai grossi festival. C'è da dire poi che a fine serata il van fu ricaricato dal nostro cantante che, dopo aver sistemato tutto e acceso il motore, lo richiuse con le chiavi inserite... Ci trovammo a dover aprire la portiera muniti di fil di ferro, tramite una fessura del finestrino, rimasto aperto di pochi millimetri. Meglio di Lupin!
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco?
Ci sono un paio di brani in versione “extended”, cioè dilatati dalle nostre tipiche improvvisazioni live: Oceans Hearts e Desert. È la prima volta che vengono incluse su disco e rispecchiano l'essenza psichedelica delle nostre performance. Tra i preferiti citiamo anche 2012 e I’ll Be Long, infine la cover di Hush che amavamo eseguire in quel periodo.
Go Down Records e Vincebus Eruptum Recordings. Due label importanti… come vi siete incontrati?
Ci incontrammo al Nuvolari Festival di Cuneo nel 2009. Da allora Max (batterista e fondatore di Go Down ndr) e Vincebus Eruptum hanno spesso collaborato. Gli OJM sono un progetto di particolare interesse per entrambi ed ecco qui il nostro live!
Copertina da urlo. Come è stata scelta? Chi l’ha fatta?
La copertina è opera di Ochsworks aka Conny Ochs, amico, musicista ed artista che stimiamo molto. Gli abbiamo lasciato totale libertà di espressione ed ovviamente non ci ha deluso. Anzi, forse questa è una delle migliori copertine targate OJM.
Come se la passa la musica indipendente tra un lockdown e l’altro?
Diciamo che da una parte il pubblico ha più tempo di ascoltare, ricercare e comprare dischi. Quindi, da questo punto di vista, curando molto la promozione online, c'è un buon movimento di vendite e di nuova musica. Infatti Max con la label Go Down continua a produrre dischi. Ovviamente per la band i concerti sono essenziali ed è tutto fermo ormai da molto. Tranne qualche sporadico evento estivo, non si può più far “vivere” e girare la musica nel modo che preferiamo. Manca completamente il lato umano e di condivisione, che espande molto di più il valore delle band, rispetto al solo lavoro in studio. Attendiamo tutti tempi migliori!!!
Altro da dichiarare?
Premesso che ogni concerto del passato è come un pezzo di cuore lasciato su un palco, immortalare l’esperienza su un supporto fisico è stata una cosa dal grande valore simbolico in questo periodo dove manca proprio quel fondamentale “vivere” fisicamente la musica. Chissà che quando usciremo da questa situazione ci sia occasione di tornare on stage per celebrare ancora il sacro rito del rock’n’roll. Lo abbiamo detto: la reunion ci sta!
Bello ospitare in palude gli OJM, con questo disco registrato dal vivo ben 10 anni fa al Rocket Club di Landshut in Baviera.
RispondiEliminaLa band trevigiana presentava in tutto il suo splendore Volcano, ad ora il loro ultimo disco in studio... speriamo trovino la voglia di farne altri.
RispondiEliminaMa per ora parliamo di questi Live At Rocket Club, vinile targato Go Down Records/Vincebus Eruptum Recordings dalla copertina decisamnete diabolica.
RispondiEliminaCinque pezzi sul lato A, quattro sul lato B e vai a girare e rigirare il magico disco.
RispondiEliminaTra questi cito subito Desert, pezzo decisamente doorsiano nel cantato guascone, nel piano bass, nella chitarra libera e selvaggia. Stupendo, sembra di essere ancora negli anni '60 con questa dilatazione a mille.
RispondiEliminaMolto bella anche Venus, da ascoltare a volumi alti, con uno spiccato senso della psichedelia grazie, ma non solo, al piano bass.
RispondiEliminaAltro pezzo dilatato/dilatante è sicuramente Oceans Hearts: rock dal sapore internazionale, con il piano bass a fare ancora la sua porca..., aperture di chitarra, un ritmo sicuro, come il canto rock.
RispondiEliminaMitico finale con la cover di Hush eseguita con molto entusiasmo e partecipazione del pubblico, che rende ancora più prezioso questo disco, questo vinile, specifichiamo ancora...
RispondiEliminaBravi OJM, bravi chi fa ancora dischi come questi, rigorosamente analogici, quindi dal suo più puro.
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