NOTE
SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Elettronica, sinfonica, ambient, d’autore
DOVE ASCOLTARLO Spotify iTunes
LABEL Discipline (distributore Mastermusic)
PARTICOLARITA’ Concept album geografico
SITO FB INSTAGRAM
CITTA’ Treviso
DATA DI USCITA 27 marzo 2020
GENERE Elettronica, sinfonica, ambient, d’autore
DOVE ASCOLTARLO Spotify iTunes
LABEL Discipline (distributore Mastermusic)
PARTICOLARITA’ Concept album geografico
SITO FB INSTAGRAM
CITTA’ Treviso
DATA DI USCITA 27 marzo 2020
L’INTERVISTA
Come è nato questo nuovo disco, Engagement?
È figlio naturale del precedente Micromega, viaggio per ordini di
grandezze nella materia del cosmo. Ho voluto riproporre un viaggio tematico
facendo un focus sulla Terra, stavolta, mantenendo quel sapore filosofico,
della ri-scoperta di nozioni e materie che incutevano timore, fascino e
rispetto da ragazzi. Materie che andrebbero rivalutate e messe al centro della
vita delle società e dell’istruzione, come la geografia e la storia. Dopo la
scienza e la fisica, insomma, ho voluto affrontare un viaggio per mare
attraverso le mappe, le rotte di esplorazione, coloniali, migratorie umane e
animali, aeree e navali, spostamenti di veleni, inquinamento, radioattività,
fake news e iper connessione globale, dai satelliti alle reti web, ragionando
sul perché ora nel mondo siamo tutti connessi come un unico gigantesco
organismo. “Causa-effetto” è il problema attuale del mondo: succede una cosa
agli antipodi, in tempo zero te la ritrovi a casa, nel bene e nel male. Quindi
un album “didattico” col sapore del vecchio atlante geografico.
Cosa vuol
dire?
Entanglement nella fisica quantistica, è il fenomeno che definisce una correlazione tra
due particelle separate e allontanate anche a distanze molto grandi, che
continuano a interagire istantaneamente (non alla velocità della luce). Questo
fenomeno, letteralmente “intreccio o groviglio” presuppone che tutta la realtà
esista contemporaneamente e che non sia soggetta allo spazio tempo. Al di là
della definizione pignola che la fisica richiede, è l’aspetto filosofico e
metaforico, che mi interessa, come artista. Questo fenomeno spiega
simbolicamente il lavoro dell’album, diventando simbolo di correlazione tra il
singolo luogo e il tutto, come in un unico gigantesco organismo. La piovra
(anzi, l’iper-piovra) che ho costruito per la cover dell’album, è un soggetto
che rappresenta bene il fenomeno tentacolare dell’iper connessione globale.
Sembra anche un minaccioso virus, ma queste sono le coincidenze che fanno
speciali certi album.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
Come spesso accade ai miei album, mi affido per avere stimoli, alla mia idea di base del concept. In questo caso un viaggio geografico che parte dal polo nord, toccando tutti i continenti-canzone e traversando i grandi oceani (brani strumentali), fino all’Antartide. Un’avventura alla Jules Verne. Una volta che ho un’idea forte per le mani, la stendo con appunti e suddivido il tema in sotto argomenti-canzone (Africa, Americhe, Europa, Oceano pacifico ecc). Creo dei titoli suggestivi provvisori, che spesso diventano definitivi e già così mi viene voglia di scrivere. Poi pian piano lavoro al pianoforte e coi synth, trovo armonie e tema cantato e infine la parte più difficile; i testi, che devono aderire al tema scelto, e contemporaneamente rimandare alla trama complessivo del concept. È davvero lungo e faticoso, ma poi hai in mano brani che sfidano il tempo, perché sono frutto di riflessioni profonde e sofferte su temi non scontati, per delle canzoni. C’è anche un grande lavoro di documentazione sui temi trattati, fatto a monte, ricerche, come a scuola, per non rischiare di dire stupidaggini. Questo aiuta molto a entrare nel mood.
Come spesso accade ai miei album, mi affido per avere stimoli, alla mia idea di base del concept. In questo caso un viaggio geografico che parte dal polo nord, toccando tutti i continenti-canzone e traversando i grandi oceani (brani strumentali), fino all’Antartide. Un’avventura alla Jules Verne. Una volta che ho un’idea forte per le mani, la stendo con appunti e suddivido il tema in sotto argomenti-canzone (Africa, Americhe, Europa, Oceano pacifico ecc). Creo dei titoli suggestivi provvisori, che spesso diventano definitivi e già così mi viene voglia di scrivere. Poi pian piano lavoro al pianoforte e coi synth, trovo armonie e tema cantato e infine la parte più difficile; i testi, che devono aderire al tema scelto, e contemporaneamente rimandare alla trama complessivo del concept. È davvero lungo e faticoso, ma poi hai in mano brani che sfidano il tempo, perché sono frutto di riflessioni profonde e sofferte su temi non scontati, per delle canzoni. C’è anche un grande lavoro di documentazione sui temi trattati, fatto a monte, ricerche, come a scuola, per non rischiare di dire stupidaggini. Questo aiuta molto a entrare nel mood.
Qualche
episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Entaglement?
Beh sì, innanzitutto l’enfasi creativa suscitata dall’idea generale, che mi ha fatto produrre sei brani cardine in pochi mesi, cosa rarissima per me. Le sessioni a Berlino per archi e piano, minate da varie difficoltà e collaborazioni sbagliate che ho subito liquidato, salvando parte del materiale registrato, grazie a dio. Poi le ben più proficue sessioni a Barcellona assieme a Flavio Ferri (co-produttore con me dell’album e pedina fondamentale di tutta l’operazione) e Loris Sovernigo, il pianista/tastierista live, altra colonna portante per Ottodix, con cui abbiamo registrato una lunga jam d’improvvisazioni per i brani dedicate agli oceani, con synth analogici e theremin, a ruota libera, tradotta poi da Flavio in allucinogene tracce ambient strumentali. L’altro ricordo, molto più amaro, è l’incidente che ho avuto nel 2018 che mi ha causato uno svenimento e la rottura di tutti i denti incisivi superiori, con un trauma che mi sta compromettendo tuttora l’udito a un orecchio. Ho lottato con la depressione e cercato di portare a termine la parte sonora dei brani tra una crisi e l’altra. E’ stata davvero durissima, per questo motivo per me avere concluso Entanglement vale doppio.
Beh sì, innanzitutto l’enfasi creativa suscitata dall’idea generale, che mi ha fatto produrre sei brani cardine in pochi mesi, cosa rarissima per me. Le sessioni a Berlino per archi e piano, minate da varie difficoltà e collaborazioni sbagliate che ho subito liquidato, salvando parte del materiale registrato, grazie a dio. Poi le ben più proficue sessioni a Barcellona assieme a Flavio Ferri (co-produttore con me dell’album e pedina fondamentale di tutta l’operazione) e Loris Sovernigo, il pianista/tastierista live, altra colonna portante per Ottodix, con cui abbiamo registrato una lunga jam d’improvvisazioni per i brani dedicate agli oceani, con synth analogici e theremin, a ruota libera, tradotta poi da Flavio in allucinogene tracce ambient strumentali. L’altro ricordo, molto più amaro, è l’incidente che ho avuto nel 2018 che mi ha causato uno svenimento e la rottura di tutti i denti incisivi superiori, con un trauma che mi sta compromettendo tuttora l’udito a un orecchio. Ho lottato con la depressione e cercato di portare a termine la parte sonora dei brani tra una crisi e l’altra. E’ stata davvero durissima, per questo motivo per me avere concluso Entanglement vale doppio.
Se fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Lo è, togli il forse. Io faccio solo
concept album da 15 anni a questa parte, li affronto come dei film. È il film d'avventura
di un viaggio geografico attraverso gli oceani e le terre emerse, con un
itinerario preciso, tra continenti abitati e oceani e regioni polari, alla
ricerca del silenzio in mezzo all’iperconnessione globale.
C’è qualche
pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco?
… che ti piace di più fare live?
Sicuramente Isole Remote ha un’importanza particolare, perché se il disco è una
grande critica al sistema iperconnesso e soffocante della nostra società, la
canzone in questione offre una cura, una via di fuga. la ricerca di
intercapedini di silenzio e di natura residue nella fitta trama di rotte e
collegamenti umani. Engagement poi,
la title track, mi piace molto per la composizione e i crescendo che ha. Poi amo
Europhonia, a parte il testo
profetico sull’Europa di oggi, perché suona come un “classico” e infatti sarà
il secondo singolo estratto, e infine Pacific
Trash Vortex, il primo singolo, perché ha tutte le caratteristiche di un
brano “alla Ottodix”.
Discipline Records ancora una
volta a produrre. Non riesco a immaginarti con un’altra etichetta. E tu? Altre
realtà dietro a Entaglement da
citare?
In realtà con Discipline è più una questione di reciproca stima e di storia di
appartenenza a un passato comune, sia sonoro che di esperienze condivise. Io
faccio i miei album tra Treviso, Barcellona (dove vive Flavio Ferri, il coproduttore
degli ultimi due dischi) e Berlino, li presento a Luca Urbani per Discipline e
lui li pubblica. Non ho mai avuto da Luca alcun problema, mi ha permesso di
fare l’artista indipendente esattamente come ho sempre voluto e mi ha sempre
rinnovato la fiducia musicale, col tacito consenso di Garbo. Lo ringrazierò
sempre per questo. Di fatto, tuttavia, è un rapporto molto sporadico tra
Treviso e Monza, da anni. Invece la vera novità è il management di Marco
Olivotto, meraviglioso spirito libero tra musica, scrittura, grafica e cultura,
che si cela dietro Moonmusic e che si
occupa anche di artisti di grande caratura come Deproducers, Giulio Casale,
Gianni Maroccolo, Flavio Ferri e altri. Una scuderia di veri indipendenti che
mi rende molto orgoglioso. Vorrei anche citare gli amici bolognesi di Sfera Cubica, ufficio stampa, con cui
collaboro da sei anni e tre album, con un rapporto che va ben al di là del
lavoro.
Copertina avventurosa, con ancora un animale, questa volta un polipo. Chi l’ha pensata così?
Copertina avventurosa, con ancora un animale, questa volta un polipo. Chi l’ha pensata così?
Io, dato che curo gli artwork in modo maniacale
fin dal primo album. Sì, una continuità con Micromega
e la sua scimmia, che avevo scolpito per la Biennale Italia Cina di Pechino nel
2016. Anche qui un animale dotato di grande intelligenza, il polpo. E poi è un
animale marino, il mare è centrale in questo album. È lo spazio non-vuoto che
unisce i continenti e le terre emerse, invece di dividerle. Vegetali, uomini,
animali, merci, utopie si spostano da sempre servendosi di questo ponte
orizzontale (la superficie dell’acqua) che è la via più breve da una terra
all’altra. In assenza di essa dovremmo affrontare tortuosi viaggi tra montagne,
canyon, gole, crepacci e pianure lunghissimi e sfiancanti, ovvero i fondali
marini. Ci avete pensato? L’acqua è una scorciatoia che ci permette di
sorvolare sopra immensi paesaggi sommersi, ad altitudini anche di 8.000-10.000
metri.
Come presenti dal vivo il disco?
Come presenti dal vivo il disco?
Con elettronica, chitarre, quartetto
d’archi, un pianista formidabile e una grande sfera gonfiabile di 3 metri su
cui proietteremo contenuti geo-storici e statistici spettacolari sul pianeta
Terra, una sorta di grande mappamondo. Sto lavorando ai visuals nell’attesa che
vengano recuperate le 13 date cancellate a causa del virus. Tanto lavoro, ma
sarà uno spettacolo eccezionale, già confermato da club, festival, biennali e
teatri italiani.
Altro da dichiarare?
Altro da dichiarare?
Comprate Entanglement, sono 3 anni di durissimo lavoro profetico per
consegnarvi una lettura del mondo attuale iniziata nel 2017. Compratelo, perché
non abbiamo altro modo di stare vicini al pubblico che quello del
prodotto-album, digitale o fisico che sia. Senza concerti ci resta solo quello.
Ma appena potremo verremo a trovarvi ovunque, promesso.
Piacere, enorme piacere, ospitare ancora una volta in palude Ottodix, autore di Treviso, intellettuale moderno, giramondo, con un progetto che va ben al di là della musica.
RispondiEliminaArti visive, divulgazione scientifica, filosofia e musica elettronica della perfezione di un diamante.
RispondiEliminaIl titolo si riferisce all'iper-connessione vissuta dal mondo in questi ultimi anni, che è ben rappresentato dalla copertina con il polipo dai mille tentacoli ...che sembra anche un virus, come dice nell'intervista.
RispondiEliminaOvviamente Ottodix non è un indovino, ma semplicemente, da artista lucido, ha fatto un disco di ecologia per il corpo e la mente dove parla delle tragedie ecologiche e politiche del nostro tempo, attraverso splendide canzoni in giro per il mondo.
RispondiEliminaUn vero e proprio concept-album, quindi difficilmente scindibile in singoli pezzi, ma non impossibile.
RispondiEliminaE allora, se volete le mie preferite dico: Europhonia, elettronica intellettuale alla Battiato ionico e lucido sull'Europa.
RispondiEliminaColumbus Day dal testo fortemente politico, contro la conquista sanguinosa di Colombo e ciò che ha creato (viene in mente in discorso di Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere).
RispondiEliminaMesopotamia, altro testo intellettuale, pacifista, internazionalista, filmico, con suggestioni tra Hitchcock (Alfred) e James Bond
RispondiEliminaSicuramente d'impatto Pacific Trash Vortex, il primo singolo dell'album, che ha portato a quel video stupendo messo sotto all'intervista.
RispondiEliminaSicuramente la title-track, che chiude il cerchio di questo viaggio nel mondo, in questo futuro (che è già passato?). Con un testo da mandare a memoria, come tutte le canzoni del disco.
RispondiEliminaBeh, che dire, grazie delle splendide parole. Spero di potervele suonare al più presto in concerto. Intanto tenete d'occhio il tour virtuale in arrivo con "Entanglement Live Home Serie" dai primi di maggio. 8 brani dell'album rilasciati a cadenza di 15 gg suonati live da band e quartetto d'archi, ovviamente ciascuno da casa, confezionati in video molto particolari e realizzati con materiale audiovideo da smartphone. Le versioni sono quelle che avremmo dovuto suonare on stage nelle 13 date del tour interamente soppresso e spero posticipato. Saluti. Ottodix
RispondiEliminaGrazie a te di aver partecipato e per il tuo disco. Dove saranno visibili questi live? Sito? FB? INSTAGRAM?
RispondiEliminaL'ufficio stampa nei prossimi giorni rilascerà il comunicato ufficiale per presentare l'operazione con il nome della prima testata che ospiterà la prima canzone nel suo sito in anteprima esclusiva. Così via via, per 4 mesi da qui a fine agosto in altre webzine sempre diverse (stiamo stringendo accordi in questi giorni, pian piano)
RispondiEliminaGrazie della risposta, staremo in ascolto.
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