Chi
si ferma è perduto - Ennio De Concini: memorie di un fallito di successo è un
libro che mi ha tenuto compagnia a lungo (e continua a farlo). Scritto dal
giornalista e scrittore Jonathan Giustini, è una specie di confessione
psicanalitica con un paziente che non vuole collaborare. Ennio De Concini è il
"paziente", nome che forse ai più giovani dirà poco, ma che è stato
per più di cinquant'anni uno dei nostri maggiori sceneggiatori. Dai film
popolari al grande exploit della pellicola di Pietro Germi Divorzio
all'italiana, Oscar alla sceneggiatura originale (da qui la splendida copertina
con una giovanissima e sorridente Stefania Sandrelli), poi esperienze in giro
per il mondo, dall'Urss di Chruščëv alla Swinging London, e poi ancora grandi
film in Italia, il cult televisivo La Piovra, dagli ascolti record, e altri
grandi successi tv, tra Rai e tv di Berlusconi, che se lo contendevano come una
star. Il bello è, che nonostante il successo, l'amicizia con personaggi quali
Polanski o Kubrick, solo per dirne due, l'essere testimone di momenti
importanti della cultura del Novecento, a lui non interessava nulla. Almeno
questo è quello che si capisce leggendo questa memorabile biografia. Un libro
rimasto paradossalmente nel cassetto per anni, uscito solo nel 2019, ben 11
anni dopo la morte di De Concini, grazie anche alla meritoria insistenza della
Iacobelli Editore. Leggetelo, potrebbe ispirarvi poi una bella serie di film da
vedere in questi giorni a casa ... o anche dopo. Su RaiPlay c'è sia Divorzio
all'italiana sia La Piovra, e quasi quasi questa sera ci guardiamo il primo.
Per
approfondire, leggete la mia intervista a Jonathan Giustini qui.
Per
acquistarlo dal sito della IACOBELLI EDITORE qui.
Gli sceneggiatori sono spesso oscurati dai registi in termini di fama. Spesso la gente ricorda il regista e non lo sceneggiatore. Invece è giusto che se ne parli, perché gli sceneggiatori sono ovviamente essenziali. Ho messo il libro in lista desideri.
RispondiEliminaSì, concordo, anche se poi il regista ri-scrive il film con la pellicola, il lavoro di sceneggiatura è importante (come il direttore della fotografia, il montatore, scenografi ... il cinema è un arte di squadra). Il libro merita, per come è scritto, per il personaggio, per l'autore.
RispondiEliminaHo finito ora di leggere la tua intervista, fan-ta-sti-ca! Di quelle che ti mettono in movimento il cervello per tante cose. Anche la scoperta, a parte il nome non avevo mai approfondito, semplicemente apprezzato il lavoro, la qualità, e anche questa lettura dà molto da pensare, sul mondo del cinema e sopratutto sulle persone che lo vivono dall'altra parte.
RispondiEliminaAmmetto che il nome non mi diceva niente, malgrado abbia sceneggiato film importantissimi. Me lo segno.
RispondiElimina@Santa S.
RispondiEliminaGrazie, credo che Jonathan sarà molto felice di quello che dici ... il libro è una rivelazione su ciò che c'è dietro il Grande Schermo, e anche qualcosa di Storia dal 1945 agli inizi del 2000 (ne potrebbe uscire un grande film).
@Marcaval
Anche io, prima di leggerlo sapevo poco di lui, forse solo che era stato lo sceneggiatore de La Piovra, e di importanti film italiani. Leggilo, vedrai che ti piacerà.
Spesso gli sceneggiatori vengono dimenticati.
RispondiEliminaSereno giorno.
@Cavaliere Oscuro del Web
RispondiEliminaInfatti, anche quelli che hanno realizzato, con la scrittura, cinquant'anni di cinema. Strano, ma vero. Da leggere!
Beh, Ennio De Concini era un nome non da poco, però concordo con quanto scritto qui sopra nei commenti perché gli scenggiatori (quelli bravi) entrano nella storia in ritardo rispetto ai registi e gli esempi non mancano. Sempre belli i tuoi post
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
Fa piacere che lo ricordi Accadebis. Il mestiere di sceneggiatore, in particolare di cinema (diversa discorso per chi scrive fumetti, ad esempio, o teatro, musica) è forse il meno considerato, e faticano, anche quelli bravi, a restare nell'immaginario. Anche per questo consiglio spassionatamente la lettura di questo libro.
RispondiEliminaCiao Alligatore, un ottimo consiglio di lettura, conoscevo De Concini solo per la sua attività cinematografica e la sua sarà sicuramente interessante
RispondiEliminaBuona giornata, fulvio
Nel mio commento manca la parola biografia.
RispondiElimina@Fulvio
RispondiEliminaSì, è una biografia molto interessante, che fa riscoprire un autore del nostro cinema molto importante, e che ha fatto anche tanta televisione, in particolare negli ultimi anni (io sapevo de La Piovra, prima di leggere il libro).
Io credo che quell'essere infastidito dal raccontare fosse più che altro una volontà di non apparire in prima persona. Voglio dire che doveva essere una persona schiva, magari anche umile nonostante la sua grandezza. Saluti cari a te.
RispondiEliminaIn realtà è un discorso molto complesso, per capirlo dovresti leggere il libro. Non direi che fosse schiva, era in un periodo particolare, inoltre per lui lo scrivere sceneggiature era stato un lavoro in un certo senso di ripiego, voleva fare lo scrittore. Ma non solo questo, personalità complessa... leggetelo, e capirete.
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