Luca
Bash, Oltre le quinte
Autoproduzione
Esordio
solista, dopo il brutto incidente in moto e lo scioglimento della sua band, del
cantautore romano Luca Bash questo Oltre
le quinte, che nella versione inglese suona invece Keys of Mine. Come ha spiegato lui stesso, “i mie amici in inglese si dice Friends of mine, ma loro
sono le chiavi di questo disco, dedicato a loro. Da qui il
titolo. In italiano invece questo gioco di parole non era possibile, e il
titolo sta semplicemente ad indicare che oltre le quinte del teatro di
tutti i giorni che mi vede attore e spettatore esiste tutto ciò che si può
trovare ascoltando questo LP”.
In effetti nei quattordici brani che compongono Oltre
le quinte, ci sono molte storie, più o meno strettamente biografiche. Dalla
title-track intima e dal gran pathos a Giorni così, pezzo sulla vita
oggi (molto virtuale), con un bel sax, all’autoironico rock tiratissimo Tre
e non più tre, con gran chitarre, gran fiati. Da citare anche il quasi jazz
L’idiota (buono
citare Dostoevskij), Candide bugie, con organo suggestivo, chitarre cristalline e
materiale di riflessione, Dr Hyde, rock classico senza troppi fronzoli e
altre alte influenze letterarie.
Oltre le quinte in analisi finale
è pulito, semplice e diretto come la copertina lascia intuire (spero solo non
sia una cintura d’alligatore quella che vedo sotto le chiavi).
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