My
Escort, Canzoni in ritardo
Autoproduzione
Esordio maturo quello dei My Escort, band
veneta, con un nome ambiguo e riferimenti/ambizioni che vanno dai Coldplay a
Ligabue, dai Negramaro a certo pop-rock tormentato, ma che non fa male. La genesi del
loro primo disco ufficiale è lunga e fatta di rotture, ripensamenti, amori non
corrisposti nelle canzoni come nella vitaccia vera.
Canzoni
in ritardo,
scritte tra il 1998 e il 2013, finalmente cantate: Riflessi, è un pop-rock che mi ricorda tanto i vecchi Timoria, Un semplice addio, è un pezzo molto
carico, tra i Coldplay e Ligabue, e ci narra di un amore finito (tema ruotante
in tutto l’album), Qualcosa che non c’è,
grazie ad un piano classicheggiante e a dei fiati molto presenti, racconta bene
un amore di tanti anni fa (era il 1998 quando la si scrisse). Foglie e nebbia, teso sia nel testo sia
nella musica, è un brano per chi sente tutto contro e ne cerca il lato poetico,
Sabato, tenta inutilmente di sfuggire
al luogo comune, e con il giusto pathos descrive l’indescrivibile, mentre Le cose non cambiano mai, chiude il
tutto, lasciandoci l’amaro in bocca.
My Escort riprovano a ripartire come hanno
fatto molte volte: quel treno che corre nella campagna veneta tra fogli
svolazzanti sopra un campo di mais da poco tagliato, dove li porterà? Ai
posteri l’ardua sentenza?