Il condominio dei cuori
infranti (non badate all'assurdo titolo italiano, in
originale era Asphalte) del francese Samuel
Benchetrit (è il primo suo film ad arrivare sui nostri schermi),
vince su Le confessioni, del promettente italiano
Roberto Andò. La storia surreale del film francese, particolare, a
tratti incredibile, conquista per la sua freschezza. Un film così
non si va a vedere, ti chiama. Forte nel narrare con leggerezza la
vita dentro un vecchio condominio della periferia francese con
gente povera, ma molto dignitosa. Gran gioco di squadra, per
portare in gol l'oriunda Valeria Bruni Tedeschi, capace di giocare
con scioltezza sia in Francia, sia in Italia. Qui è una stralunata
infermiera di notte, che si beve le fandonie di un poveraccio in
carrozzina. Grintosa e imprendibile Isabelle Huppert, corre sulla
fascia sinistra, come attrice dal grande passato d'autore, che non
riesce più a fare film. Porta in gol il giovane figlio del regista
Jules Benchetrit: faccia d'angelo, sotto porta non perdona. Ma in
Francia come è noto giocano, ormai da anni, anche arabi, come la
vecchietta Tassadit Mandi, terzo gol per questo film. Lei è
l'anziana che accoglie in casa uno stralunato astronauta
americano, caduto per caso sul tetto del condominio.
Con Le confessioni,
Andò mette giù una gran bella squadra, con molti fuoriclasse in
zona d'attacco (Servillo, Auteuil, Favino), che si ostacolano
vicendevolmente. Che il Fondo Monetario Internazionale sia una
brutta banda già si sapeva, che abbia preso il sopravvento sulle
nostre vite, dettando l'agenda alla politica, pure, ma che l'unica
alternativa sia un prete morigerato, scrittore e un po' santone,
mi pare semplicistico. Toni Servillo è bravo, sappiamo, però mi
ricorda troppo certi personaggi di Sorrentino, e resta a bocca
asciutta (tanto, il sacerdote da lui interpretato, mangia solo
delle noci). Meglio Daniel Auteuil, perfetto nelle vesti del
malato direttore del FMI, l'unico goleador del Le
confessioni (non vi dico come andrà in gol). Favino si
agita per tutta la partita, politico italiano alla ricerca di
mediazioni impossibili, ma non convince nessuno. Il paragone con Todo
Modo, messo come lancio del film, l'ho trovato
eccessivo. Il capolavoro di Elio Petri era una potente allegoria
sulla DC di allora, pellicola coraggiosa e veramente antisistema
(per quel film pagò di persona), quello di Andò è dentro al
sistema, riformista ad essere di manica larga. A differenza di
Sorrentino, Andò sembra però ancora capace di governare ciò che
crea. Vedremo nelle prossime partite ... in un nuovo campionato.
Il "condominio dei cuori infranti" lo volevo andare a vedere, ma da queste parti ancora non è arrivato, a questo punto sono un po' pessimista...
RispondiEliminaMi incuriosiva soprattutto per la presenza di Michael Pitt (l'astronauta americano) che ho conosciuto in Boardwalk Empire, in cui spicca in un ruolo interessante e controverso (e pure un po' disturbante, come per Gretchen Mol), e poi perché il cinema francese, almeno un certo, di periferia e contaminazione fa sempre sperare in un mondo migliore... La Bruni Tedeschi l'ho vista bravissima, ma sempre troppo se stessa, nell'ultimo di Virzì, ma mi ha convinta il giusto..
Cerca di vederlo é un piccolo gran film. Pitt lo apprezzo fin dal film di Bertolucci, la Bruni Tedeschi una fuoriclasse ... per ne ha fatto gran gol anche in maglia azzurra, nel film di Virzì :)
RispondiEliminaIl film di Virzì mi è piaciuto e ha commossa, ma qualcosa non mi ha convinta, certo per la Ramazzotti la parte era molto più difficile, il personaggio della Bruni Tedeschi (che adoro come donna e attrice) mi è sembrata un po' un contentino alla mentalità berlusconiana/padana del più aspro e perfetto "il Capitale umano", e..magari la sanità Toscana funzionasse così, una leggera lecitina al PD c'è stata, cmq fa piacere che abbiano coinvolto le ragazze del centro diurno "Mah Boh" di Margine Coperta, sono state davvero brave.
RispondiEliminaNon conosco direttamente la sanità toscana, sicuramente il centro di Margine Coperta ne esce bene, come immagine. Direi che entrambi i personaggi non erano facili, ma alla fine a me hanno convinto entrambe: commedia all'italiana dolce/amara, stereotipi politici portati alle estreme conseguenze, e momenti davvero belli. Promosse entrambe.
RispondiEliminaho visto solo quello francese e mi è piaciuto.
RispondiEliminae la bruni tedeschi mi è sempre piaciuta.
Hai fatto bene, alla fin fine ... sì, la Bruni Tedeschi ha sempre avuto quel qualcosa in più rispetto a molte sue colleghe della sua generazione.
RispondiEliminaVoglio riuscire a guardarli per esprimere una mia opinione.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Ciao Ally, hai per caso visto Lo chiamavano Jeeg Robot?
RispondiElimina@Cavaliere oscuro del web
RispondiEliminaAspetto che li guardi, e poi mi dirai bene ... hai ragione.
@And
Non vedo l'ora ... è in programma al Cinema all'aperto, spero inizi l'estate.
Ma quanto è brava Valeria Bruni Tedeschi? E che brutto è il titolo italiano? Ma perché fanno ancora queste porcate?
RispondiEliminaNon ho risposte Silvia, anzi per risponderti ti quoto ;)
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