«Sarebbe straordinario che invece di chiudere Carta la si potesse riciclare. Carta che diventa letteratura e cinema, musica e teatro, movimento e sindacato, ma anche trattoria e parco giochi, fontanella nell'isola pedonale e orto in una scuola elementare. Riciclare Carta e rifare l'impasto una volta a settimana invece di buttarla nel secchio».
Con queste parole
Ascanio Celestini entra nella crisi del settimanale
Carta (ne ha scritto l’amica Ross sul suo blog:
Carta esce dalle edicole).
Da grande intellettuale Ascanio dice poeticamente cose molto concrete.
Carta, settimanale alternativo al sistema dominante, è la prima vittima dei tagli governativi alla stampa indipendente. La prossima vittima rischia di essere
il manifesto. Il rischio è alto. Io, da abbonato e lettore ventennale a questo quotidiano, ne soffro molto, ma vedo nelle parole di Ascanio una via da percorrere. Spesso e volentieri, per problemi di tempo, mi ritrovo a leggere
il manifesto una settimana dopo l’uscita, senza problemi. Ne leggo 5-6 in un una botta. Un quotidiano oggi non è più un foglio di carta buono per incartare patate e pesci, come diceva
Lugi Pintor, storico fondatore de
il manifesto. Internet lo brucia sull’attualità. Quindi, in breve, credo sia doveroso buttarsi in maniera massiccia sul web, unire le forze tra redazioni vicine culturalmente, per fare un settimanale/mensile/pensatoio che spacchi e rifletta. Non morire, ma rinascere sotto altre forme. Sbagliata, anche se dettata dalla forte crisi, la scelta di questi giorni di mettere la versione web a pagamento. Spero sia solo per rilanciarla meglio, consapevoli che il futuro sarà in
Rete. Anzi, è ormai il presente ...
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Vittorio Arrigoni.
Etichette: Allydiego, Ascanio Celestini, Carta, Crisi, Il manifesto, Luigi Pintor, Vittorio Arrigoni, YouTube
13 Commenti:
Ciao Ally, anche io sono un lettore da ormai quasi 15 anni del Manifesto e grazie a Carta, la mia vita privata è cambiata radicalmente. Da qualche tempo mi affido un po' più spesso alla lettura online del quotidiano per motivi anche economici anche se fatico. Io sono più un lettore da quotidiano di carta. Mi piace sfogliare, portarmelo dietro, ritagliarlo, tenere degli articoli.
E, a mio avviso, il solo quotidiano interessante rimasto nel paese. Non solo perchè offre spunti diversi e parla in maniera approfondita di politica estera ma anche perchè alcune volte ti fa incazzare, storcere il naso. Ti costringere a riflettere e anche a non essere d'accordo con quanto si è appena letto.
Il cartaceo ha tutto un altro "sapore" ma i tempi, a volte, ci obbligano a fare i conti con la realtà. E se non si vuole perire bisogna avanzare su altri fronti. Ciao Ally!
Io ho un'idea molto precisa di quale 'quotidiano' userei per incartare pesce… ma puzza talmente di marcio che credo che batterebbe il prodotto in esso confezionato! Anche i pesciolini, poveri, leggendo qualche periodo ci sputerebbero sù! L'altro giorno in una discussione su 'I diari dello scooter' si difendeva il diritto di dire quel che si vuole, di esprimere le opinioni liberamente… son d'accordo, ma a volte leggere certe bestialità, certi concetti vecchi e stantii, certe prese di posizione (non di parte perché son naturali), ma semplicemente e disgustosamente da 'lacchè', mi fa desiderare che brucino in un grande rogo! Poi mi dico: inquinano sia da carta che da cenere… e allora si rimpastino per farne qualcosa di più utile A TUTTI! :(((
Tutta la solidarietà a giornali liberi e che (hai ragione) dovrebbero unirsi, UNIRSI, per non morire!
Carta e il manifesto hanno bisogno come l'aria di nuove prospettive: personalmente li sento smarriti e in crisi (soprattutto il secondo) anche per aver in qualche caso rinunciato a immaginarsi il futuro, loro, nostro e di tutti.
Servono coraggio e lucidità per reinventarsi e poter sgusciare via sinuosi tra i mille ostacoli dell'informazione tradizionale e via web, ed è questo l'aiuto che dobbiamo offrirgli ben oltre il sostegno economico.
Facciamo circolare il loro appello quindi, tiriamo fuori le idee, non risparmiamo i consigli. Mettiamoci in movimento.
Senza Carta e il manifesto ci sentiremmo davvero molto più soli.
Purtroppo, e dico purtroppo, sta rubando lettori anche un giornale come Il fatto quotidiano, che a me non piace per niente.
Spero che Carta si rialzi presto!
@and
Allora esistono letture che cambiano la vita. Mi fa piacere per te, And, che Carta ti abbi trasformato la vita. Quanto a il manifesto, sono molto legato a questo giornale, quasi affettivamente. Devo dire, nonostante divergenze di linea attuale, rimane qualcosa di indispensabile per dare aria al cervello. Però è un quotidiano che posso leggere anche la settimana dopo, senza perdere granché. Questo vuol dire che se non riesce a vivere come quotidiano, deve assolutamente vivere online e pensare ad un settimanale, un mensile ... magari per un periodo. Mancano i nomi storici, inevitabile. Mi manca, ultimamente Ida Dominijanni. Non so se ci siano altri buoni quotidiani in giro. Perchè sono settario, e leggo solo il manifesto (e qualche volta Liberazione, anche questo quotidiano messo in crisi dai tagli, e per me da sostenere).
@Maraptica
Già, hai preso in pieno la mia idea. Nulla si crea, nulla si distrugge. Ci si trasforma. Certo, un'edicola senza il manifesto, Liberazione, e altri veri quotidiani di idee, anche diverse dalle mie, sarebbe qualcosa di drammatico.
@petrolio
Poveri pesci. Il discorso della libertà di stampa è complesso e lungo da fare. Certi giornali non li prendo manco in considerazione. Non esistono. Ignoriamoli e portiamo avanti i migliori. Già, facciamo un bella e buona pasta con l'unione tra i migliori. Questa è l'idea di Ascanio. Ma non solo giornali: web, radio, cinema ... tutte cose in crisi, una crisi voluta dal sistema dominate, che ci vuole passivi, spenti, poveri e brutti.
@Ross
Condivido totalmente. Aiutiamo a ritrovarsi per ritrovarci. C'è una crisi economica e una crisi di idee, intrecciate insieme. Per uscirne bene, bisogna risolvere entrambe. Facciamo circolare le idee, è l'unica via ...
@and
Non l'ho mai letto, e lo conosco poco per dirne male o bene. Ha una linea che non è la mia, e che è diversa da quella de il manifesto. Come si fa a passare da uno all'altro? ... come, del resto, come si fa a scrivere per il manifesto e poi passare a giornali "borghesi", come è successo a molti? Riotta, Barenghi, Menichini, Colombo ... belle domande. Quando scrivevano su il manifesto mi piacevano un sacco.
@Ernest
Già, che torni a volare. Come tutti noi ...
:(((
@ReAnto
Molto triste vedere il sole che non ride ...
@LaMentePersa
Se fosse un mondo perfetto, o almeno decente, succederebbe l'incontrario. Il futuro è nel web, concordo, anzi, no, il futuro è il presente ... E poi è vero, la pubblicità è una forma di censura e di controllo, quindi una questione di democrazia.
Bentornata Gio' @->-->-
Mi ha colpito molto quel tuo "ne leggo 5 o 6 in una botta" Alli. Io non arrivo a tanto, ma non posso non constatare quanto un giornale vero, senz'altro di parte ma obiettivo e coerente fino in fondo, come il Manifesto si possa divorare. Entrambi devono farcela a sopravvivere!
Nico, è il mio modo caotico di leggere, almeno da quando navigo troppo in Rete (e questo è un grande difetto della nostra era: la disattenzione, l'avere troppe notizie e quindi nessuna, la distruzione/rifacimento del pensiero e della cultura). Leggendo alcune lettere al manifesto (perchè, bisogna dire, è un quotidiano da leggere tutto), vedo che anche altri lettori fanno come me. Il punto centrale è che il manifesto, non è più quel quotidiano comunista pensato, tra gli altri, dal grande Pintor, e la sua idea di giornale buono, il giorno dopo, per incartare il pesce, non è più valida. Bisogna quindi pensare a qualcosa di nuovo. In pratica: non ci sono più i soldi per fare un quotidiano? Male, però prendiamone atto, teniamolo in vita nel web (libero, non a pagamento) ed usciamo come settimanale, mensile, in attesa di tempi migliori. Sottoscriviamo ora con questa consapevolezza nella zucca ...
p.s. e poi perchè Norma Rangeri non va più in tv da Santoro?
Per la reale libertà di stampa sarebbe, invero, necessario fare di più!
Sì Adriano, mi rendo conto che stiamo facendo veramente poco; utilizziamo al minimo oppure non utilizziamo per niente gli strumenti sempre più potenti che abbiamo a disposizione. Qui c'è una riduzione continua ... Un anno fa, pensare al mio manifesto solo sul web, mi avrebbe fatto orrore. Ora la trovo una soluzione normale ...
C'è da meditare.
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