venerdì 21 settembre 2018

In palude con Angus McOg

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE indie rock? Indie folk rock? AAA? (che domanda difficile…)
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL autoproduzione
PARTICOLARITA’ oddio non saprei...
CITTA’: Modena/Reggio Emilia
DATA DI USCITA 24/8/2018
L’INTERVISTA
Come è nato Beginners?
Beginners è nato praticamente tutto come un album chitarra e voce. Dopo il precedente lavoro di Angus Mc Og registrato nel 2013, Arnaut, dove c’era un po’ un miscuglio di diverse cose, sia nella musica che nei testi, mi ero dato l’obiettivo di fare qualcosa di più compatto e diretto. Mi sono proposto di iniziare a scrivere testi come se fossero brevi racconti e di rimanere molto acustico con la strumentazione. Se con i testi l’idea iniziale è arrivata fino alla fine… con la parte musicale devo dire che invece ci siamo decisamente lasciati andare…
Perché questo titolo?  … cosa sta a significare?
Il titolo Beginners/principianti mi è rimasto impresso qualche anno fa leggendo l’omonima raccolta di racconti di Rayomnd Carver. Si tratta del volume più o meno noto uscito nel 1981 con il titolo Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, ripubblicato solo nel 2009 con titolo e contenuti originali (nell’81 l’editor di Carver aveva tagliato i racconti fino anche a metà della loro lunghezza). C’è un senso di sospensione in questa immagine del principiante, qualcosa che è difficile spiegare, ma che si percepisce molto bene a pelle. Forse perché per quanto si impari a stare al mondo è molto facile che anche un solo minimo tassello che va fuori posto faccia riaffiorare appunto la carne viva e tenera del principiante.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
I pezzi sono nati nell’arco di diverso tempo, quasi tutti accomunati da questa idea di voler provare a scrivere in modo piuttosto narrativo, come appunto se si trattasse di racconti brevi più che di canzoni. C’è stato un discreto lavoro di editing sotto tutti i punti di vista e via via che il lavoro veniva messo a fuoco musica testi e arrangiamenti sono stati rimaneggiati più volte fino ad arrivare al risultato finale.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Un episodio in particolare forse no. Però sicuramente una particolarità per noi è stata quella di dover scrivere tante partiture su pentagramma per le registrazioni! Sono state indispensabili per registrare gli archi, fiati e qualche altro strumento… lavorando con alcuni musicisti classici giustamente questo è il sistema tuttora più veloce e preciso per intendersi. Per chi c’è abituato questa è un’ovvietà, ma per noi è stato un bell’esercizio di ripasso, ci siamo sentiti molto seri e professionali… anche se in realtà abbiamo scritto una valanga di errori, prontamente segnalati e corretti dai veri musicisti seri e professionali che hanno registrato dette parti...
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Mah… anche se c’è questo intento narrativo e questo trait d’union dato dal titolo, non definirei in effetti questo come un concept album: non c’è un argomento, uno sfondo ideale intorno a cui tutte le canzoni ruotano. Piuttosto direi che è un lavoro in cui ci siamo dati delle linee guida, dentro alle quali stare. Se dovessi scendere più in profondità su quest’idea dei principianti, direi che in diversi pezzi, inevitabilmente le storie messe in scena, sono storie che ruotano intorno all’amore, magari anche in senso lato talvolta. Di nuovo, senza bisogno di troppi ragionamenti, una storia d’amore è come una mirroball: prende quest’idea del riscoprirsi principianti e la moltiplica migliaia di riflessi dove ognuno può ritrovare un pezzo che gli appartiene, una finestra sul proprio film a cui aggrapparsi.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Beginners? … che ti piace di più fare live?
Domanda difficile… un po’ in tutti i pezzi ci sono cose a cui sono particolarmente legato, vuoi per un verso che mi piace cantare, vuoi perché viene particolarmente bene dal vivo ecc. Se devo individuare una manciata di cose, direi che mi piace molto cantare A rooftop love song, così come anche Between the Lines e Beginners sono tra i testi che preferisco. Invece Turkish Delight e Ulysses sono probabilmente i pezzi che in questo momento mi piace di più suonare con la band.
Il disco è uscito con il sostegno promozionale di ABuzzSupreme … chi altri attorno a te da citare?
Fondamentale per il percorso di Angus McOg nell’ultimo anno e mezzo è stato l’apporto di Luca Di Mira, dei Giardini di Mirò, che è entrato nella band come bassista, ma soprattutto è stato determinante nel mettere a punto l’orizzonte creativo e sonoro di Beginners. Poi un grandissimo contributo è venuto da Davide Cristiani, di Bombanella Soundscapes, lo studio dove abbiamo registrato e con cui lavoro da anni. Per me è diventato un po’ una seconda casa, un posto dove è molto facile poter sperimentare mentre si riprende una batteria o mentre si mixano gli archi. Davide è una persona che riesce sempre a creare un clima molto sereno mentre si lavora e si è dedicato a questo lavoro veramente in modo speciale.
Copertina con il volto dell’innocenza. Come è nato lo scatto e chi è l’autore? … e il protagonista?
Anche qui ovviamente le idee iniziali su come dovesse essere l’artwork erano le più disparate… quando abbiamo però visto questo scatto ci siamo però convinti subito che fosse l’immagine giusta. La foto è di Federica Troisi, fotografa di Reggio Emilia, e il soggetto ritratto è suo figlio Santiago. E’ stato Luca a dirle che stavamo cercando qualcosa per la copertina e a chiederle se aveva qualche suo lavoro da farci vedere. Non c’è stata storia, questa foto dice tutto quello che avremmo potuto dire per spiegare il titolo.
Come presti dal vivo il disco?
Per questo nuovo giro di valzer, Angus McOg ha una band bellissima con cui sono davvero felice di suonare. Oltre al già citato Luca di Mira al basso, abbiamo un nuovo batterista (Luca anche lui…) e alle tastiere, chitarre, tromba e cori il grandissimo Enrico Pasini, già polistrumentista tra gli altri per Beatrice Antolini e Junkfood.
Altro da dichiarare?


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10 Commenti:

Alle 21 settembre 2018 alle ore 19:54 , Blogger Alligatore ha detto...

Gran ritorno in palude per Angus McOg, folk dilatato/dilatante made in Emilia.

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 19:56 , Blogger Alligatore ha detto...

Ritorno con questo disco gustoso, intensamente folk ma non solo...

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:00 , Blogger Alligatore ha detto...

Dieci perle, veramente una più bella dell'altra, che mi è difficile fare qualche titolo.

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:04 , Blogger Alligatore ha detto...

Forse Ulysses: gran pezzo, pop-rock internazionale, ottimo per pogare. Bel cantato, anni '80 nella ritmica, che poi a metà prende delle virate psichedeliche per poi finire in un crescendo di vocalizzi, organi, chitarre, ritmica, l'arpa e chi più ne ha ... Il titolo ben lo rappresenta, e la musica/parole pure...

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:06 , Blogger Alligatore ha detto...

Stessa magniloquenza per Cold Sand, dall'inizio davvero magico, con organi che creano una melodia incredibile, un incedere inesorabile ... poi la voce, che ne fa un pezzo ancora più ricco, sempre di più.

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:11 , Blogger Alligatore ha detto...

Ma, come dicevo, è un disco tutto bello, dall'iniziale Laika, corale, che sale, ascolto dopo ascolto. vero indie-folk-rock... grande intensità nei suoni a partire dalle chitarre e i violini, al pezzo che chiude, Chanting Mime Hands, altrettanta intensità a suggellare un disco decisamente intenso dove si sente, la voce, gli archi, il ritmo.

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:13 , Blogger Alligatore ha detto...

Come non citare poi la title-track? Beginners, dalle emozioni folk contenute, che crescono piano piano con tante cose, e una ritmica incalzante ...

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:15 , Blogger Alligatore ha detto...

Meritano di essere ricordate anche A rooftop love song, pop dal gusto internazionale, virato verso il folk con il gusto per la parola (non a caso dice che è tra le preferite da cantare) e Turkish Delight gran patos, dato in primis dall'organo, che avvolge fin dalle prime note. un pezzo molto intimo e allo stesso tempo universale.

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:15 , Blogger Alligatore ha detto...

Vorrei citarle tutte, la piadina e pronta, e noi facciamo ripartire il disco cenando ... ormai lo conosciamo a menadito.

 
Alle 21 settembre 2018 alle ore 20:16 , Blogger Alligatore ha detto...

Ve lo consiglio spassionatamente anche a voi, se non l'avete capito.

 

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