NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Incatalogabile
DOVE ASCOLTARLO su vinile,e se proprio volete online qui
LABEL Luce Sia
PARTICOLARITA’ il Marisco giovane
CITTA’ Milano
DATA DI USCITA 10.12.2022
L’INTERVISTA
Cosa è Pre Monofonic Orchestra?
È un nastro magnetico ¼ di pollice “ritrovato” che è poi diventato un 12” in vinile a 45 giri composto da cinque brani (tutti strumentali, tutti inediti) per un totale di 22 minuti circa . Questi brani sono le prime composizioni/registrazioni professionali che abbia mai effettuato. Ero un giovane diciassette/diciottenne nell’aula di Composizione Musicale Elettronica del Conservatorio G.Verdi di Milano, cioè quella del corso tenuto dal M° Angelo Paccagnini che a fine anni ’70 frequentavo. Questo accadeva circa due/tre anni prima della pubblicazione del mio primo album.
Quindi c’è stato un pre?
Assolutamente. Le composizioni che compongono questo mini album sono in un certo senso le basi che mi condussero alla realizzazione del primo disco Italian Records: Music Design (1981) e al tempo stesso sono le prinicipali “responsabili” della nascita e delle ragioni del mio alias più celebre: MONOFONIC ORCHESTRA. Quindi, un vero e proprio prequel a tutti gli effetti.
Come è stata la genesi di questo disco, come è uscito oggi?
La si deve fondamentalmente a quanto di meno artistico ci possa essere: un trasloco. Senza il ritrovamento grazie ad un recente trasloco, il nastro che divenne disco, sarebbe ancora nascosto, perduto nell’oblio.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Pre Monofonic Orchestra? Allora e oggi…
Ieri: il mio entusiasmo parossistico per forme d’onda, filtri e rumore bianco. Oggi: osservare e ascoltare la passione e la competenza di Attila Folklor che ne ha curato il mastering.
Potrebbe essere un concept-album Pre Monofonic Orchestra?
Mi piace pensarlo piuttosto come il suo esatto contrario. Un album concreto, solid come direbbero gli inglesi.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? Quattro, perché nella sua apparente disarmante semplicità preannuncia future disallineate complessità.
Come mai Luce Sia come label?
Perché avevamo già realizzato insieme nel 2018 lo split MONOFONIC ORCHESTRA/ ODRZ a 7” (The End of The Beginning/The Beginning of the End ) e ci siamo trovati molto bene sia a livello umano sia dal punto di vista tecnico. E queste sono per me le cose più importanti. Anzi penso siano proprio le precondizioni ideali per qualsiasi progetto.
Copertina molto bella, veramente di forte impatto. Come è nata? Chi l’ha realizzata?
Mi piaceva che rappresentasse in un certo modo ciò che ero al tempo di quelle registrazioni e anche che l’immagine del nastro originale comparisse da qualche parte al suo interno e in più forse solo due parole: Robert Raushenberg. Ne ho parlato poi con Sacha Rovelli (produttore esecutivo) che a sua volta ha coinvolto nel processo Rosa La Vita (che cura artwork e grafica per Luce Sia) che l’ha poi concretamente realizzata, interpretandone magnificamente lo spirito.
Come presenti dal vivo il disco?
Vista la natura così particolare del disco, non abbiamo previsto una versione live. Ma chi desiderasse venirmi ad ascoltare nella versione Marsicoditrapani potrà farlo sabato 18 febbraio alle ore 21 (Sabato Pop Eretico) nell’ambito della mostra Eretici Arte e Vita presso il Mart di Rovereto. Qui tutto ciò che c’è da sapere.
Sempre un piacere ospitare in palude Maurizio Marsico perché è un grande amico, in primis, ma ancora prima un grande artista.
RispondiEliminaQuesto blog ha sempre tenuto in grandissimo conto la musica sperimentale, la musica colta versione Novecento, e questo Pre - Monofonic Orchestra ben la rappresenta.
RispondiEliminaMusica ritrovata, oggi, musica dal futuro (il 1977/1979), quando Maurizio non era ancora Monofonic Orchestra, il nome con il quale sarebbe dientato noto nel mondo.
RispondiEliminaSoli cinque pezzi per questo prezioso vinile in 250 copie numerate, ma che dimostrano di che pasta si sarebbe dimostrato in futuro.
RispondiEliminaIl pezzo preferito di Maurizio, dice nell'intervista, è Quattro, che apre l'album: il ritmo che si fa rumore, la sperimentazione a livelli altissimi, con finale di impressionante scampanellio filmico.
RispondiEliminaNon è da meno Cinque nove minuti di sperimentalismo puro con i fiati in gran evidenza... ma sono fiati? E il piano è un piano? E ...
RispondiEliminaAltro pezzo da citare è Tre: tensione, ma anche spensieratezza, quasi melodico, ma quando lo è troppo si interrompe e rinasce la tensione.
RispondiEliminaMa è tutto un disco da ascoltare e riascoltare, per assaporare ogni volta cose nuove....
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