NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: Elettronica/Electropop/Sperimentale
DOVEASCOLTARLO: su tutte le piattaforme digitali, tipo qui
LABEL: Beta Produzioni
PARTICOLARITA’: atmosfere oniriche e sospese
CITTA’ Roma
DATA DI USCITA 18/11/2022
L’INTERVISTA
Come è nato Inaktuell?
INAKTUELL rispecchia l’intersecazione delle nostre diverse provenienze musicali e delle nostre ispirazioni e suggestioni, raccoglie in sé i nostri interessi per la sperimentazione, la techno, il pop, la letteratura e le arti visive. Abbiamo cercato di perseguire l’intenzione di creare un album che racchiudesse la diversità delle nostre origini e che, allo stesso tempo, presentasse un certo grado di coerenza stilistica e concettuale.
Come mai questo titolo?
Ha una duplice radice e motivazione: rappresenta sia un manifesto di intenti (e di identità) che il fil rouge concettuale di tutti i brani compresi nell’EP. Riguardo al primo aspetto, le nostre idee di scrittura e composizione non rispecchiano, né ricercano l’aderenza al gusto prevalente nello scenario musicale contemporaneo, ma sono state sviluppate solo seguendo la nostra creatività e il nostro desiderio di sperimentazione. Rispetto al secondo motivo, tutte le canzoni sono state ispirate da un personaggio (realmente esistito o letterario) visionario, dislocato dal suo tempo, un anticipatore del futuro. Tra le donne e gli uomini di cui parla INAKTUELL, ad esempio, ci sono Mileva Maric e Albert Einstein, Wolfgang Pauli, Sigmund Freud. Meravigliosamente inattuali.
Come è stata la genesi dell’ep, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
È stato, per molte ragioni, un processo discontinuo e non lineare, sia in termini temporali che di modalità di composizione. L’effettiva fase di arrangiamento, registrazione e mixaggio è avvenuta tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, a casa del nostro produttore, Sante Rutigliano. Chiusi in una stanza con una pandemia mondiale in corso, una scena di resistenza all’Apocalisse!
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Le infinite discussioni sulle frequenze con il nostro produttore (una strenua lotta per far alzare synth e pad e le sue spiegazioni scientificamente solidissime per non sprofondare nelle medie) e i suoi memorabili pranzi.
Se Inaktuell fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Eh sì! Ti ho già svelato la questione nella risposta sul titolo. È un inattualissimo concept album!
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di questo vostro ep? … che vi sembra ideale da fare live?
Amiamo tutti moltissimo Mileva per le sue pulsazioni continue e il suo viraggio improvviso nella parte centrale, la coda ci esalta sempre e credo sia il pezzo più eccitante da suonare live, fa ballare anche noi.
Chi avete auto più vicini a livello produttivo, prima, durante e dopo la lavorazione del disco?
Indubbiamente Azzurra Sottosanti, il nostro ufficio stampa, che si è sempre dedicata a noi con cura e impegno, a fronte delle difficoltà che un progetto così delicato presenta per la sua promozione. E poi Sante Rutigliano, il nostro produttore artistico, che ci ha seguiti con attenzione e precisione in ogni fase della realizzazione dell'EP.
Copertina molto lineare, direi quasi fredda, con questa città infinita… Come è nata? Chi è l’autore?
Si tratta di un progetto di Mario Chiattone, uno dei pionieri dell’architettura futurista (se vuoi è il settimo inattuale di questo nostro lavoro), che è stato modificato e rivisitato dall’illustratrice Margherita Maggi (Dandelion), anche lei architetto.
Come presentate il disco dal vivo?
Al momento il live set si compone dei brani dell’EP e di un’apertura e una chiusura esclusivamente strumentali. Suoniamo tutti e tre synth, drum machine, pad e ci avvaliamo dell’uso delle basi.
Altro da dichiarare?
La prossima volta incontriamoci in un planetario piuttosto che in una palude, sai che la costellazione del Dragone nell’antica India veniva vista come un alligatore?
Bell'esordio questo degli Hack, terzetto con due ragazze e un ragazzo, con i quali mi piace finire l'anno con l'intervista in palude 2022 (sì, la prossima facciamola in un planetario Hack.. non sapevo che che la costellazione del Dragone nell’antica India veniva vista come un alligatore. Speriamo sia l'anno dell'Alligatore il prossimo :)
RispondiEliminaMa veniamo al disco, un Ep denso e scattante, con sei pezzi cantati con partecipazione e capaci di coinvolgere l'ascolto.
RispondiEliminaLa mia preferita è Via Lattea, canzone che ricorda certi momenti del buon Battiato sia nel modo di cantare sia nei suoni, coinvolgente e dinamico. Stupenda!
RispondiEliminaCiao Diego! è una cover di Battiato 🖤🖤 Denise di HACK
EliminaNon male anche il brano che chiude in modo onirico, Che tu sia sogno, appunto, cantato in modo ispirato, con tastierine moroderiane, un ritmo che sale...
RispondiElimina... e che dire di Mileva?... intenso e partecipato, emozionante, dedicato alla fisica serba Mileva Marić, elettronica ritmica con momenti rock!
RispondiEliminaMa sarebbero da citare tutte le canzoni dell'EP: dall'inizio Aria bianca, ottimismo elettronico al vibrante Flares con tastiere in evidenza.
RispondiEliminaAh, dimenticao WP gran vibra per una canzone che sembra uscire dagli ottimisti anni '80, dedicata a Wolfgang Pauli, fisico quantistico austriaco.
RispondiEliminaBella l'idea di dedicare questo disco a nomi della Fisica che io non conoscevo e bello chiamarsi Hack, che a sto punto immagino sia un omaggio alla nostra Margherita... bene, bravi, vi aspetto in futuro con un disco lungo!
RispondiEliminaFaccio conoscenza ora di questo gruppo musicale davvero interessante, bella la fusione di musica elettronica e lingua italiana. Sono davvero bravi, complimenti anche a te per l'intervista
RispondiEliminaGrazie Caterina, sì, il bello delle mie interviste è portare alla luce nomi meno noti. Mi fa piacere che ti siano piaciuti.
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