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lunedì 26 settembre 2022

In palude con Rooms by the Sea

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE Alternative rock

DOVE ASCOLTARLO Tutte le piattaforme digitali tipo qui

LABEL RBTS Records

PARTICOLARITA’ Album d’esordio         

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CITTA’ Firenze                

DATA DI USCITA  24 giugno 2022

 

L’INTERVISTA

 

Come è nato Rivers and Beds?

Rivers and Beds è nato più di due anni fa in modo spontaneo perché abbiamo sentito l'esigenza di provare la dimensione dell’album. Ci piaceva l’idea di un gruppo di pezzi legati da un filo comune non lirico e musicale e ci siamo detti “perché non fare un album?”. Così abbiamo cominciato.

 

Come mai questo titolo? 

Il titolo è stato molto dibattuto. Abbiamo scelto Rivers and Beds, un verso del brano Tomorrow, perché rispecchia il dualismo tra la sfera personale e la relazione con gli altri, che è il filo conduttore di tutto l’album. L’idea è quella di trasmettere i due aspetti come l’interno e l’esterno e metterli in dialogo, come il quadro Rooms by the Sea di Hopper, da cui prendiamo il nome.

 

Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

L’idea di fare un album è nata in modo spontaneo e quasi casuale ma il processo di realizzazione non è stato semplice. È stato un alternarsi di momenti molto produttivi e altri di crisi, in cui alcuni pezzi non riuscivano ad amalgamarsi a quelli già arrangiati. Per questo e per via degli eventi pandemici, ci abbiamo messo quasi due anni di lavoro. Dopo tutto quel tempo, riuscire ad ascoltare l’album dall’inizio alla fine è stata una strana sensazione…

 

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?

Non abbiamo episodi eclatanti ma ci rimangono sicuramente tutti i momenti della quotidianità dello studio di registrazione.

 

Se  fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

Tutte le tracce dell’album sono come un dialogo con se stessi e parlano anche di scoperta. Non pensiamo potrebbe mai essere un concept album però, perché racchiude frammenti della nostra musica appartenenti a periodi anche molto diversi tra loro.

 

C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Rivers and Beds? … che vi sembra  ideale da fare live? 

Sicuramente un pezzo ideale da fare dal vivo è Copenhagen per la sua impronta più pop che si sposa bene a un contesto live. Per quanto riguarda i pezzi che preferiamo, la scelta non è facile, perché ognuno di noi ha opinioni differenti. Sicuramente gli ultimi due brani arrangiati, Great Void e Tomorrow, sono più vicini a come ci piace fare musica adesso. Per via della lunga durata degli arrangiamenti, inevitabilmente i nostri gusti sono cambiati e preferiamo i brani che cronologicamente abbiamo arrangiato più di recente. 

 

Come è stato produrre questo disco? Qualcuno da citare?

Il processo di produzione del disco è stato travagliato. Non è stato sempre immediato trovare una visione comune dei brani e quindi lo scontro e il compromesso sono stati parte fondante. Per fortuna siamo stati aiutati da Giacomo Salani, della Fucina Studio, che ci ha schiarito le idee quando ne avevamo bisogno.

 

Copertina fiabesca, con questa bambina dai capelli turchini che dorme… Come è nata? Chi è l’autore?

La copertina è nata dalla collaborazione con Chimù (Chiara Mulas), che ha curato tutte le grafiche dell’album. L’idea era quella di rappresentare sia l’acqua (Rivers), intesa come metamorfica ed esterna a noi, sia il letto (Beds) come un luogo di pace e sicurezza, intimo. Siamo molto contenti di come Chimù è riuscita a sintetizzare tutto questo.

 

Come presentate il disco dal vivo?

Per la presentazione dell’album dal vivo, abbiamo deciso di non suonarlo da cima a fondo ma di intervallarlo con altri nostri brani e qualche cover. Ci è sembrato il modo naturale di procedere: usare Rivers and Beds come ossatura e costruirci sopra un’esperienza più articolata che passa anche da alcuni brani, di altri autori, riarrangiati da noi.

 

Altro da dichiarare? 

Noi siamo Teresa, Lapo, Mattia ed Elena.

 


 

8 commenti:

  1. Gran piacere ospitare in palude i Rooms by the Sea, band fiorentina che ama incrociare le arti, dalla pittura alla poesia, alla musica, ovviamente.

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  2. Il loro nome è preso da un dipinto di Edward Hooper davvero impressionante: di desolante solitudine e apparente libertà (molto adatto a questi tempi pandemici durante i quali il disco è stato registrato).

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  3. Un disco di otto splendide canzoni dall'iniziale Another Life, cavalcata pop elettronica un po' lisergica dal cantato caldo e intenso (ricorda il timbro di una giovane Tony Childs).

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  4. ... alla finale Tomorrow pop internazionale dal gran ritmo e le tastiere a giocare con la voce come non mai (una voce angelica, quasi da dance anni Ottanta).

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  5. E in mezzo cose belle come Lost Thought, giocattoloso, un ritmo da marcetta e ancora la voce particolare di Teresa a farsi largo tra staffilate rock e l'elettronica.

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  6. O Copenhagen pezzo di pop elettronico dal sapore internazionale, che non sarà difficile apprezzare live, come dicono nell'intervista. Tastiere in evidenza e un ritmo che sale!

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  7. O New Lights chitarra/voce intenso nel cantato quanto nel suono: la parte finale davvero bella con le tastiere a dare il ritmo.

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  8. Ma è tutto un grande disco, uno dei migliori esordi che ricordi. Ne sentiremo ancora parlare dei Rooms by the Sea. Parola di Alligatore.

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