Tiberio Ferracane, Magaria
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Magaria vuol dire, in dialetto siciliano incanto/incantesimo, ma anche magia, fattura. Direi che tali parole rappresentano bene la musica di questo album di Tiberio Ferracane, nato a Collegno (To), da genitori nati in Tunisia da immigrati siciliani. Che giro di culture attorno al mediterraneo, con lingue, cibi, storie, sentimenti, viaggi. Tutto questo si ritrova in Magaria, gran disco fatto di sedici canzoni. Metà originali, metà grandi classici che non ti aspetti, riscoperte per me, ma anche per voi, se avrete voglia di ascoltarle.
Difficile dirne una rispetto a un’altra, e allora provo a dirvi quelle che mi hanno colpito di più. Partirei dalla title-track, cantata in italiano, francese, e siciliano, piena di parole, suoni, con il piano a darci dentro, un gran ritmo, la fisarmonica e altri strumenti popolari, come tutto questo disco. Dall’altra parte della notte è un pezzo molto personale, che racconta la storia d’amore dei suoi genitori, tra Tunisi e l’Italia, con rumore del mare, navi, treni, viaggi, e la sua voce roca a raccontare al piano. Un’ora sola ti vorrei è un grande classico della nostra canzone, scritta nel 1938, ha avuto un sacco di versioni, e ora questa sua commovente, che la rende attuale.
Ma perché non citare Era de Maggio, classico napoletano, o Capodanno di un certo Califfo (in romanaccio, ovviamente), o L’Italien, resa celebre dall’italiano di Francia Serge Reggiani? O le originali Carlo, su di un amico originale (anche lui), Il mio amore di rosso vestita, contiana, tra amore e gelosia, Dall’altra parte della notte, caposseliana, sul tempo, i viaggi, la notte… E poi tutte le altre, tutte da ascoltare.