NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE alternative- cinematico-indie pop
DOVE ASCOLTARLO In streaming su tutte (qui) le piattaforme digitali e in vinile
LABEL L’amor mio non muore
PARTICOLARITA’ senza tempo [parola di Alligatore]
CITTA’ Cesena
DATA DI USCITA 27.05.2022
L’INTERVISTA
Come è nato Camera Oslo?
Camera Oslo è nato prima dentro la mia testa, come tutti i dischi, immagino tutto già finito, con una locandina e una storia che poi prende forma nei miei appunti. Questo disco è nato in un periodo preciso, subito prima e durante la pandemia. Nello studio di Roberto Villa ha trovato la dimensione perfetta, per essere raccontato.
Come mai questo titolo?
Perché ad Oslo ci sono ricordi d’infanzia. Alla fine degli anni Settanta, ci siamo trasferiti in Norvegia con la mia famiglia, perché mio padre aveva un contratto come musicista in un’orchestra. Si viveva negli hotel. Mi sono rimaste delle immagini rarefatte, avevo solo 2 anni, ma tutto questo è riemerso nella mia mente e ho voluto che diventasse l’ambientazione affettiva di questo album, che vuole omaggiare senza alcun dubbio, anche nei suoni, gli anni Settanta.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
E’ partito tutto dal brano Giovanna. Avevo un’idea ben chiara sul soggetto, come la scena dell’intro di un film, ancor prima dell’arrangiamento. Ho immaginato questa ragazza che ballava in una dancehall degli anni Settanta, irriverente, libera e volevo danzasse su un brano “veloce” una sorta di shake. Roberto ha ascoltato il provino e ha messo giù delle idee che mi hanno convinto immediatamente. Dopo Giovanna, ho capito che la strada che doveva prendere l’album musicalmente, era esattamente questa: scrivere temi e refrain musicali semplici per legarli a storie e vissuti, cercando di creare parti musicali ampie.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Camera Oslo?
La produzione di Antidoto. E’ stato istruttivo vedere Alberto Bazzoli ricercare sulla farfisa il suono dell’organo acido giusto, chiudendo e aprendo filtri, decacy, attacchi. Ho avuto la percezione di toccare la musica che ascoltavo con le mani, perché con le mani veniva plasmata. Ed è questa la sensazione che provo per descrive, a modo mio, il mondo analogico.
Se Camera Oslo fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Camera Oslo è un viaggio nel tempo in uno spazio che può albergare dentro ognuno di noi, fatto di ricordi, nostalgia, tenerezza e commozione, che a volte è necessario visitare per comprendere pezzi della propria vita. A questo luogo, io ho scelto di assegnare questo nome, per i motivi affettivi che ti ho raccontato. C’è poi un filo, invisibile ma essenziale, che lega tutto: la mia dedica alla musica, che trovi scritta prima dei testi sulla busta interna del vinile.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero disco? … quello più da live?
Sì, ci sono dei pezzi che preferisco, e vedi caso, sono quelli che mi commuovono. Finora lo facevo ascoltando canzoni di altri. È accaduto ora, che per la prima volta, mi commuovo ascoltando brani di Camera Oslo, ad esempio come La libertà, o Sarà successo. Forse sto invecchiando e le mie inibizioni stanno crollando, o forse ho scritto un album commovente sulla mia pelle. Sul palco invece, sono sicura che verrà fuori con molta acidità psichedelica, Antidoto.
Come è stato produrre questo tuo disco con L’Amor mio non muore e 261 Records?
È stato fondamentale. Non avrei potuto sviluppare quello che avevo in mente. E’ stato affascinante ed è stato anche come un ritornare bambina, a quando andavo in studio con mio padre a vederlo registrare e rimanevo imbambolata, affascinata da tutto quello che accadeva li dentro.
Copertina che colpisce per la sua classicità. Come è nata? Chi l’ha pensata così?
Ringrazio Stefania Domina una creativa e non solo. A lei ho spiegato le mie idee. Mi ha dato delle indicazioni ben precise e durante un mio soggiorno all’estero lo scorso ottobre, ho scattato la foto che poi lei avrebbe utilizzato rielaborandola graficamente.
Come presenti dal vivo il disco?
Lo presenterò con la band. Saremo in 5 sul palco.
Altro da dichiarare…
No, vostro onore!
Seguo da un po' Cassandra sui social, e ho visto praticamente nascere questo disco, con i primi singoli (ne ho parlato anche su Linus di gennaio).
RispondiEliminaAppena ho sentito il suo disco ne ho voluto subito parlare con lei qui in palude, vista la bellezza dei suoni (anni Settanta), e certi momenti film.
RispondiEliminaHa fatto un gran bel disco questa ragazza degli anni Settanta, sul filo dei ricordi a Oslo, con il padre musicista ... e tutto questo si sente. Per uno che adora gli anni Settanta come me, il massimo...
RispondiEliminaSi parte con un pezzo con un titolo che è già un programma Camera Oslo (Waiting for Ennio). La title-track con un piano magico, fischiettare magico, archi, vocalizzi... tutto magico. Sembra di essere proprio negli anni Settanta dei film di Ennio.
RispondiEliminaPoi c'è Giovanna, pezzo dal quale, dice nell'intervista, è nato tutto.
RispondiEliminaStoria d Giovanna, ragazza degli anni Settanta/Ottanta, con ironia, nostalgia, un pop nostalgico che sale, un vocalizzo che entra dentro, il farfisa, psichedelia a piene mani...
RispondiEliminaLa mia anrchia ama te è il titolo splendido del terzo pezzo. Organo presente, un ritmo che sale, per una Storia d'amore anarchico dal testo folle, d'amore e rivoluzione, un cantato che ricorda fortemente la Bertè.
RispondiElimina... e siamo solo al terzo pezzo, ragazzi. Ragazzi,che gran disco, come dicevo, l'ho voluto subito in palude.
RispondiEliminaConfesso è un pezzo libero, con il giusto ritmo e divertimento: intimo. riverberi di chitarra, una voce romantica e una certa psichedelia di fondo.
RispondiEliminaPoi sì, La libertà, piano/voce con un testo da mandare a memoria. Stupendi poi gli arrangiamenti di archi.
RispondiEliminaMa potrei parlarvi de L'antidoto, Sarà successo (su questi nostri ultimi due folli anni, almeno io l'ho capito così), Il mio gigante molto baustelliano ... insomma tutto questo gran disco, Camera Oslo.
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