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lunedì 16 maggio 2022

In palude con Shijo X

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE SOUL, POP, TRIP HOP

DOVE ASCOLTARLO IN CUFFIA, SULL’AMACA, AL BUIO da qui

LABEL AUTOPRODOTTO

PARTICOLARITA’ LA DISPENSA DEGLI ALIMENTI IN CUCINA HA OTTIME PROPRIETA’ FONOASSORBENTI

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CITTA’ GIULIANOVA (TE)

DATA DI USCITA 22/03/2022

L’INTERVISTA

Come è nato Four?

La nascita di FOUR è stati quasi casuale come sicuramente lo è stata la realizzazione. Era da diverso tempo che avevamo voglia di cimentarci nella produzione di cover. Quelle che abbiamo scelto sono canzoni che conoscevamo ma che avevamo perso nel tempo, le abbiamo riscoperte tutte grazie a film o serie tv: Nancy Wilson su The End Of F**KING WORLD, Irma Thomas su Black Mirror, Wendy Rene su Slevin (Patto Criminale) e Etta James sul film Cadillac Records. E’ stato molto difficile non prendere in considerazione altre voci tipo Aretha Franklin o Nina Simone ma volevamo evitare di focalizzarci su troppe tracce e in qualche modo quelle scelte hanno un collegamento fra loro. Il secondo step, il più difficile, è stato quello di reimmaginare quello che poteva essere l’arrangiamento. Non volevamo in maniera assoluta né snaturare la struttura delle canzoni né la linea vocale ed allo stesso tempo desideravamo in qualche modo metterci del nostro. La parola più azzeccata è rilettura in questo caso. Il lavoro di preparazione alla registrazione (estremamente veloce) è stato sicuramente il più complesso ma sentiamo di essere riusciti nel nostro intento. Siamo estremamente soddisfatti del risultato 😊

Perché questo titolo? Perché un ep? …una cosa è legata all’altra.

In realtà le due cose non sono collegate. Come per gli altri album (…If a night e Odd Times) il titolo è arrivato solo in un secondo momento perché è proprio durante la lavorazione delle musiche che riusciamo a trovare l’idea chiave che rappresenti il lavoro che stiamo registrando. Four è un EP perché sin dall’inizio non è stato concepito come un album. Sia l’ideazione che la produzione sono legate ad un progetto che consideriamo parallelo alla nostra produzione originale. Stiamo attualmente lavorando anche a dei nuovi brani scritti da noi e questo capitolo rappresenta un piacevole ed unico “cambiamento di percorso”. Caso vuole che sia la nostra quarta uscita e che siano quattro le cantanti che abbiamo voluto omaggiare nella nostra maniera. Four è la scelta meno invasiva e più neutrale ci sia venuta in mente.

Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Come già detto l’idea iniziale è abbastanza vecchia, tipo una sorta di progetto chiuso in un cassetto per diverso tempo ma mai dimenticato. La sua realizzazione invece è stata piuttosto fulminea: abbiamo contattato un nostro caro amico che si chiama Davide Grotta, che oltre ad essere un bravissimo musicista è anche un ottimo fonico (un super jolly oserei). Davide, preso anche lui dall’entusiasmo, è venuto a casa mia ed ha montato tutto il suo studio in cucina (ha letteralmente creato una control room tra il tavolo da pranzo e i fornelli del gas). Io con tutte le tastiere e Federico con la sua batteria ci siamo disposti ai lati del tavolo da pranzo (perennemente imbandito con vino e cavi) mentre Laura e Manuel (il bassista), si sono posizionati in sala per evitare i naturali rientri della batteria nelle registrazioni. Ci siamo messi li e abbiamo suonato per 24 ore di seguito (quasi) ed è così che sono terminate le registrazioni. Abbiamo lavorato in postproduzione solo i cori di Laura. Il fine settimana successivo ci siamo chiusi in studio per il missaggio e quel punto abbiamo mandato tutto il materiale al “quinto shijo” Davide Cristiani del Bombanella Studio (la scelta di lavorare esclusivamente con persone che si chiamano Davide è vincente :D), che si occupato del master e in brevissimo tempo l’EP era pronto. L’obiettivo era proprio quello di evitare di postprodurre troppo questo lavoro e di registrarlo così come se fosse un live.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?

Eravamo talmente provati dalle registrazioni (dopo 10 ore) che abbiamo preso la macchina alle 3 di notte e siamo andati a farci un bagno al mare in notturna. E’ stato la miglior pausa che una session di registrazioni possa immaginare. Ovviamente la mattina dopo stavamo tutti come delle chiaviche.

Se Four  fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

Su quanto l’interpretazione di un brano altrui sia importante. Ad eccezione di Wendy Rene e un po' di Etta James, gli altri brani sono stati scritti da altri ma l’interpretazione che queste voci sono riusciti a trasmettere rimane qualcosa di impagabile ed assolutamente maestosa.

C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … quello più da live?

Litighiamo sui pezzi preferiti e sulle scelte da fare dal lontano 2009. Four non fa eccezione :D. Io, per esempio, preferisco la cover di Nancy Wilson e non mi interessa affatto cosa pensano gli altri 3 ahah.

Come è stato produrre Four? Chi più vicino dal punto di vista produttivo?

È stata fatto un grande lavoro di ricerca naturale di riverbero ed è stata data molta attenzione alla ripresa degli strumenti. Doveva suonare coma una novità senza cadere nei canoni di una produzione tipicamente soul mantenendo comunque uno spirito retrò. La cosa di cui siamo molto soddisfatti ad esempio è l’uso ponderato di synth che conferiscono oggettivamente un sapore quasi anni 80 (per esempio nella canzone di Irma Thomas) e che quindi rappresentano l’elemento novità. Da un punto di vista produttivo, ad essere sinceri, per questo lavoro non ci siamo ispirati a nessuno in particolare se non alle versioni originali.

Come è nata questa copertina? Decisamente senza tempo…

Questa è facile 😊. Quello che cercavamo era qualcuno che riuscisse ad abbinare a questo tipo di lavoro una grafica nuova, nuova nel senso di moderna. Ci siamo affidati in tutto e per tutto a Valerio Bulla (un grafico che stimiamo molto e che aveva già curato per noi tutto il comparto grafico del nostro decennale a teatro). Abbiamo dato a Valerio le registrazioni e carta bianca. Non volevamo trasmettergli nessun altro tipo di input… Siamo davvero molto soddisfatti del risultato.

Come presentate dal vivo il disco?

Spero (dico spero dal momento che stiamo iniziando le prove proprio in questo momento) che l’esibizione dal vivo di queste cover sia praticamente uguale alla registrazione.

La musica indipendente come se la passa, tra un’emergenza e l’altra?

Sono stati due anni veramente duri per la cultura e l’arte in generale. Non c’è comparto che non abbia subito dei danni. La musica indipendente ne è uscita quasi distrutta. Ora vediamo la luce in fondo al tunnel e possiamo solo sperare di iniziare un nuovo capitolo.


 

8 commenti:

  1. Gran piacere ospitare in palude gli amici Shijo X questa sera, con un piccolo disco prezioso.

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  2. Piccolo perché ci sono solo quattro canzoni, quattro cover magiche, di quattro cantanti che hanno lasciato il segno: Etta James, Nancy Wilson, Irma Thomas, Wendy Rene.

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  3. Prezioso perché dimostra quanto sia vitale il nostro underground più vero, che riesce a sorprendere con dischi come questi, che non ti aspetti...

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  4. Quattro canzoni, quattro classici, con la voce di Laura in primo piano nella giocattolosa I'd Rather Go Blind, dall'atmosfera sospesa che apre l'EP.

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  5. Come nella seguente (You Don't Know) How Glad I Am, che sembra un classico da natale, anche se fuori ci sono 30 gradi. E poi gran bel ritmo, voce divina ...potrebbe essere la mia preferita.

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  6. E che dire di Anyone Who Knows What Love Is (Will Understand), con il piano gran protagonista, che assieme alla voce crea un'atmosfera sognante.

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  7. Anche se forse è l'ultima canzone dell'EP la mia preferita: After Laughter (Comes Tears), perché ha una vibra superiore. Nel cantato, nei suoni, nei cori...

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  8. Ma è tutto un disco da ascoltare... e riascoltare.

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