NOTE SINTETICHE ALL'ASCOLTO DEL DISCO
GENERE contemporary folk
DOVE ASCOLTARLO su tutti i negozi fisici e digitali, tipo qui
LABEL Radicimusic Records
PARTICOLARITA’ nuova musica antica
CITTA’ Firenze
DATA DI USCITA 13 maggio 2022
L'INTERVISTA
Come è nato Kalenda Maya?
Kalenda Maya nasce dalla mia passione per il Medioevo. Sono laureata in Storia. Ho scelto alcune canzoni profane e le ho liberamente riarrangiate.
Queste sono le radici del nostro folk, prima ancora della tarantella e delle pizziche.
Come mai questo titolo? Che vuol dire?
È il titolo di un'estampida di Raimbaut de Vaqueiras (trovatore alla corte dei Malaspina e dei Monferrato in Italia) che ho riarrangiato in questo album. In provenzale significa Calendimaggio.
L’album esce a maggio. Calendimaggio era una festa risalente ai romani. In tutta Europa si festeggiava l’arrivo della primavera con tutto il suo bel carico di significati: rinascita, risveglio, fiducia e generosità; rappresenta il legame universale ed ancestrale che gli uomini hanno con la Natura.
Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
L’idea è quella di condividere un patrimonio importante come le radici della nostra musica. Di solito se ne occupano gli ambienti accademici, al massimo alcuni jazzisti... Ecco Kalenda Maya è tutta un’altra cosa.
Non è revivalista, non scade nel folklore.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Ho cercato di fare delle foto che saranno pubblicate dentro il Cd per tentare di cogliere l’atmosfera ma è difficile trovare le parole. Ringrazio Nicola Savelli alle percussioni, Alice Chiari al violoncello che hanno nutrito il disco con il loro straordinario talento, Massimiliano Lo Sardo, polistrumentista geniale e Niccolò Gallio per la sua eclettica, sconfinata esperienza e infallibile orecchio.
Se Kalenda Maya fosse un concept -album su cosa sarebbe?
Sul Medioevo! Sono tutti brani contenuti nei manoscritti antichi. Non c’è epoca storica più ripresa da artisti scrittori fumettisti registi. In questo immaginario si proiettano tutte le paure, i desideri il sentire, del nostro tempo. La pandemia, l’invasione, la fine del mondo, il contatto con la Natura, il paganesimo, il mistero, i santi, i miracoli, il bisogno di credere in qualcosa, ora che tutto sta scomparendo.
Da sempre la cultura Occidentale va a pescare negli archetipi dell’Età di mezzo.
La musica è metafora di ciò che non si può dire, di ciò che non si può più avere perché le fratture sono insanabili, allora si cerca di rievocare quella purezza che si è persa, ma è inutile perché è impossibile. Kalenda Maya assolve ad una funzione puramente evocativa ma non vuole scimmiottare il passato, preferisce contaminarlo alla luce degli ascolti fatti, di musica rock, wave, dark, world. Una rielaborazione che si stacca dalle ferree regole dell’estetica medievale legata alle fonti scritte.
Del resto nessuno sa esattamente come fosse la musica nel medioevo, neanche i filologi più esperti. Esistono solo ipotetici archetipi.
C’è qualche pezzo che preferisci?
Li amo tutti!
Qualche pezzo di cui vai più fiera?
L’ arrangiamento per archi che ho fatto per Liement me déport.
… il brano più da live?
Tutti i brani hanno un forte impatto live.
Ho bisogno di musica dal vivo anche quella fatta da altri, basta che sia bella.
Sono sociopatica e drogata di adrenalina. Senza i concerti sarei un eremita che scherza con i cinghiali.
Copertina che colpisce, molto particolare, fiabesca, medioevale...come è nata? Chi l’ha pensata così?
Grazie sono felice che ti piaccia!!!!
La copertina è un’elaborazione fatta da Massimiliano Lo Sardo, raffigura un coniglio con spada e scudo, uno dei tantissimi animali fantastici, tipici dei manoscritti medievali che rientrano nel tema del “mondo alla rovescia”, dove animali solitamente ritenuti puri ed innocenti diventano agguerriti e combattivi.
Come presenti dal vivo il disco?
In quartetto:
io voce e chitarra, Alice Chiari al Violoncello, Nicola Savelli alle
percussioni, Massimiliano Lo Sardo synth, santur, symphonia.
Altro da dichiarare?
Vorrei ringraziarti per quello che fai per la musica non dopata dalla TV e dal mainstream. Grazie per la tua curiosità, mitico Alligatore del mio cuore, musicalmente onnivoro e senza pregiudizi!
Gran piacere ospitare in palude un'amica come Femina Ridens, che ritorna in palude con un disco come questo, orginale nel cantato come nella musica.
RispondiEliminaIl Medioevo, epoca che ritorna spesso nella nostra società, in particolare nelle paure ancestrali (sappiamo/capiamo bene dopo due anni di pandemia), come detto bene nell'intervista, e anche nella grande arte.
RispondiEliminaOtto pezzi di musica antica, resa in maniera moderna (mi sono venuti in mente gli anni Settanta), tra momenti poetici, acidi, e tanto ritmo...
RispondiEliminaIl pezzo che colpisce più di tutti è la romantica title-track. In Kalenda Maya, cantata in modo tranquillo in lingua provenzale, si sente una voglia di rinascita contro tutto e tutti.
RispondiEliminaAltrettanto intesa, forse di più, Liement me déport cantata in francese antico, è un brano con un'anima, che cresce nella sua andatura, con una maliconia di fondo che mi prende...
RispondiEliminaBache bene venies in latino, entusiasma per la sua forza tantrica, danzereccia, corale... canzone dedicata al vino, poteva essere altrimenti?
RispondiEliminaAltro pezzo in latino Orientis Partibus, incanta per la forza e l'entusiamo nel cantato, come nel ritmo, negli archi, nell'harmonium... non sembra il Medioevo, ma fine anni Sessanta inizio Settanta in qualche festiva alternativo tra Monterrey e l'Isola ti Wight.
RispondiEliminaInsomma brava Femina Ridens che ha fatto un disco che non ti aspetti, con il fido Massimiliano Lo Sardo (non solo per la musica e tutti gli strumenti suonati, ma anche la copertina), il violoncello di Alice Chiari, le percussioni di Nicola Savelli.
RispondiElimina... Grazie per la tua curiosità, mitico Alligatore del mio cuore, musicalmente onnivoro e senza pregiudizi!
RispondiEliminaCopio Femina Ridens; grazie Alli!!!
Grazie a te Berica per questo intervento, anche il tuo, senza pregiudizi.
RispondiElimina