NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Indie Folk / Alternative
DOVE ASCOLTARLO Spotify, YouTube
LABEL Beautiful Losers
PARTICOLARITA’ la copertina è uno scatto dal treno...
CITTA’ Milano
DATA DI USCITA 11/02/2022
L’INTERVISTA
Come è nato questo omonimo disco?
È nato in me prima che me ne accorgessi realmente. Nasce dalla necessità di buttar fuori sensazioni ed emozioni e riprendere in mano la musica, che in quel periodo sembrava sfuggirmi.
Perché senza titolo, se non il nome del progetto?
Quando ho pensato per la prima volta al nome “about blank” ho subito realizzato che sarebbe stato il nome di un album, una raccolta di canzoni legate da un filo comune. Solo in un secondo momento è diventato anche il nome del progetto.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Il processo di lavorazione è durato circa 4 anni e ha visto varie fasi di scrittura e realizzazione: fasi in cui la scrittura era uno sfogo, fasi in cui era più razionale, fasi in cui tutti gli ascolti iniziavano a mescolarsi e venir fuori a loro modo. Poi un bel giorno è arrivata la chiamata di Beautiful Losers è lì è iniziata la fase di produzione vera e propria con idee rimbalzate a distanza e poi lunghe sessioni di recording e mixing fatte nei boschi vicentini, il quartier generale dell’etichetta.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Ne potrei citare tanti, dagli ascolti dei “mix” definitivi alla magia di registrare guardando fuori dalla finestra la natura incontaminata.
Se il disco fosse un concept-album, su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Penso che il disco sia “about blank”, sul bianco. Il bianco è il non colore, simboleggia il vuoto, ma allo stesso tempo contiene tutti i colori. Credo che la musica di cui avevo bisogno fosse già da qualche parte, in me o fuori di me, avevo solo bisogno di afferrarla.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … quello più da live?
Ogni brano ha una storia particolare ed è un tassello di me. Per lungo tempo Reckless è stata la mia àncora, il brano sul quale aggrapparmi affinché il progetto valesse qualcosa, è stato tra i primi scritti e tra gli ultimi finiti, come a dire “so che sei lì, grazie per tutto questo tempo, tornerò da te”. Se mi chiedessero il brano che identifica l’album direi probabilmente Graceless, il più simbolico per musica e testo. Quello più da live è probabilmente Translucent, proprio da una sua versione dal vivo è nata la collaborazione con Beautiful Losers.
Come è stato produrre il cd con la Beautiful Losers?
Lavorare al disco con Beautiful Losers è stato prezioso. L’interesse che ha avuto per il mio progetto e per i brani mi onora. Senza gli spunti, i suggerimenti e il lavoro di Andrea oggi l’album non sarebbe quello che è.
Come è nata questa copertina così poetica? Chi l’ha pensata così?
La foto l’ho scattata in treno da qualche parte in Veneto mentre andavo a registrare. Abbiamo deciso di renderla una cartolina per fissare uno stato d’animo, la malinconia dei lunghi viaggi in treno guardando fuori dal finestrino ascoltando musica, uno stato d’animo che ti fa visita solo in alcune occasioni e che crediamo rispecchi il mood del disco; la didascalia della cartolina in alto a sinistra sono i versi che aprono l’album.
Come presenti dal vivo il disco?
L’idea è di continuare almeno per un po’ da solo sul palco, cercando l’intimità col pubblico e lo scambio diretto di energie e sentimenti. La chitarra, acustica o elettrica, sarà sempre protagonista e la voce andrà a sovrapporsi, a volte sussurrando, altre persino gridando.
Altro da dichiarare?
Nel corso degli anni mi sono sempre ritrovato e
rivisto nella musica che ho amato e consumato, trovandoci ciò di cui avevo
bisogno. Mi piacerebbe che in qualche modo l’album possa sortire lo stesso
effetto su alcune persone. Da dove vengono alcuni suoni o cosa vogliano dire
alcuni versi sono ancora un mistero anche per me. L’idea che una chitarra possa
sembrare un violoncello o che “x” possa significare “y” sono un po’ il concept
dell’album. Noi siamo la musica che ascoltiamo.
Grande About Blank, al secolo Gabriele Dalena, così grande che non sembra manco italiano.
RispondiEliminaSì, il suo indie-folk sembra venire da lontano, America del grunge o ancora prima o brit-pop, non so (forse di più la prima).
RispondiEliminaVeramente un gran disco, pieno di belle canzoni che è veramente difficile scegliere.
RispondiEliminaFin dalla prima In This Dirt, con chitarrina e voce flebile, che ti chiedi da dove venga questo ispiratissimo indie-folk
RispondiEliminaO Chosen per dirne un altro, pezzo d'atmosfera, con un organo magico a creare ancora più atmosfera... giocando con la chitarra.
RispondiEliminaO Graceless che sembra venire da un'altra epoca (primi anni '60?), molto simon&garfunkel, molto intenso, molto romantico... si capisce perché lo sceglierebbe tra i suoi preferiti.
RispondiEliminaTranslucent, elettro-pop che mi ricorda il miglior elettro-pop italico, indie, ospitato qui in palude fin dagli inizi ... sì, dal vivo deve creare la giusta atmosfera, ha ragione il ragazzo.
RispondiEliminaRagazzo che porta in fondo il disco con una Homesickness tutta voce/chitarrina e patos.
RispondiEliminaConfermando un gran disco ... scuola Beautiful Losers del mio vecchio amico (anche di blog) Andrea Liuzza. C'è da fidarsi!
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