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lunedì 20 settembre 2021

In palude con Canio Loguercio

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE Canzone d’autore / POP

DOVE ASCOLTARLO qui

LABEL SQUILIBRI

PARTICOLARITA’ è un disco forte [parola d'Alligatore]

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CITTA’ ROMA-NAPOLI

DATA DI USCITA DICEMBRE 2020

L’INTERVISTA

Come è nato Ci stiamo preparando al meglio?

Dopo “Canti, ballate e ipocondrie d'ammore”, che era sostanzialmente una raccolta di canzoni già pubblicate in precedenza e ridefinite con  Alessandro D'Alessandro in una formula acustica, scrivendo pezzi nuovi mi sono accorto che mi stavo allontanando non solo da quella esperienza, ma anche dal mio modo solito di comporre. Non ho più sentito la necessità di utilizzare prevalentemente la lingua napoletana e ho avvertito forte l'impulso di sperimentare altre strade.  All'inizio mi sono ritrovato a scrivere e ad elaborare le mie canzoni da solo, semplicemente con l’IPhone ed è stato molto difficile per me che non sono un musicista, intraprendere questa avventura solitaria, ma poi con il mio vecchio amico Rocco Petruzzi, con il quale non ci vedevamo da tanto tempo, abbiamo elaborato un suono omogeneo e lui è stato bravissimo a riarrangiare le mie pre-produzioni.

Come mai questo titolo? … che è anche il titolo di una delle più forti canzoni del disco.

“Ci stiamo preparando al meglio” è la dichiarazione di una sfida, quella di lasciarsi alle spalle il passato, non senza un po’ di nostalgia, la rivelazione di uno stato d’animo segnato dalle paure del presente e il bisogno di speranza che ognuno di noi possa avere davanti a sé qualcosa di meglio, magari con una canzone a fargli compagnia. Antonello Matarazzo, lo straordinario videoartista con il quale collaboro da anni, un caro amico, ha costruito per questo brano un sistema di scatole cinesi semplice ed efficace, una rappresentazione visiva del lockdown che va oltre la situazione contingente. Nel video, insieme ad Andrea Satta e Sara Jane Ceccarelli che cantano con me, ognuno dalla propria casa, il canto “Ci stiamo preparando al meglio” diventa per l’appunto una sorta di mantra virale, una sfida per un mondo migliore.

Come ti dicevo, il pezzo è nato suonando gli strumenti della libreria di Garage Band sull’IPhone. E’ caratterizzato da due o tre linee melodiche che si intersecano e si sovrappongono, su una struttura armonica estremamente semplice (come del resto in tutti i miei pezzi) e da un gioco di modulazioni.

Quando scrivevo il pezzo mi immaginavo due vecchietti in un ospedale che si sorridevano e si dicevano “Dai, ci stiamo preparando al meglio”..! E’ un pezzo in cui parlo di noi che abbiamo imparato “a prenderci cura del dolore” e “a custodire lacrime e paure”, che “siamo sopravvissuti al grande errore”.. perché penso che ognuno di noi forse ha un piccolo o grande errore da lasciarsi alle spalle, ma anche ai tanti “errori” dovuti a quelle illusioni, spesso finite in tragedie, di una generazione come la mia. Nel finale del video c’è la scena in cui scompaio fra un cumulo di macerie e questa immagine mi fa pensare al finale del “Pianeta delle scimmie”. 

Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Un nuovo disco è innanzitutto una buona occasione per mettere in fila alcune cose che ti frullano in testa. Forse anche per tentare un bilancio, passando in rassegna e alla rinfusa vecchie storie, attimi, sguardi, suoni. Per provare a descrivere quei particolari stati d’animo che ti restano dentro e tirare fuori dai cassetti alcune piccole creature, strane “animucce” che chiamiamo canzoni, ognuna con il proprio mondo. Questa volta ne ho appuntate una decina, messe laboriosamente in ordine una dopo l’altra, alcune venute alla luce per la prima volta, altre riprese dagli scaffali della memoria come fragili e preziosi oggetti d’affezione.

E’ un disco fatto in compagnia. Soprattutto di donne, splendide artiste che hanno condiviso con me questo esperimento, attraversando generi ed epoche diverse, e che mi hanno accompagnato, per l’appunto, nel corpo a corpo con la confusione che, alla mia età, ha ormai decisamente preso il sopravvento.

Non seguo un racconto musicale o una narrazione poetica ispirata a un progetto specifico.

Questo disco è completamente diverso dai precedenti. La mia intenzione era di fare un lavoro meno “autoriale”, più pop, con maggiore attenzione alla forma canzone che per me resta davvero un oggetto magico.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?

E’ un disco che ha avuto una lunga preparazione e che mi ha dato la possibilità di incontrare tante persone straordinarie con cui ho condiviso momenti e situazioni bellissime. Gli episodi da ricordare sono davvero tanti.. Le riunioni a Piazza Garibaldi a Napoli con i migranti che hanno cantato in “Mia cara madre”, l’alba a Villa Pamphili per il video di “In un punto lontano”, le registrazioni all’Auditoium 900 a Napoli con Mbarka Ben Taleb, Flo e la Banda Basaglia, gli esperimenti nello studio di Stefano Saletti, all’OASI di Paolo Modugno o nello studio di Piero De Asmundis ad Agnano. Ma direi soprattutto le lunghe, intense e meravigliose discussioni con Rocco Petruzzi via whatsapp, dalle quattro alle cinque del mattino.  

Se  fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

No, non c’è un percoraso concettuale. Come ti dicevo, non c’è stato un progetto specifico. Ho seguito l’istinto e molte parti le ho scritte suonando con i tasti del computer. Insomma è stato un lavoro che ho fatto per approssimazioni successive e, come si dice a Napoli, “a sentimento”. Ecco questa è stata la spinta che mi ha portato a realizzare questo disco. Lungo il filo conduttore della nostalgia, ho cercato di dare forma a degli stati d’animo.

Alla mia età la confusione ha ormai decisamente preso il sopravvento. E in questo disco si sente. Passo, infatti, con una certa disinvoltura da “Incontro” di Francesco Guccini a “Lacreme napulitane", da “Quando vedrete il mio caro amore” a “Core ‘ngrato”. Sono canzoni che mi porto dentro da sempre. Le ho rifatte senza neanche ascoltare le originali.

“Incontro” è una specie di inno alla nostalgia che, a quanto pare, contagia non solo gli anziani. Guccini quando la scrisse aveva poco più di trent’anni. E questo profondo sentimento è perfettamente descritto e riportato nello splendido video di Fabio Magnasciutti.

 “Quando vedrete il mio caro amore” è una canzone del ’63 che raccontava i pensieri e gli amori di una ragazza adolescente. Una storia d’amore fragile, una melodia semplice con uno strabiliante arrangiamento di Morricone per la voce sottile e potente di Donatella Moretti.

Nel riproporre questo brano ho cercato di mantenere intatta tutta la sua forza espressiva e la sua grandissima potenza evocativa attraverso un misurato gioco di equilibri.

Il video, che si apre con Sonia Bergamasco che legge alcuni versi di Maria Grazia Calandrone, è stato realizzato da Alessandro Scippa, coadiuvato dal Mauro Santini per il montaggio, con materiali dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Lo abbiamo pubblicato l’8 marzo e lo abbiamo dedicato a Cecilia Mangini, la prima documentarista donna italiana, e alle sue battaglie di libertà ed emancipazione.

“Core ‘ngrato” e “Lacreme Napulitane (che ho rielaborato in “Mia cara madre”) sono due veri e propri monumenti alla canzone napoletana.

Il primo brano è un capolavoro assoluto dell’amore non corrisposto. Celebre in tutto il mondo soprattutto per le versioni di famosi tenori, da Caruso a Di Stefano, l’ho reinterpretato “a fil’e voce”, trasformandolo in una piccola ballata molto intima e minimale.

“Mia cara madre sta pe' trasi' Natale / e a sta' luntano chiu' me sape amaro” è il primo verso di “Lacreme napulitane” ed è l’inizio di una lettera inviata alla propria madre dal quale emerge tutto lo struggimento di una condizione segnata dalla solitudine, dalla mancanza degli affetti più cari, nella consapevolezza che il presente e il futuro, oramai da vivere in un altro luogo, marcano anche la distanza da un tempo definitivamente passato.

Ho costruito la mia rielaborazione aggiungendo a quella prima strofa altre parole scritte alle proprie madri da un gruppo di migranti.

Per il video, il regista Alessandro Scippa ha pensato di provare a descrivere questo stato di nostalgia innanzitutto con gli sguardi, mescolando presente e passato sullo sfondo di una Napoli fantastica, che diventa anche un po’ America vista dal Molo San Vincenzo, luogo estremamente simbolico, da dove partivano i bastimenti all’inizio del secolo scorso, ancora interdetto al pubblico, ma che abbiamo potuto utilizzare grazie all’Associazione “Friends of Molo San Vincenzo”.

Un video che è piuttosto un mini film “poetico” che si chiude con l’immagine di una surreale “ultima cena” girata nel Chiostro di Donnaregina, una tavolata che raccoglie migranti di ieri e di oggi, ognuno portatore della propria identità da celebrare, ben consci che "'nce ne costa lacreme st' America", ma uniti da una memoria comune che riecheggia nel suono nostalgico di una banda (la Banda Basaglia).

C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Ci stiamo preparando al meglio? … che ti sembra  ideale da fare live?

Personalmente sono molto legato a “Chissà cos’è” e a “Tienimi forte le mani”, ma vado fiero di tutto il disco che penso sia proprio un bel lavoro. Dal vivo sarà un’altra cosa. Io sono un semplice artigiano delle parole e della musica a cui piace sperimentare, mescolare i linguaggi e collaborare con artisti più bravi di me, come i musicisti coi quali ho preparato il mio nuovo concerto live. Oltre a Giovanna Famulari e a Luca De Carlo, ci sono Giovanni Lo Cascio alla batteria, Ermanno Dodaro al contrabasso e Massimo Antonietti alle chitarre, musicisti bravissimi coi quali, ovviamente, ci siamo inventati nuove sonorità.

Come è stato produrre questo disco? Chi hai avuto vicino maggiormente? 

All’inizio ho chiesto a Luca De Carlo se avesse voglia di collaborare e poco dopo abbiamo cominciato a lavorare in studio. Nel frattempo, per un altro brano avevo coinvolto Stefano Saletti e Valerio Corzani.

E comunque sono davvero tanto le persone che ho avuto vicino e che ho coinvolto per caratterizzare ogni singolo brano. “Ci stiamo preparando al meglio”, la title track, è stata pensata per tre voci e la scelta di Andrea Satta e di Sara Jane Ceccarelli non è stata casuale. Per la cover di “Quando vedrete il mio caro amore” ho aspettato due anni prima di trovare la voce giusta, ovvero quella di Monica Demuru, mentre è stato semplice pensare a Brunella Selo e a sua figlia Carolina Franco per “Core ‘e plastica”.

Per “Luntano ammore”, già quando pubblicai il brano in un precedente album, pensai che ci volesse una voce femminile e sono stato molto contento che a interpretarlo in questo nuovo disco ci sia stata una cantante bravissima e che stimo molto come Flo. “In un punto lontano” è stata scritta apposta per Giovanna Famulari, per la sua voce e per il suo violoncello ed è particolarmente suggestivo Il videoclip che ha  ideato e diretto Emanuela Giordano, nel descrivere un’atmosfera rarefatta sullo sfondo di un passato che ritorna sempre incerto e nebuloso, come  uno sguardo intenso e commosso su un paesaggio interiore da cui affiorano, confuse, le immagini di una intima ossessione d’amore.

Estremamente caratterizzante, poi,  è stata la scelta di coinvolgere Badara Seck per “Tienimi forte le mani”, in cui risalta anche la voce di Barbara Eramo, e per “Mia cara madre”. In questo brano, che è una rielaborazione della celebre “Lacreme napulitane”, oltre alla tunisina M’Barka Ben Taleb e a Laura Cuomo, ci sono le voci di Pierre Preira e di Malick Fall provenienti dal Senegal, di Jomahe venuta in Italia dall’Ecuador, di Chitra proveniente dallo Sri Lanka, e del giovane ivoriano Issoufu.

Di Rocco Petruzzi, Luca De Carlo, Stefano Saletti e Valerio Corzani già abbiamo parlato, vorrei inoltre ricordare il sassofonista Pasquale Innarella con la suo Rustica X Band e la Banda Basaglia diretta da Ciro Riccardi, ma da tutto l’album credo che emerga soprattutto la particolare luminosità delle straordinarie voci femminili che ho citato.

Copertina molto surreale, che colpisce al primo sguardo. Come è nata? Chi è l’autore?

I disegni della copertina e del CD sono di Chiara Rapaccini, con cui avevo già collaborato per il video realizzato da Antonello Matarazzo di “Quasi fosse amore”, brano inserito nel mio disco precedente. Con lei siamo in perfetta sintonia. Siamo entrambi molto “sentimentali”, ma direi anche molto auto-ironici. Ad ogni modo vorrei anche ringraziare Daisy Jacuzzi che cura la grafica per Squi[libri], la piccola grande etichetta che con grande tenacia, pur fra mille difficoltà, riesce a realizzare prodotti di assoluta qualità, restando indipendenti, oltre le famigerate regole del mercato. 

Altro da dichiarare?

Come sai con “Ci stiamo preparando al meglio” sono finito fra i 5 finalisti per la Targa Tenco 2021 per il miglior brano e per me è stata una meravigliosa e insperata “vittoria” classificarmi terzo, a soli 10 voti da Madame e a 4 da Iosonouncane, due ragazzi straordinariamente bravi e con un grandissimo seguito.



9 commenti:

  1. Gran disco ha fatto Canio, forte, intenso, autenticamente d'amore, nel senso più ampio del termine (leggete le sue parole nell'intervista, e capirete cosa intendo).

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  2. Ci stiamo preparando al meglio, la canzone che ha dato il titolo all'album l'ho votata anche io al Tenco ... avrebbe meritato di vincere, modestia a parte del buon Canio, ma resta comunque importante, anche perché fotografa un momento.

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  3. Quando è stata scritta e cantata aveva una valenza positiva (Canio la definisce "un mantra virale, una sfida per un mondo migliore"), ma oggi, alla prova dei fatti, che quele frasi scritte a colori si sono rivelate solo frasi ("Andrà tutto bene" ecc.), utopie, e ci ritroviamo in un mondo peggiore, io la trovo ironica, molto ironica.

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  4. Musicalmente superba, tra fiati e fiato, l'interpretazione, accanto a Canio, di Andrea Satta e Sara Jane Ceccarelli ... superba, una canzone che racconta un'epoca, la nostra, tra false promesse e un futuro per niente roseo. Almeno io la vedo così ...

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  5. Altro pezzo importante di questo disco è Quando vedrete il mio caro amore. Cantato assieme a Monica Demuru, mi ha fatto piangere: è una canzone d'amore fragile, scomposto, con poche speranze...anzi zero. Una canzone del ’63 che raccontava i pensieri e gli amori di una ragazza adolescente, che anche oggi può suscitare emozioni, al di là del tempo/spazio e dei sessi...

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  6. Core'e plastica è una delle canzoni in napoletano di questo disco. Cantata insieme a Brunella Selo e alla di lei figlia Carolina Franco, è un bell'incontro di voci, momento pop dal gran ritmo e con i fiati al massimo.

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  7. Gran finale significativoquello di Mia cara madre. Cantato in tante lingue del mondo, oltre che il napoletano ... è la rielaborazione di "Lacrime Napulitane", che diventa un inno per chi lascia la propria terra, per trovare fortuna, nonostante l'ostilità e tante cose brutte che sappiamo (nel bel libretto, come sempre curato nei minimi dettagli, alcune lettere di immigrati alla loro madre).

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  8. Bel finale con voci da tutto il mondo (oltre alla tunisina M’Barka Ben Taleb e a Laura Cuomo, ci sono le voci di Pierre Preira e di Malick Fall provenienti dal Senegal, di Jomahe venuta in Italia dall’Ecuador, di Chitra proveniente dallo Sri Lanka, e del giovane ivoriano Issoufu).

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  9. Bravo Canio, per avere messo insieme tutte queste voci, parole, suoni, emozioni ...Ci stiamo preparando al meglio, anche se è una promessa tradita, è bene ascoltarlo tutto. Ascoltatemi: ascoltatelo...

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