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venerdì 2 luglio 2021

Un altro giro? No, grazie!

Ispirati da una teoria  secondo cui l'alcol promuove la creatività nel lavoro e aiuta nella vita sociale, quattro insegnanti di liceo si buttano (letteralmente) in un esperimento particolare: consumano costantemente alcol per vedere come influisce su di loro. Il tutto prende corpo al quarantesimo compleanno del più intellettuale e godereccio dei quattro, quando uno di loro, dopo essersi rifiutato di bere perché deve guidare, racconta dei suoi problemi con la sua classe, e del rapporto con la moglie in uno stato di crisi. Si scatena anche lui nella libagione, convinto dagli altri, e il giorno dopo a scuola, prima di iniziare la lezione di Storia, beve un bel po'. Detto così Un altro giro (Druk, 2020) sembra un film interessante, e infatti mi ha attirato al Cinema, però lo svolgimento non mi ha convinto del tutto.

I quattro prendono l'esperimento molto su serio. Scrivono al pc cosa stanno facendo, e aumentano le dosi con il  passare dei giorni. All'inizio è un successone, l'uomo con problemi a scuola e a con in casa sembra risolverli. Porta la sua classe, che prima lo contestava, all'esame con successo e sembra riconquistare la moglie, con una vacanza in canoa in mezzo al bosco, e del sesso in tenda dopo molto tempo. Però il suo essere sempre più alticcio crea problemi, a lui come agli altri. A volte sbaglia appartamento, e si ritrova a dormire sulla porta dei vicini, un altro piscia nel letto al posto dei suoi tre bambini, e la moglie lo lascia momentaneamente, uno si mette a suonare il piano in mutante in un locale, che gli altri quasi sfasciano, l'ultimo si fa trovare le bottiglie di alcolici nella palestra dove insegna ginnastica, e poi arriva al lavoro ubriaco in modo evidente. Cose così, che sembrano far naufragare l'esperimento.
Per uno dei quattro finirà in tragedia, ma vi lascio la sorpresa, se deciderete di anare a vederlo. Il film di Thomas Vinterberg, tra  fondatori di Dogma 95, ha ricevuto un sacco di premi, come ad esempio l'Oscar come miglior film straniero, e anche consenso tra il pubblico. In giro ho letto pareri molto positivi, e su altri social mi sono "scontrato" simpaticamente con amici che seguo, sul giudizio relativo al film. Io l'ho trovato eccessivamente triste, furbetto in parte, e che non smuove. I protagonisti sono quattro borghesi, ceto medio, che ha accettato la società come è, e non sembrano interessarsene. Certo, Vinterberg non è Ken Loach, e rischio di andare contro il protagonista dell'ultimo film di Woody Allen, magari contraddicendomi (per chi non l'ha visto, il protagonista sosteneva che al cinema non si deve parlare di politica, ma dei grandi temi, tipo cosa ci facciamo qui, perché siamo qui...), ma c'è qualcosa che non mi torna.

Ci sono dei bei momenti, parti che entreranno sicuramente nella Storia del Cinema, tipo il balletto finale dopo l'esame finito con un grande successo per tutta la classe e i professori (che vanno a festeggiare mangiando e ovviamente bevendo), ma nel complesso rimango critico su questa pellicola. Furbetto, mi sembra il termine giusto per definirlo, quei film d'autore europeo che fra qualche anno rifaranno negli Usa (protagonista Richard Gere). Anche i riferimenti ai politici e artisti che bevono, contrapposti a quelli che non bevono (Hitler), mi sembra una gran cazzata. Avessimo fatto noi dell'Europa meridionale, francesi, spagnoli, greci o italiani, un film su bere, sul mangiare, avremmo fatto qualcosa di più divertente e incisivo, e magari critico (e l'abbiamo fatto, penso a Marco Ferreri).  Insomma, Un altro giro, andatelo pure a vedere, per dirmi se ho torto o ragione. Non per altro ...

9 commenti:

  1. Ero curioso di vederlo , malgrado la tua recensione se mi capita l'occasione ci andrò.

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  2. Sì, Marcaval, devi andare a vederlo, sia, perché, malgrado tutto è un film da vedere, sia perché ci tengo che tu confermi (o smentisca) le mie idee in merito. Ti aspetto dopo la visione...

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  3. Ma è una storia ambientata da "noialtri" in veneto?
    😬

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  4. @Alberto
    Ah, ah, ah ... troppo forte. Sì, sarebbe da farne anche un remake in Veneto, con Battiston tra i protagonisti.
    @Ernest
    Sì,, curioso ... e allora vallo a vedere e poi dimmi bene che ne pensi, se ho torto o ragione, ho esagerato o no...ci tengo!

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  5. Mah, non mi convinceva e non credo che andrò. Ciao!

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  6. Però, mi piace il tuo giudizio secco, diverso dai tanti. Mi compiaccio, ancora una volta con te Enri ...

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  7. Sembra un film scritto da Max Bunker ... :D

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  8. Ah, ah, ah, sì JD La Rue, potrebbe essere: di Bunker e Mangus, anzi, Bevus ;)
    p.s.
    perdona la battutaccia.

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