NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Jazz nell’approccio totalmente improvvisato del disco, con contaminazioni di musica elettronica e incursioni Rap.
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL Ipogeo Records
PARTICOLARITA’ il disco è completamente improvvisato
CITTA’ Milano
DATA DI USCITA 24.03.2021
L’INTERVISTA
Come è nato Multiverse?
L’idea di fare un disco in solo piano è venuta direttamente da Ipogeo Records che me lo ha proposto e ho accettato subito perché era da tempo che non registravo un disco in solo. Ho deciso di farlo tutto improvvisato senza scrivere una nota perché, visto l'anno di sospensione forzata, volevo fosse l'emozione a correre libera sulla tastiera, il più possibilmente lontana da ogni struttura e che partisse solo dagli elementi fondanti della musica, il ritmo, il suono, la melodia, il tempo. Così ho lavorato nel darmi delle suggestioni, pensando a delle immagini e a mantenere l'attenzione su ogni singola nota suonassi, così che fosse la musica a darmi gli spunti.
Come mai questo titolo? … che significa.
Il multiverso è un tema che ricorre spesso nei fumetti Marvel di cui sono un grande lettore, mi piace l’idea delle infinite possibilità e delle infinite opportunità. Il disco è stato tutto improvvisato, ogni nota suonata apre a diverse possibilità di scelta per la nota successiva, come se ogni nota fosse la porta di un universo che compone questo multiverso sonoro. Per approfondire questo tema a livello uditivo ho deciso di far ascoltare la registrazione a Fabrizio Fogagnolo così che ci sovraincidesse dell’elettronica e al rapper PJ Neena che potesse rappare sull’ultima traccia del disco.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
L’album è il risultato di uno studio sugli elementi puri della musica che ho iniziato nel precedente lockdown e proseguito in questi mesi. Questo lavoro non nasceva con la finalità di essere pubblicato, ma quando ho ricevuto la proposta di Ipogeo Records ho pensato fosse l’occasione giusta per mettere ordine a questo lavoro e dargliene una veste artistica. L’ultimo tassello è stata la tracklist, costruita come una poesia.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Due in particolare, il primo quando ho proposto a PJ Nenna di rappare nel disco che è rimasto tra l’incredulo e l’entusiasta, ma da grande artista qual è mi ha detto “Difficile da fare ma è fighissimo! E verrà una figata!”. L’altro quando ho messo le mani sullo Steinway & Son di Platino pianoforti, un suono incredibile. Non era la prima volta che suonavo su uno Steinway, ma questo ha davvero un suono che ti colpisce subito.
Se fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Sì togli il forse, è un concept album dove al centro c’è l’emozione pura che prende tutte le strade possibili, entrando e uscendo da varchi temporali attraversando il lungo e in largo il multiverso e contaminarsi con tutto ciò che incontra e ritornare all’inizio migliore. Quello che succederebbe se fossimo ancora nei teatri e nei club a suonare e a parlare con le persone.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Multiverse? … che ti sembra ideale da fare live?
Riprendendo anche il discorso appena fatto, i miei preferiti sono la traccia di apertura, che è anche la prima registrata in ordine di tempo, e i featuring perché, seppur a distanza, ricostruisce la magia che c’è quando due artisti si incontrano e mettono la propria arte a servizio dell’altro.
Come è stato produrre questo disco? Chi hai avuto vicino maggiormente?
Il team di Ipogeo Records è stato incredibile, sempre presente, sempre propositivo. Poi è successa questa cosa assurda abbiamo gli stessi gusti, anche sulla grafica del disco, ci si diceva la stessa cosa.
Copertina molto semplice e diretta. Come è nata? Chi è l’autore?
Cercavo qualcosa che richiamasse l’idea dello spazio e dell’universo ma che non fosse la foto di una galassia o simili, così con il team di Ipogeo Records abbiamo cercato un’immagine che fosse un non luogo, potrebbe essere un lago, potrebbero essere delle montagne, potrebbero essere radiazioni elettromagnetiche… potrebbe essere tutto, come nel multiverso.
Come presenteresti il disco se fosse possibile?
In una location non convenzionale, una fabbrica dismessa per esempio, tutto al buio con solo una piccola luce che illumina il piano. Poi ho già un’idea su come far arrivare il suono, ma non voglio spoilerare troppo.
Come se la passa la musica indipendente oggi?
Direi bene perché di idee ce ne sono tante, in tutti i generi c’è voglia di cercare e trovare soluzioni nuove. Purtroppo l’attualità che viviamo rende tutto più complesso. Ma finirà e torneremo a fare musica alla grande.
Bello avere questa notte in palude Alessi Pamovio, con questo disco di jazz sperimentale, Multiverse titolo nato dai fumetti Marvel (i miei amici nerds saranno felicie di saperlo).
RispondiEliminaSei pezzi suonati al piano da Alessio, con l'aggiunta di elettronica minimale, e la voce del rapper PJ Neena nel pezzo finale.
RispondiEliminaClose To apre in modo rilassato/rilassante riuscendo a toccare corde molto profonde.
RispondiEliminaThe Silence è il pezzo più sperimentale del mazzo ... lento e sinuoso, a tratti pure pop.
RispondiEliminaMa ancora più sperimentale, forse, è In the Quantic Orbits of Your Electrons con il piano usato in modo particolare... per finire poi in modo più classico.
RispondiEliminaWhere è il pezzo più arioso, libero ... a tratti pop a tratti da cinema muto.
RispondiEliminaMa tutto il disco è giocato tra classicismo jazz e ricerca di altre strade, come emblematicamente il pezzo che chiude tutto, con il rapper PJ Neena, come detto prima.
RispondiEliminaIntenso, ricco di patos, bella The Time Remains, chiude degnamente Multiverse ,
RispondiEliminaalbum non facile ma interessante, da ascoltare sicuramente non una sola volta .Per me bellissima l'apertura del disco. Bacioni doppi Alli
RispondiEliminaClise up è davvero bello.
RispondiEliminaNon pensavo che il giez potesse piacermi...
Bravo
@Nella Crosiglia
RispondiEliminaSì, l'apertura del disco è magica... quel piano...
Grazie, bacioni triplicati.
@Alberto
Sai, qui in palude, come ti sarai accorto,non ci facciamo mancare nessun genere. Anche il giez quando ne vale la pena. Bravo Alessio Pamovio...