NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Folk-pop
DOVE ASCOLTARLO qui per esempio
LABEL Trasporti eccezionali
PARTICOLARITA’ Le voci e la dolcezza melodica
CITTA’ Bologna
DATA DI USCITA 19.02.2021
L’INTERVISTA
Come è nato Casa?
Casa è un brano scritto quasi da un veggente, perché è stato interamente composto PRIMA del lockdown. Nato in un contesto di amore per la propria casa, cela un significato differente: ‘Casa’ “è fatta di persone” dice il testo e dovrebbe portare più verso un'immagine di apertura mentale che verso una chiusura a protezione dal resto del mondo.
Perché questo titolo?
Diversamente dall’immagine concreta e massiccia di quattro mura che sorreggono un tetto, ‘Casa’ assume il reale significato di ‘status personale’, ovvero la persona che abbiamo scelto di essere, di costruire, dove le mura sono fatte dalle persone e dalle esperienze che ci condiscono la vita. Essere a casa significa prendere coscienza delle persone che siamo diventati. Per citare qualcuno di più saggio, è il principio del ‘nosce te ipsum’, conosci te stesso.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
La genesi è stata alquanto randomica. Ci siamo trovati a scegliere queste canzoni da una lista immensa perché ci trovavamo in un periodo di scrittura, manco a farlo apposta! L’idea iniziale era decisamente affine a ciò che è risultato poi, ovvero un cantautorato pop dolce e piacevole. Siamo decisamente soddisfatti.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Sicuramente il dialetto di Antonello D’Urso che ci ha lasciato termini che tuttora utilizziamo tra di noi per sfotterci un po’, ma anche una indelebile soddisfazione come quella di essere riusciti a portare a termine un’opera in tempi di Covid, medaglia guadagnata e per niente di facile esecuzione.
Se Casa fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Lo si può definire concept-album se lo si ascolta con delle indicazioni ben precise, difatti mi ricollego alla serie di video che stiamo pubblicando sui social che servono proprio a questo, ovvero a regalare una lettura “concept” del nostro percorso di scrittura. Casa è indubbiamente la descrizione di noi stessi. Ascoltarlo è un po’ come guardarsi allo specchio e notare tutte le imperfezioni alle quali siamo abituati e affezionati. Casa è un album per tutti.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … quello più da live?
Pare che ci siano due chiavi di lettura della questione. La band risponde che se la giocano a parimerito Portogallo e Pia, mentre chi ascolta l’album non vede l’ora di sentire Casa.
Come è stato produrre Casa? Chi più vicino dal punto di vista produttivo?
Produrre questo album è stato un incastrarsi di difficoltà, ma le abbiamo superate tutte brillantemente. Le esecuzioni sono state tutte ottime, ma, soprattutto, LIVE! Infatti questo è un album praticamente tutto “suonato”, non ci sono ghirigori elettronici, viene tutto da uno strumento reale. D’obbligo i complimenti a tutti i musicisti e al produttore Antonello D’Urso.
Come è nata questa copertina? … è questa la casa del titolo?
La copertina è stata un’idea di Monanne (monanne.art su instagram) che abbiamo coinvolto in questa follia. La Casa in copertina non è assolutamente riconducibile alla Casa del titolo, ma è entrata nella cultura pop italiana di prepotenza, perché chi, negli anni Novanta, non ha mai avuto o giocato in qualche modo con una di queste case?
Come presentereste dal vivo il disco?
Sicuramente con tutta la nostra voglia di suonare che si è accumulata e si sfogherebbe in una mega esibizione. Abbiamo davvero voglia di suonare e poca paura di ammetterlo: ci manca infinitamente.
La musica indipendente ai tempi del covid19… come se la passa?
Non esiste più. O decidi di farlo con qualche spalla importante dietro o lo fai nella tua cameretta, tanto per il gusto e la passione di farlo. Per noi che ormai la decisione di fare musica nella vita l’abbiamo presa da tempo è un passaggio obbligato, quindi abbiamo diversificato mettendoci a scrivere cose nuove, ma per chi si deve approcciare oggi al mercato decidendo ORA di fare della musica un lavoro, è bene che si prepari a seri spargimenti di sangue.
Bella serata in palude con questo duo, lui/lei denominato Le Zampe di Zoe (sarà un cane? dei miei amici avevano un cane buonissimo che si chiamava Zoe...).
RispondiEliminaQui presentano questo ep delicato, di vero pop-cantautorale: 5 pezzi ben calibrati.
RispondiEliminaS'intitola Casa.
Il pezzo che colpisce di più è Casa, hanno ragione, per chi ascolta è questa la preferita.
RispondiEliminaCasa ha un bel testo che ti viene voglia di sottoscrivere.
RispondiEliminaMi piace molto anche Thiene: la chitarra, le voci insieme, per un pop cantautorale molto bello, italico... un piccolo film alla Mazzacurati.
RispondiEliminaMolto bella anche Portogallo sì, hanno ragione. Anche questa sembra un piccolo film... musicalmente è forse la migliore di tutte. Il gruppo sembra suonare come un solo uomo.
RispondiEliminaL'apertura del disco, Sacchetto per il vomito, nonstante il titolo è un pezzo dolce, di soave pop come ti aspetti e come ci hanno raccontato nell'intervista.
RispondiEliminaMi pare manchi all'appello Pia, che è il pezzo che in verità mi ha colpito meno... lo devo riascoltare, come tutto questo piccolo ma prezioso ep.
RispondiEliminaBravi a Le zampe di Zoe, vogliamo presto un disco lungo ...
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