Montuoro - Marsico acustico il primo, elettronico il secondo, ma potrebbe anche essere il contrario, in un disco senza tempo (e non è una frase fatta) Acoustica. Codex Metastasio Post Box. Rodolfo Montuoro torna con la sua voce inconfondibile e la chitarra per cantare canzoni scritte mescolando i suoi autori preferiti (Dante, Barbusse, Ottieri) gli anonimi cantori baschi e suoi testi. Una miscela esplosiva, che a prima vista sembra innocua, ma che già al secondo ascolto si sente più robusta, direi quasi rivoluzionaria. Come irrobustirsi facendo yoga ascoltare questo disco. Del resto il titolo Acoustica, fa riferimento a qualcosa di fisico, ma anche mentale: un suono, una chitarra, una cosa che vibra, quello che si sente con il nostro udito, ma anche quello che non riusciamo a percepire. E poi Acoustica. Codex Metastasio Post Box come ironico sottotitolo, riferimento a Metastasio, poeta barocco acclamato dalle masse.
Maurizio Marsico, l’uomo uscito vivo dagli anni Ottanta, il musicista internazionale e internazionalista qui sotto forma di Monofonic Orchestra, elettronica con l’anima (acustica) perfettamente a suo agio con le parole e i suoni di Rodolfo. E in più il soprano Anna Zoroberto, ospite di lusso, già presente nella musica di Montuoro, qui a chiudere maestosamente il disco. Copertina classicheggiante di Francesco Marangon, dal colore e disegni molto vicini a certe copertine anni Settanta di certo rock, prog, ma non solo. Presentato come un album di dieci tracce minimali, secondo me invece è grandioso: dieci tracce senza titolo che spaccano. Esce ufficialmente domani, 26 marzo Acoustica. Codex Metastasio Post Box (Believe Digital/AiMusic) con la preziosa promo Rouge/Promozione Musicale. È un vero onore lanciarlo qui in palude. Farà molti cerchi nell’acqua.
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Buonasera a tutti.
RispondiEliminaIo sono pronto, e voi?
RispondiEliminaRodolfo, ci sei? Maurizio, ci sei?... pronto, pronto!
RispondiEliminaProve tecniche di trasmissione...
RispondiEliminaBuonasera! Eccomi
RispondiEliminaEccoci, ciao Alli
RispondiEliminae ciao Rodolfo
RispondiEliminaBennvenuti in palude.
RispondiEliminaCiao Alle e ciao Maurizio! Felice di trovarci nottetempo...
RispondiEliminaSpero che siate a vostro agio, e abbiate fatto un buon viaggio.
RispondiEliminaLa notte che precede l'uscita ufficiale del disco.
RispondiEliminaGrazie per l'approdo e per l'ospitalità. Qui si sta bene.
RispondiEliminaUn viaggio spazio temporale è sempre un bel trip
RispondiEliminaGrazie a voi di avere accettato.
RispondiEliminaNon è esattamente come la notte prima degli esami, ma è comunque una bella vigilia.
RispondiEliminaSe siete pronti faccio partire il disco in cuffia e vado con le domande.
RispondiEliminaProntissimo.
RispondiEliminaGià, una bella notte... migliore degli esami.
RispondiEliminaLe domande non saranno difficili ... e poi, credo, conosciate bene l'argomento. Acoustica.
Prima domanda: come è nato Acoustica?
RispondiEliminaStrana cosa stabilire la data dell'uscita di un disco, quando nessuna data è certa...non siete d'accordo ?
RispondiEliminaBene. Eccoci prontissimi. Spara pure.
RispondiEliminaSì, oggi, con il web, nessuna data è certa.
RispondiElimina
RispondiEliminaD'accordissimo. Nulla è certo. Persino noi stesso qui potremmo anche non essere...
La cosa della data è una finzione per i biografi.
RispondiEliminaMa voglio subito rispondere alla tua domanda.
RispondiEliminaCom'è nato questo disco? Boh...Acoustica continua a essere un lavoro misterioso ed enigmatico, opaco anche a noi stessi che l’abbiamo realizzato perché non ci ricordiamo più del “come” e del “quando”, abbiamo una vaghissima memoria delle circostanze, delle coincidenze, dei luoghi, delle vicende che ci hanno fatto ritrovare come dei sonnambuli tra il quartiere Garibaldi e la chinatown di Milano per mettere insieme un pugno di canzoni, cantate e suonate fuori da tutti i canoni di ascolto sia di un qualche “allora” che dell’oggi. Acoustica è un disco inattuale e irreale, in tutti i sensi. E quindi, per tornare alla tua domanda, è anche possibile che non sia mai nato. Anzi, forse, dal momento che ne stiamo parlando, potremmo dire più esattamente che nasce ogni volta nel momento stesso dell’ascolto.
Esatto, andiamo sulla parola ... chissà se io sono io (ho dei dubbi, lo devo ammettere) E voi, siete voi?
RispondiEliminaCredo di essere, ma anche di non essere. Alla faccia di Shakespeare...
RispondiEliminaBella questa idea, che nasca ogni volta che lo ascoltiamo.
RispondiEliminaSarò pragmatico (si fa per dire): Rodolfo ha provveduto al Canto e all'Incantesimo e io mi sono occupato del Disincantare...
RispondiElimina... e questo, non è un problema.
RispondiEliminaSì, Maurizio è un vero (e raro) Maestro del disincantamento, proprio come diceva Sartre di se stesso
RispondiElimina"Acoustica - Codex Metastasio Post Box", il titolo completo. Cosa vuol dire?
RispondiEliminaE' una storia un po' lunga. Provo a raccontartela come meglio posso.
RispondiEliminaC’era una volta… un tempo in cui io e Maurizio abitavamo nello stesso palazzo in via Maroncelli a Milano. Stiamo parlando di un’epoca in cui non esistono le email e i personal computer. È in questo periodo predigitale e antidiluviano che si è fatta strada l’idea di Acoustica. Come capita sempre a Milano, pur essendo vicini di casa, non riuscivamo mai ad incrociarci. Così abbiamo preso l’abitudine di scambiarci al volo appunti, partiture, versi, citazioni e schizzi, notazioni et similia attraverso la cassetta della posta giù all’ingresso del palazzo. Nella cassetta postale, tra i cognomi Marsico e Montuoro, c’era un Metastasio – nostro vicino dell’ultimo piano. Così capitava spesso, nella fretta, che molti dei nostri messaggi venivano infilati per sbaglio nella buca del povero Metastasio che, quando tornava a casa dal lavoro, si trovava degli strani biglietti con versi, segnacci e pentagrammi che gettava direttamente in pattumiera, maledicendo in dialetto siciliano quell’anonimo pazzo satanista che gli ingolfava la cassetta della posta. Nacque un curioso e divertente equivoco tra di noi e scoprimmo solo dopo qualche tempo che il vicino Metastasio era l’involontario destinatario di quelle note che ogni tanto sparivano, costringendomi a riscrivere tutto da capo. E, come spesso, capita con le riscritture, miglioravano ogni volta i primi appunti. Quindi, l’accidentale funzione “selettiva” e cestinante di Metastasio per me è stata importantissima e molto produttiva. Questo è il senso aneddotico del “Metastasio Post Box”. Poi, come sempre capita con certe coincidenze e come ci insegna il vecchio Gustav Jung, mi è venuto in mente per sincronismo il più celebre Metastasio, il poeta barocco. Ed è come se – attraverso la sua reincarnazione onomastica – ci fosse venuto a trovare dopo qualche secolo in via Maroncelli, indicandoci la chiave di volta del nostro lavoro, ovvero il suo concetto dominante: lo sposalizio sempre incerto, e talvolta persino funambolesco, tra musica e poesia – di cui Pietro Trapassi detto Metastasio, appunto, è stato il più insistente artefice all’epoca sua. Uno sposalizio non facile, fatto talvolta di ripensamenti e rifacimenti. Per quanto poi riguarda il termine “Codex” che compare nel sottotitolo, esso dà conto del fatto che queste canzoni contengono degli stilemi, dei moduli, ma anche dei tic stilistici e delle ossessioni che si ritrovano in tutti i miei album. Ogni brano contiene un ingrediente, il frammento o il “codex” di un discorso poetico che porto avanti da parecchio tempo ormai, declinando in musica stili e generi sempre diversi, dall’irish, al progressive, dall’elettronica al rock. Del resto, il termine “codex” indica nel dizionario latino il tronco dell’albero da cui germogliano i vari rami. Seguendo questo spunto etimologico, potremmo dire che Acoustica è stata il vivaio seminativo di una piccola selva che nel tempo si è diramata in tutte le direzioni.
ma disincanto non come visione pessimistica, piuttosto come contrappeso all'incanto...strettamente connesso ad esso, come la spazzatura alla purezza
RispondiEliminaHo letto questa genesi del titolo e sono molto affascinato ... sarebbe bello farne un film. Inn bianco e nero ... alla Lynch degli inizi.
RispondiEliminae questo delay temporale lo sto avvertendo anche adesso nell'intempestività dei miei interventi quasi un cut-up in diretta
RispondiEliminaE leggo anche l'affermazione di Maurizio, riguardo le battute inziale, tra incanto e disincanto, e anche qui c'è da rifletter.
RispondiEliminaLynch Codex Maroncelli
RispondiEliminaDel resto, l'incantamento senza il disincanto vale poco e neppure si percepisce
RispondiEliminaCome è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
RispondiEliminaCon Lynch Codex Maroncelli Maurizio ha dettato la Linea dei prossimi vent'anni. (Il delay qui è d'obbligo...)
RispondiEliminaUhmm... la genesi del disco. Faccio un po' di fatica perché di questo non abbiamo una lucidissima memoria. Ricordo solo che, dopo un intenso periodo per me molto avvincente di confronto musicale e anche filosofico con Maurizio, abbiamo poi realizzato abbastanza velocemente il master del disco allo studio di Andrea Tich, incidendolo con un registratore a bobine Otari, quasi in presa diretta perché eravamo così concentrati nell’esecuzione che, quasi sempre, veniva buona la prima take. Il nostro armamentario era abbastanza scarno ed essenziale: io con voce e chitarra acustica, Maurizio con Roland D50, Korg M1 e riverbero Lexicon. Andrea Tich, in questa circostanza, è stato un abile cacciatore del suono – come il Philip Winter del film di Wim Wenders – ed è entrato subito in sintonia con la mistica idea “acusmatica” mia e di Maurizio. E abbiamo avuto un ospite davvero eccezionale, il soprano del Teatro alla Scala Anna Zoroberto che ha offerto la sua voce rara e stupenda nell’ultimo brano del disco.
RispondiEliminaBella questa cosa che sta nascendo.
RispondiEliminaPerò è vero un film onirico come Eraserhead o come qualcosa di Bunuel con questi due che inviano messaggi nella cassetta della posta sbagliata
RispondiEliminaStiamo pian piano annunciando la prossima uscita del nuovo disco di ieri
RispondiEliminaAnche il nostro delay qui sta funzionando magnificamente, proprio come la cassetta postale del Metastasio... Trovo tutto questo molto elettrizzante, come i neon che friggono in certe scene di Lynch
RispondiEliminaEsatto, come primo Lynch pensavo proprio al disturbato/distrubante Eraserhead , il più buneliano dei suoi film... sì, qualcosa alla Bunuel.
RispondiEliminaPerò, a proposito di genesi e tempo, il disco è nato molti anni fa. Quanti?
RispondiEliminaIl fattore tempo..che si è sedimentato come materia viva sulle tracce..ha trasformato il nostro lavoro e ne ha modificato la percezione. Alle tracce si è aggiunto tutto ciò che abbiamo vissuto e ascoltato nel mentre.
RispondiElimina...come il grande vetro di Duchamp...abbiamo lasciato depositare sopra la polvere del tempo e l'abbiamo tenuta come parte fondamentale dell'opera
RispondiEliminaHai proprio ragione Alli. La tua citazione è azzeccatissima. Infatti, se non ricordo male, il sottotitolo di Eraserhead dovrebbe essere "La mente che cancella". Esattamente quello che capita a me e a Maurizio quando ci sforziamo di ricordare la cosiddetta "genesi" di Acoustica...
RispondiEliminaQualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Acoustica?
RispondiEliminaEraserhead - La mente che cancella, vero, del 1977, anno fondamentale per molte cose.
RispondiEliminaQuesta idea della polvere del tempo - a questo punto della nostra conversazione - è perfetta. Direi di assecondare questa immagine e restare un po' sul vago: polvere e nebbia - in questo caso - non guastano...
RispondiEliminaNon sottovalutiamo l'arte della Dimenticanza. Non mi dispiace questa nuova condizione di trovarmi principiante del dimenticare.
RispondiEliminaDopo aver flirtato troppi anni con l'oblio è affascinante iniziare a dimenticare piccole cose inutili come date, nomi, numeri di telefoni, pin...
La memoria è una trappola mortale
Sì, è vero: il 1977 è stato proprio un anno fondamentale: annus horribilis e nello stesso tempo annus mirabilis
RispondiEliminaLasciamola depositare allora ... già come episodio, quello delle lettere nella buca delle lettere di Metastasio, mi pare forte.
RispondiEliminaSe questo album fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
RispondiEliminaL'arte della Dimenticanza, come dice giustamente Maurizio, ci potrà salvare ma io non voglio eludere la domanda dell'Alligatore e qualcosa voglio ricordare: qualche barlume, qualcosa di struggente, di impalpabile. Ci provo... Oltre all’apparizione teatrale e carismatica di Anna Zoroberto in colbacco, scialle d’ermellino e pelliccia lunga di visone nello studio di Tich, in una Chinatown ai tempi molto bassifondo e assai poco glam, mi tornano in mente di quel periodo i flash di certi rari ma deliziosi pranzetti in qualche trattoria tra il Garibaldi e il Sarpi, in una Milano vorace e presciarola, con Maurizio che è uno squisito commensale nonché sparring partner simpatetico e affabulatore. Anche a quei tempi sublime Maestro del Disincanto e della Dimenticanza...
RispondiEliminaSe fosse un essere umano questo disco sarebbe un trentenne del rinascimento col pc
RispondiEliminaUn altro frammento di un film buneliano, "tra il Garibaldi e il Sarpi, in una Milano vorace e presciarola"... e anche la "carismatica di Anna Zoroberto in colbacco, scialle d’ermellino e pelliccia lunga" è importante come immagine.
RispondiEliminaLo ammetto: voracissimo commensale
RispondiEliminaIl concept potrebbe essere appunto quello indicato dal Metastasio: la celebrazione delle nozze tra musica e poesia ma in un contesto minimale e acustico, all’incontrario del barocchismo: senza retorica e senza effetti speciali – solo voce nuvolosa, pizzico sensitivo di chitarra e tocco alchemico di tastiera. E, aggiungerei, alla luce della nostra avvincente conversazione di stasera, polvere di tempo e... di dimenticanza.
RispondiEliminaUn "trentenne del rinascimento col pc" ... usando in modo artistico il pc, e non per sopravvivere a una pandemia che sembra endemia.
RispondiEliminaDefinizione del concept molto bella, graziosa... avendolo ascoltato più volte, direi che ci sta tutta questa definizione.
RispondiEliminaMeno male che è un trentenne del Rinascimento e non qualche innominabile quarantenne che si aggira tra gli Emirati
RispondiEliminaIn fondo cos'è la musica se non l'illusione di poter rallentare nel modo più intenso possibile lo scorrere del tempo. L'illusione di poterlo fermare che dura un attimo perché poi scivola via....
RispondiEliminaSì, avevo pensato pure io a quello, quando Maurizio ha citato il Rinascimento, ma meglio pensare a cose belle, come questa musica attraerso i decenni.
RispondiEliminae se non si può fermare meglio dimenticare...meglio dimenticarsi
RispondiEliminaL'illusione di poterlo fermare che dura un attimo perché poi scivola via.... . cit.
RispondiEliminaC’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di tutto l’album.
RispondiEliminaE' una infallibile definizione della musica, questa di Maurizio. Infatti il musicista domina il Tempo, e ha il potere di rallentarlo ma anche di consumarlo. Così come domina e addomestica il Silenzio.
RispondiEliminaQuale pezzo sceglierei? Non riesco a stabilire una graduatoria tra i vari brani dell’album. Ma, in questa occasione, giusto perché oggi è il 25 marzo 2021, il giorno in cui si celebra nel mondo il 700simo di Dante, sceglierei il “Codex # 006” che è – per un’altra bizzarra coincidenza – la mia fedele trasposizione in musica del celeberrimo sonetto dantesco “Guido i’ vorrei che tu e Lapo ed io”.
RispondiEliminascusate ho sbagliato intendevo un trentenne alla Rinascente : )
RispondiEliminaAnch'io non ho preferenze lo sento come un tutt'uno estremamente organico
RispondiEliminaCome citazione ci sta tutta, vista la data ... e capisco anche la diffoltà nello scegliere, se non fosse il 25 marzo, appunto: auguri Dante!
RispondiEliminaA me piace Codex 005, pezzo decisamente disincantato, perfettamente elettro-acustico, ma anche Codex 008 ,poetico e altrettanto disincantato. Magico quel fischiettare poi ...
RispondiEliminaCopertina del disco senza tempo (continunando all'infinito questo gioco)... come è nata? Chi l'ha pensata e fatta così?
RispondiEliminaIo sono rimasto, pietrificato, all'immagine del trentenne alla Rinascente. Un'immagine rarissima. Ormai alla Rinascente ci vanno solo gli sbarbati e le vecchiette.
RispondiEliminaLa copertina è di Francesco Marangon, Art Director di Sperling & Kupfer. Si è ispirato al frontespizio di un’edizione parigina settecentesca delle opere del Metastasio. Con Francesco, che è un artista visionario e sensibilissimo, c’è un sodalizio ultradecennale.
RispondiEliminaÈ lui lo straordinario artefice di tutte le mie copertine che, di per sé, ormai rappresentano una vera e propria galleria d’arte in miniatura.
Anch'io adoro il fischio di Rodolfo intontissimo e così autentico che sembra un Synth
RispondiEliminaGrazie, Diego. Mi fa piacere che ti siano piaciuti lo 005 e lo 008. Anch'io resto affezionato a questi due brani.
RispondiEliminaera il Dannunzio trentenne che si chiedeva: come lo chiamo sto magazzino ? Del resto qualcuno lo disse: mai fidarsi dei poeti
RispondiEliminaCome presenterete dal vivo Acoustica? … quando sarà possibile, se sarà possibile.
RispondiEliminaAllora direi trentenne con "tramezzino" invece che col pc (visto che tra le tante invenzioni del D'annunzio copywriter c'è anche questa)...
RispondiEliminaL’espressione “dal vivo”, visti i tempi in cui ci troviamo, suona quasi iettatoria: per me, ma penso che sia così anche per Maurizio, è già tanto presentare Acoustica qui nel tuo blog, ancora da viventi non moribondi piuttosto che da una corsia d’ospedale.
RispondiEliminaMateria da film anche questa allora... chissà se lo presenterete in un cinema... con musica dal vivo :)
RispondiEliminaSì, direi - seguendo la tua perfetta suggestione - moribondi ... con musica dal vivo!
RispondiEliminaAltro da dichiarare?
RispondiEliminaIn un certo senso la logica concerti per promuovere il disco versus disco per promuovere i concerti non rende giustizia alla peculiarità di un lavoro come questo così anomalo e fuori del tempo, che forse meriterebbe soltanto o delle occasioni specialissime oppure niente affinché la sua dimenticabilità possa renderlo indimenticabile
RispondiEliminaAltro da dichiarare?
RispondiEliminaCi rimettiamo alla clemenza della Corte (…e dell’Alligatore).
... e alla clemenza della Dimenticanza.
RispondiElimina.....
RispondiEliminaAssolti, per non aver commesso il fatto ... è stato tutto un sogno.
RispondiEliminaMi pare che abbiamo detto molto questa sera ... possiamo liberare il disco.
RispondiEliminaSì, in effetti, alla fine siamo tutti d'accordo nello stabilire che Acoustica non esiste...
RispondiEliminaè già uscito....non c'è più
RispondiEliminaGrazie, Diego. Per noi è stato un vero piacere festeggiare insieme a te questa vigilia. Non poteva esserci un'occasione migliore. Grazie davvero.
RispondiEliminaanzi no è tornato non vuole più uscire ha deciso che resta
RispondiEliminaSi trova nell'aria ...
RispondiEliminaGrazie a voi, è stata una chiacchierata divertente e istruttiva.
RispondiEliminaGrazie anch'io e il disco ti salutiamo
RispondiEliminaun abbraccio
State per caso parlando del trentenne del rinascimento alla rinascente?
RispondiEliminaGrazie Diego per la bella chiacchierata. E' stato un vero piacere e tu sei stato un ospite fantastico. Un caro saluto e a presto!
RispondiEliminaGrazie a tutti e alla prossima!
RispondiElimina