NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE elettronica - cantautorato
DOVE ASCOLTARLO tutte i distributori digitali, tipo qui o qui o su CD
LABEL Riff Records
PARTICOLARITA’ collaborazione con dieci cantautrici
CITTA’ Milano
DATA DI USCITA 5/3/2021
L’INTERVISTA
Come è nato XX?
Avevo voglia di sperimentare con delle voci femminili perché in passato prevalentemente ho avuto dei partner maschili, per cui ho iniziato ad ascoltare nelle trame del web. Il termine usato "voce" è forse un po’ riduttivo, la scelta dell’artista per me include diversi fattori: originalità delle composizioni melodiche, uso personale della voce, uso delle parole e contenuti dei testi, per cui la scelta cade inevitabilmente su cantanti-autrici-musiciste. Non è stato semplice, io sono anche abbastanza difficile nei gusti musicali, però le artiste brave la fuori sono veramente tante; in questa ricerca, più di una mi ha colpito e incuriosito da queste diverse attitudini ho pensato: "Perché non provare a coinvolgerne più di una?". Poi mi sono fatto prendere la mano e… eccoci a dieci.
Perché questo titolo? Che significa?
Il titolo è emerso inevitabilmente appena ho considerato di coinvolgere diverse artiste, il mio background culturale è chiaramente pervaso dalle scienze della vita che sono alla base del mio mestiere. Per un biologo XX significa femmina, almeno nel caso della nostra specie, la presenza di due cromosomi X nel nostro corredo genetico porta allo sviluppo di un essere di genere femminile; visto che alla fine io come XY ero in netta minoranza mi è sembrato perfettamente calzante.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Ho cercato subito una soluzione operativa che mi permettesse di realizzare concretamente la cosa in tempi ragionevoli e già ci sono voluti due anni. Ho dovuto ritagliare dei ruoli, nello specifico separare la parte strumentale da quella vocale, lasciando però a loro totale libertà di espressione, quindi prevalentemente io mi sono occupato degli strumenti e dei loro arrangiamenti e loro delle voci, dei testi e degli arrangiamenti vocali. Operativamente ho dato loro delle bozze, una quindicina, e loro hanno scelto quella su cui lavorare, poi in fasi successive con dei botta e risposta e degli aggiustamenti da entrambe le parti abbiamo messo in relazione più intima musica e cantati. Devo dire che in alcuni casi c’è stata una proposta di parti strumentali o di editing da parte loro, diciamo che, anche se in maniera marginale, chi ha mandato qualcosa di sua iniziativa è stata ascoltata, è tutto scritto nei credits dell’album "analogico". Il missaggio e il mastering sono opera mia, non per manie di protagonismo ma per necessità. Il mix è in certi tipi di musica un processo molto creativo e, a chi farlo fare, è una scelta da valutare con attenzione. Può essere anche una strategia per imprimere una certa direzione stilistica al prodotto finale.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Il progetto è da considerarsi pre-covid19 in quanto iniziato a gennaio 2019 per cui quasi tutti i cantati sono stati registrati prima di febbraio 2020. Per quanto possibile ho incontrato le artiste, tre le conoscevo già di persona per incastri con altri progetti. Ma un episodio mi ricordo con piacere, quando riuscii a far venire da me Maria Devigili (dal Trentino) per registrare le tracce vocali di Marte, e per coincidenza quella sera un’artista che poi ha abbandonato il progetto teneva un concerto in Brianza. Allora ho telefonato anche a Manuela Pellegatta, che abitava qui vicino, e siamo andati tutti e tre a sentire il suo live; una piacevole serata.
Se XX fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Questa faccenda del concept l’abbiamo discussa e le idee a riguardo sono ovviamente differenti. È vero che convenzionalmente un album concept racconta una storia che di solito si articola nei testi dei vari brani e non è questo il caso, ma un filo conduttore c’è, se me lo hai chiesto vuol dire che lo hai notato. Se ci fosse un concept sarebbe "femmina" (XX) e anche se sono storie diverse, queste sono tenute insieme dalla stessa impalcatura con l’idea di creare un qualcosa di "strutturato", come i diversi organi che collaborano assieme per far funzionare un organismo, deformazione professionale :-)
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … quello che vedresti più da live?
Una domanda difficile e la risposta è che ogni brano mi piace per delle particolarità aggiunte proprio dalle artiste, ma ho passato mesi per decidere quello che si chiama il singolo, e alla fine ho chiamato Paolo di Riff Records e gli ho detto: "Non so che fare, scegli tu" e ha scelto White Peacock. Questa decisione ha condizionato molto la ricerca della regista del videoclip: ho trovato nei lavori di Elide Blind, anche lei femmina per rispettare il "concept" ;-), delle visioni che a mio avviso avrebbero potuto ben accompagnare il brano. Anche in questo caso le ho lasciato molta libertà e mi pare sia stata la scelta corretta. Dal vivo si può portare di tutto, certo con qualche adattamento, come sempre d’altra parte e mi piacerebbe molto, ma puoi intuire come sia complesso con artiste sparse per l’Italia organizzare una cosa del genere, ci sto pensando comunque, ma per imbarcarsi in questa seconda impresa ci dovrebbero almeno essere delle buone premesse e la natura certo non ci sta aiutando.
A produrre XX la ormai storica Riff Records. Come è avvento l’incontro? Come hai lavorato con loro?
Ho conosciuto Paolo di Riff Records, quando ho collaborato con Cesare Malfatti nel suo album Canzoni Perse, che appunto è stato pubblicato da Riff Records. Sono stato a Bolzano per un live con Cesare e mi ha fatto molto piacere incontrare Paolo di persona… che dire, un appassionato di musica che non si arrende; è una persona squisita e mi sono subito trovato a mio agio con lui, non è da tutti di questi tempi mandare avanti, da solo, un’etichetta indipendente, chapeau! Tra l’altro due delle artiste che compaiono in XX, Maria Devigili e Silvia Caracristi, le ho conosciute proprio ascoltando le produzioni di Riff Records; siamo quasi una famiglia.
Copertina semplice ma anche no … come è nata? Chi l’ha pensata così?
Anche qui ho affidato il lavoro a un’artista grafica "XX", Roberta Dolce; parlando con Verdiana Raw, scopro che sua sorella fa quello di mestiere e guardando i suoi lavori mi e subito piaciuta, anche in questo caso le ho spiegato la storia che sta dietro il progetto e lei ha agito in totale libertà. Ovviamente compaiono i due cromosomi X stilizzati che avevo abbozzato io ma il resto è opera sua. Questi spruzzi d’oro ci riportano all’arte giapponese del "kintsugi" cioè si rimettono assieme parti di uno stesso oggetto rotto per dare nuova vita all’oggetto, anche se in questo caso le varie parti non appartengono allo stesso oggetto ma comunque assieme creano un tutt’uno. Abbiamo poi deciso di dare spazio in modo equo a tutte/i le/i partecipanti al progetto con delle foto, perché ok che è un progetto a nome structure, però io ritengo che la parte vocale e il testo contribuiscano al 50% nella realizzazione di una canzone e queste sono canzoni, è la mia personale opinione.
Come presenteresti dal vivo il disco?
Fosse per me, farei un live con le dieci artiste che si alternano al microfono, ma non solo, dato che loro sono di fatto quasi tutte anche musiciste, sarebbe bello che partecipassero, magari a turno, anche all’esecuzione strumentale o anche come coriste, ma capisco che sia un’idea ambiziosa; sarebbe forse più ragionevole pensare a dei concerti in cui solo alcune di loro sono presenti e per il resto dei brani trovare una soluzione alternativa (ci sto pensando), sfruttando magari dei visual. I brani tutto sommato sono abbastanza minimali anche se pieni di dettagli, ma ho già affrontato qualcosa di analogo in passato.
La musica indipendente ai tempi del covid19… come se la passa?
La musica indipendente se la passava già male prima del covid19, se vogliamo essere sinceri, diciamo che se prima qualcuno riusciva in qualche modo a sopravvivere ora ha ricevuto il colpo di grazia. Io in fondo penso che il mondo artistico in generale sia sempre stato un po’ in crisi. Ci sono stati periodi d’oro, per la musica ad esempio gli anni ’70 - ’90; ora siamo in un momento particolarmente tragico, spero di transizione a qualcosa di non ancora bene definito. Sto pensando al futuro della distribuzione digitale, che dovrebbe essere più dalla parte degli artisti e in questo modo si potrebbero anche avere concerti più abbordabili.
Un gran piacere ospitare questa notte in palude Structure, progetto di elettronica con l'anima di Stefano Giovannardi, che per questo disco XX ha coinvolto dieci artiste, dieci cantautrici/musiciste dell'indie più vero e puro d'Italia ... non a caso sei di queste sono già passate qui in palude, alcune più volte.
RispondiEliminaMa le voglio citare tutte: Barbara Cavaleri, Chiara Castello, Ely Nancy Natali, Francesca Bono, Francesca Palamidessi, Laura Boccacciari , Manuela Pellegatta, Maria De Vigili,, Silvia Caracristi, Verdiana Raw.
RispondiEliminaIl titolo dell'album XX è quindi ben chiaro, come è ben chiaro la trama sonora che l'accompagna: una gran bella idea Stefano, bravo.
RispondiEliminaBrave poi alle cantautrici, che hanno interpretato pezzi scritti da loro, nella lingua desiderata ... facendone uscire un mix sinuoso e psichedelico.
RispondiEliminaIl più sinuoso e psichedelico mi è parso Marte di Maria Devigili, che ha saputo fondere bene ritmo, elettronica, rock, cantautorato classico per una storia misteriosa in italiano.
RispondiEliminaInteressante anche la White Peacecock della Bono (OfeliaDorme, che ben conosco, come del resto la Devigili): piano/organo misterioso all'inizio per introdurre la sua voce, dolente... poi parte un pezzo pop-rock elettronico dal piglio internazionale/internazionalista, cantato ovviamente in inglese.
RispondiEliminaPhosphorus di Verdiana Raw affascina per l'elettronica labirintica e giocosa che sala inesorabilmente. Inglese e italiano si alternano, in un pezzo dal sapore sperimentale e molto personale.
RispondiEliminaDura e cruda elettronica (da film) con diverse fasi, direi psichdeliche, per la Negotiation di Barbara Cavaleri. Interessante pure lei...
RispondiEliminaCome sono interessanti tutte: dalla Miss Cervello di Paola Boccacciari, dance-rock psicologia, alla Lasciami la mano di Silvia Caracristi, elettronica pura, dal testo forte e doloroso, intimo ...
RispondiElimina... e poi la sofisticata Chiara Castello con Everything comes & everything goes, la semplice e diretta Manuela Pelegatta con Più in là, la giocattolosa Francesca Palamidessi con NPV, e la pura e altrettanto giocattolosa Edy Nancy Natali che chiude il disco con il pezzo dal titolo esplicito XXY.
RispondiEliminaBravo Stefano, spero che tu presto riesca a presentare dal vivo questo disco...grazie per averlo presentato virtualmente qui.
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