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domenica 6 dicembre 2020

In palude con Pino Marino

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE Canzone d’autore - Pop alternativo

DOVE ASCOLTARLO Spotify - YouTube e tutte le altre piattaforme digitali note..

LABEL O’disc & Pinetaproduzioni

PARTICOLARITA’

Oltre alla distribuzione fisica e digitale curata da I.R.D. International Record Distribution

Il disco in formato CD e in formato VINILE è disponibile sul nostro Shop qui

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CITTA’ Roma

DATA DI USCITA 30 Ottobre 2020 

L’INTERVISTA

Come è nato Tilt?

Questo disco è nato dalla necessità di raccontare i punti di rottura a cui siamo tutti giunti in questo preciso momento storico. Sociali, culturali, relazionali, economici, non di meno politici e legati alla formazione, alla comunicazione e all’informazione. È un disco politico nell’accezione artistica del termine e si assume quella responsabilità diretta che è opportuno si assumano gli artisti, in quanto direttamente artefici e ingranaggi della vera industria pesante di questo paese: l’Arte.

Perché questo titolo?

Perché questo termine riesce a riassumere esattamente quello che accade quando bari nella partita che stai giocando. I Tilt che stiamo vivendo, tutti, vengono da lontano e iniziano tutti puntualmente nel momento esatto in cui si è perso di vista il bene collettivo a vantaggio di un miope e arrogante presupposto singolo, aziendale, di partito o di fazione che dir si voglia. Noi siamo qui per avere cura del Flipper che stiamo utilizzando, che fra l’altro non è nostro, ma decisamente in prestito. Prima di noi è stato utilizzato da altri, dopo di noi altri dovranno utilizzarlo e noi non dovremmo stare qui oggi a giocare una partita singola da vincere a tutti i costi.

Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Tutte le canzoni raccolte sotto questo titolo, propongono un Tilt di qualche tipo e al loro interno fiorisce sempre un luogo di consapevolezza e una via di risoluzione. Alcune canzoni sono state scritte negli ultimi due anni, altre sono state scritte per andare a completare gli argomenti che avrei voluto trattare una volta individuato il filo conduttore. Sono rimaste nude, strumento e voce, fino al momento della scelta di quali fra loro avrebbero abitato nello stesso disco. Poi con Fabrizio Fratepietro (che lo ha prodotto in studio) abbiamo iniziato a pensare il mondo sonoro che le avrebbe vestite. Il lavoro è terminato con la quarantena di marzo 2020 e in quel momento abbiamo iniziato a lavorare al montaggio del video girato da Marco Arturo Messina per Calcutta (il primo singolo estratto dall’Album), con un complicatissimo distanziamento fra Roma e Milano.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Tilt?

Più che un episodio singolo, direi che la memoria conservi la difficoltà avuta nel trasformare un lavoro estremamente fisico (esclusa la parte di scrittura che invece considero molto solitaria) in qualcosa che non perdesse nervo e organicità in un momento drammatico, in cui proprio la fisicità è stata impedita e/o impossibilitata.

Questa è stata una responsabilità molto forte che ho voluto assumermi direttamente, così come poi ci siamo assunti quella che il disco uscisse senza aspettare un momento mercantile più favorevole, perché un po’ di luce va proposta quando è buio.

Se fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

Possiamo togliere il “fosse” e confermare che le canzoni per un disco sono come i capitoli per un romanzo. Hanno in comune una logica, un legame consequenziale e un titolo in grado di rappresentare il loro intento. Tutto il resto sta nelle risposte scaturite dalle domande precedenti: Tilt.

C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … che ti piacerebbe di più fare live?

Questa domanda articolata in tre parti, non ha e non può avere una risposta stabile.       Questo perché ogni canzone rappresenta qualcosa di non sostituibile altrimenti e tutte quante loro avranno il modo di divertirci nel momento esatto in cui ci sarà permesso di rappresentarle e raccontarle nei concerti. Va anche detto però che a Calcutta è stata affidata l’apertura dell’Album ed è stata scelta come primo singolo estratto, perché rappresentasse il lavoro poco prima della sua uscita. Quindi a lei dobbiamo sicuramente il ruolo di sorella maggiore, a lei sono intestate le utenze della casa dove abita con le altre.

Chi citare a livello produttivo? Chi ti ha aiutato di più a realizzare il disco?

Fabrizio Fratepietro lo abbiamo già nominato e con lui adesso nomino anche Pino Pecorelli, altro componente storico del nostro Trio, quello con cui già 20 anni fa lavorammo al primo disco pubblicato dalla NuN Entertainment di Stefano Senardi (Dispari). Vanno nominati anche O’disc, l’etichetta che ha permesso la realizzazione dell’Album. Sfera Cubica, l’ufficio stampa. IRD, che si occupa della distribuzione nazionale e internazionale sia fisica che digitale. Cdclick, il nostro Shop on-line. Giulia Valle, che ha lavorato alla realizzazione grafica. Luca Leonori, che si è occupato del mix e del master. Giovanni Canitano, fotografo ufficiale di tutti gli scatti promozionali. Giovanni Gigantino e La Fabbrica di Bologna, che si occuperà dei Live appena sarà possibile ripartire. Fondamentali i tre preziosi ospiti che hanno dato la voce a tre delle canzoni comprese in questo lavoro: Ginevra Di Marco (Maddalena), Tosca (Roma Bella) e Vinicio Marchioni (Tilt). E non ultimi tutti i musicisti che hanno suonato con grande disponibilità e consapevolezza queste canzoni: Fernando Pantini, Vincenzo Vicaro, Giovanna Famulari, Roberto Angelini e Agnese Valle.

Molto particolare la copertina, neorealismo internazionalista. Ci vuoi raccontare come l’hai trovata e perché l’hai scelta?

Quello scatto l’ho intercettato due anni fa, l’ho salvato in una cartella e messo via, senza una ragione mirata. Quando il titolo del Disco è diventato quello che conoscete, ho riaperto le cartelle dei miei appunti e rivendendola ho capito che quella foto sarebbe stata in grado, da sola, di raccontare con un solo colpo d’occhio tutto il senso del disco: ovvero di quanto sia già presente in ogni Tilt evidente, la nuova via che la rinascita avrà modo di indicare. Emad Nassar è l’autore di questo capolavoro fotografico e sono molto felice lui me l’abbia concessa perché diventasse copertina, con la volontà di voler partecipare al mio lavoro e diventando quindi di fatto l’ospite internazionale. Emad è di Gaza e lì la foto è stata scattata nel 2015.

Come presenteresti, se fosse possibile, dal vivo il discoTilt? Con tutti gli ospiti magari..

Il disco lo presenteremo, perché sarà possibile farlo, con tutti i musicisti tutte le volte che sarà opportuno. Ma avremo pronte anche formazioni più elastiche e snelle, che andranno dal quartetto al duo, passando per il trio sopra nominato.

Altro da dichiarare … sullo stato dell’arte oggi?

L’Arte in certi capitoli storici del nostro vivere sociale, deve mostrarsi come esempio di lavoro, deve occuparsi dell’immaginario, della visione di ciò che non è visibile e deve accendere lampadine soprattutto quando il buio non permette luce. Fabrizio De André un giorno disse: “Capisco che se un uomo o un intellettuale non è artista, se non riesce a trasformare quello che capisce in qualcosa d’altro che arrivi ancora meglio, deve integrarsi. L’artista invece è un anticorpo che la società si crea contro il potere. Se si integrano gli artisti, ce l’abbiamo nel culo.”.


 

12 commenti:

  1. Ritorna dopo molti mesi l'intervista in palude, ritorna con un gran disco di Pino Marino Tilt con una copertina che colpisce e fa riflettere (uno scatto di Emad Nassar in quel di Gaza ... e si capisce bene il senso).

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  2. Pop alternativo, cantautorato classico quello di Pino Marino, ormai sulla scena da più di vent'anni, che presenta qui un disco maturo e pieno di sorprese ... con impegno e molta umiltà.

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  3. Dieci pezzi intensi pieni di parole e suoni, e ospiti, tra i quali scelgo: Caterina volentieri, canzone tra allegria e malinconia alla Gaetano e un bellissimo organo che dona al pezzo una sensazione di senza tempo.

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  4. Ma anche Roma bella canzone scritta appositamente per Tosca, che la canta con sentimento in dialetto romano, con Pino che fischietta e suona il piano. Veramente magica.

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  5. Ma anche Maddalena, pezzo cantato insieme a Ginevra Di Marco in un pezzo tra moderno e antico che sembra un classico già al primo ascolto.

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  6. Ma anche La statua della libertà, riflessioni a briglia sciolta sulla libertà, per un pop elettronico con organo in primo piano in mezzo a molte parole.

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  7. Ma anche ... tutte le altre, fino al finale che nobilita ulteriormente il disco e chiude il cerchio: la title-track recitata dall'attore Vinicio Marchioni.

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  8. Tilt, la canzone, ha un testo impegnato e aulico servito su di un tappeto di elettronica... sì, il pezzo ideale per chiudere il cerchio di questo impeccabile disco di Pino Marino.

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  9. Bentornato! E' un passaggio un po' di fretta. Leggerò il post nel pomeriggio ma vedo che come sempre è ricco di informazioni interessanti.
    Un salutone

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  10. @Accadebis
    Grazie, fa piacere tornare e ritrovare vecchi amici. Leggi,leggi con calma, il pezzo non scappa ;)
    @Redcats
    Grazie, fa piacere tornare e ritrovare vecchi amici.
    @Semola
    Grazie, fa piacere tornare e ritrovare vecchi amici.

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