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sabato 8 agosto 2020

In palude con Naomi Berrill


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE  decide chi ascolta
DOVE ASCOLTARLO in mezzo alla natura, l’importante che non ci siano distrazioni, inizia qui
LABEL Warner Music Italy
PARTICOLARITA’ È  diviso in Suite
CITTA’   Firenze
DATA DI USCITA  8 maggio 2020
L’INTERVISTA
Come è nato Suite Dreams?
Difficile dirlo, dopo ‘To the Sky’ il mio primo album di brani ‘originali’ ho sentito subito la necessità di mettermi a comporre, poi è venuta una residenza a Palazzina Indiano Arte  in mezzo alle Cascine, il parco monumentale di Firenze. Nel frattempo ho lavorato molto con varie comunità soprattutto con bambini di genitori stranieri da cui ho appreso molto. È stato una somma di tanti stimoli della mia vita quotidiana.
Perché questo titolo? Cosa significa?
È un gioco di parole che da forza al concetto su cui è costruita la struttura dell’album, le Suite. Un blocco unico di brani legati tra loro da uniformità armoniche, di genere, di argomento o nel caso della prima Suite è riferita a un luogo preciso, appunto il parco delle Cascine.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Penso che l’idea iniziale era già scritta nel mio percorso, piano piano si è evoluta poi con la residenza ho avuto modo di approfondirla, ampliarla e farla gemmare. Fino allo studio con Stefano Amerio con cui lavoravo la prima volta e avevo grande stima per lui. Non facile trovare sintonia immediata con chi fa i suoni soprattutto se hai pochi giorni, ma in questo caso sono molto contenta di com’è venuto. Tieni conto poi che sarebbe dovuto uscire 10 mesi prima quindi poi l’attesa è stata interminabile…
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Suite Dreams ?
Il parco, gli alberi. Andavo in bicicletta attraverso il Parco delle Cascine in primavera, l’esplosione della natura, incurante dell’uomo. Pura bellezza, ora vedo gli alberi come essere viventi, li considero, li guardo mutare, sento la loro presenza
Se fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori?
È un’ode alla migrazione, al cambiare per trovare luoghi nuovi senza paura di lasciare la comodità del proprio nido, del proprio divano o delle proprie radici. È metafora del cambiamento come atto di coraggio
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Amo suonare Gravity e Mermaid Dance live, sono fiera di aver rielaborato Bach, è sempre difficile e rischioso confrontarsi con un mostro sacro, i puristi forse si stanno contorcendo dal dolore ma se ne faranno una ragione.
Il disco è prodotto da Warner Music con Casa Musicale Sonzogno. Come ti sei trovata con queste forti realtà musicali?

Perfettamente a mio agio, collaboro con persone, professionisti, competenti e che mi hanno dato un grande supporto alla produzione con un profondo rispetto del lavoro creativo. È un onore poter essere prodotta e distribuita da queste grandi realtà. Devo molto a Piero Ostali di Casa Musicale Sonzogno.
Molto bella la copertina, sembra l’immagine di un film d’altri tempi: tu e il tuo violoncello in una strada di campagna. Come è nato lo scatto? Chi è l’autore?
Edoardo De Lille è un fotografo molto stimolante e sempre in movimento, abbiamo una bella intesa e sono sempre sicura che dopo una giornata di lavoro ci sia sempre un risultato d’effetto. Nell’immagine ho la sensazione di essere un po’ Mary Poppins pronta a prendere il volo con una leggera spinta dell’archetto.
Come presenti dal vivo il disco?
Con violoncello, chitarra e concertina, raramente ho un pianoforte. Faccio tutto da sola anche se spero di poterlo arrangiare per ensemble più ampi, ci sto lavorando.
Cerco sempre di raccontarlo molto e renderlo ‘aperto’ rispetto a un pubblico che può essere di esperti o di semplici appassionati, mi piace raccontare i retroscena e contestualizzare ogni pezzo. Trattandosi di Suite le suono in blocco perché hanno una loro forza come unità.
Altro da dichiarare?
Viva la musica dal vivo.

10 commenti:

  1. Gran piacere ospitare in palude per la terzo volta Naomi Berrill, artista internazionale: irlandese, che vive da alcuni anni in Italia, precisamente in Toscana.

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  2. Presenta oggi pomeriggio il suo magico terzo album, Suite Dreams, toccante e unico come sono i suo dischi, tra moderno e antico, tra classico e pop, jazz e folk irlandese.

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  3. Un disco tutto da ascoltare, dove è difficilissimo scegliere un pezzo rispetto a un altro.

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  4. Anche se non si può rimanere insensibili a Jig and Reel stupenda danza folk irlandese, per la prima volta scritta ed eseguita per violoncello. Geniale!

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  5. Come del resto Prelude, originale idea musicale, nata dalla Bourrée della 3° Suite di Bach, con lei: il suo violoncello e la voce, anzi i vocalizzi.

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  6. Stupenda anche Swing Me Around moderno jazz che non sarebbe male in un film di Jarmusch, magari Daubailò. Gran ritmo, gran voce, l'inserimento di fiati...

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  7. Ma ripeto, è tutto un disco da ascoltare ...

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  8. Tipo Gravity, pezzo più ritmico, e allo stesso tempo molto onirico. Un pezzo che cresce ascolto dopo ascolto e anche internamente, grazie anche ai vocalizzi beatlesoniani della Berrill ...

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  9. Malinconia beatlsoniana anche in Mermaid Dance<, pop-folk con la voce a massimo.

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  10. Tutto il disco è intriso da poesia e magia, un blocco unico di brani legati tra loro da uniformità armoniche, di genere ... come dice la stessa Berrill spiegando il titolo dell'album.

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