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domenica 19 luglio 2020

In palude con Notturno Concertante

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: etno, rock progressive (più o meno…)
DOVE ASCOLTARLO: sulle principali piattaforme(tipo spotify) in download e streaming o rivolgendosi a noi per acquistare una delle copie in cd in edizione limitata (lazzaruololucio@gmail.com)
LABEL: Luminol Records
PARTICOLARITÁ: album interamente strumentale
CITTÁ: Grottaminarda (AV)
DATA DI USCITA: 29/05/2020
L’INTERVISTA
Come è nato questo nuovo disco, Let Them Say
È un disco che, in realtà, non è nato strumentale. Ci siamo messi al lavoro, con molta calma, dopo l’album precedente (risalente al 2012…) e ci siamo resi conto che avevamo materiale per un disco che poteva fare tranquillamente a meno del cantato. Nei nostri album precedenti spesso abbiamo registrato pezzi strumentali, quindi questa è una naturale evoluzione di quanto già facevamo.
Perché questo titolo?  Cosa vuol dire? 
Semplicemente è un invito, prima a me stesso, a non farsi influenzare dagli altri, ad ascoltare tutti, ma poi fare di testa propria. E non solo in senso strettamente musicale.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale? 
Come dicevo abbiamo registrato diversi brani senza avere ancora un’idea precisa di cosa ne sarebbe sortito, un atteggiamento piuttosto abituale ormai nella nostra produzione. Abbiamo registrato diversi brani con la chitarra classica; su questi pezzi è stata creata una sorta di base, composta da loop, campioni e parti suonate da musicisti in carne ed ossa. Quindi originariamente i brani, spesso, erano stati concepiti in chiave acustica (e infatti ci capita di suonarli qualche volta dal vivo solo con le chitarre classiche), ma hanno subito un’evoluzione che li ha calati in un contesto musicale ricco di riferimenti etnici, elettronici, ecc.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Let Them Say
In diversi brani suonano con noi musicisti, per lo più parti solistiche, che abbiamo conosciuto via internet e che hanno dato una mano importante nella realizzazione di questo disco. È un modo per noi abbastanza nuovo di interagire e che credo continueremo a usare anche in futuro.
Se Let Them Say fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse? 
Non mi pare sia un concept. Se vuoi il filo che idealmente potrebbe unire i pezzi è la ricerca di un equilibrio strumentale tra le varie componenti di un brano. e amalgamare mondi musicali piuttosto distanti tra di loro, con un occhio in particolare a influenze di musica orientale, prog, rock e folk.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di più fare live? 
Personalmente preferisco Delicate sabbath e il pezzo che dà il titolo al disco. Si tratta di un brano che, come qualche altro (So far out, per esempio), si presta a essere suonato anche in formazione acustica.
A livello produttivo Luminol Records … chi altri? 
Abbiamo chiesto un po’ in giro, ma la situazione del mondo discografico è quella che è. Abbiamo preferito Luminol perché ha un approccio più aperto rispetto a certe tematiche musicali.
Come è nata questa copertina? … chi dietro alla grafica di Let Them Say, tanto semplice e perturbante? 
C’è un artista che vive ad Avellino, Fabio Mingarelli, mio vecchio compagno di scuole medie. Una persona molto umile e disponibile che aveva già firmato la copertina del precedente disco. Ha uno stile molto personale che in qualche modo rimanda alla nostra musica, con questa grande attenzione per i particolari.
Come presentate il disco dal vivo? 
Ci sono due tipi di problemi, in realtà. Il primo è ovviamente costituito dalla stasi di tutte le attività musicali, stasi che solo ora sembra sul punto di finire e poi c’è da dire che molti brani di Let them say presuppongono l’impiego di un numero di musicisti piuttosto nutrito, vista la loro struttura. Insomma credo che qualcosa faremo, ma immagino con una sorta di rivisitazione dei pezzi da suonare.
Altro da dichiarare? 
Stiamo già lavorando ad un altro disco, che penso sarà di nuovo strumentale, basato su un ensemble piuttosto singolare: due chitarre classiche e batteria. Naturalmente ci sarà pure un basso e interventi di vari solisti. Suoneremo con questa formazione a Roma ad ottobre.

10 commenti:

  1. Bello ospitare i Notturno Concertante in questa mattinata di sole (del resto, nonostante il loro nome, fanno una musica solare).

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  2. Solo musica, ma, come dice giustamente Lucio nell'intervista, musica che basta a se stessa. Undici pezzi strumentali per lasciarsi andare.

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  3. Molto importanti le chitarre, il ritmo e una certa circolarità del suono, che avvolge e prende bene pezzo dopo pezzo ...

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  4. Tipo la title-track che apre il disco: belle chitarre, chitarre a briglia sciolta, per un ritmico e coinvolgente prog-rock moderno con delle ascendenze arabe.

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  5. Oppure Delicate Sabbath, quasi jazz, con un bell'inserimento delle trombe e dei ritmi caraibici ...

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  6. Oppure Dei miei sospiri, pezzo magico, intriso di suggestioni, date in particolare dalle tastiere e da un sapiente mescolamento elettronica/acustica.

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  7. E siamo solamente alle prime tre ...

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  8. Un disco tutto da ascoltare, perché rasserena, diverte e fa riflettere.

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  9. Menzione speciale a Le magnifiche sorti (e progressive), uno stratificarsi di suoni, un accumulazione di suoni, che trova tranquillità nelle tastiere, per poi riprendere a salire, in modo tranquillo, fondamentale anche le corde del bouzouki . Un bel modo di interpretare un'idea.

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  10. Ma tutto il disco è un bel modo di intepretare un'idea. E allora provate ad ascoltarlo.

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