Volevo vedere Lontano lontano da quando era uscito, il 20
febbraio 2020, ma come sapete da allora la nostra vita è cambiata, e
una delle cose che ha pagato il prezzo più alto per il lockdown è stata la visione
dei film al Cinema. Pare di vederlo il grande Gianni Di Gregorio,
qui al suo quarto film, dispiacersi della mancanza di pubblico in
sala per la sua pellicola, ma non più di tanto. Con il suo garbo, il
suo prenderla con filosofia, come in Lontano lontano, dove
interpreta proprio un professore di filosofia. Ho avuto la fortuna
di vederlo ora in tv, grazie a RaiPlay, una delle "cose" positive di
questi mesi di blocco forzato.
Lontano lontano è un film neorealista nello stile di Gianni Di
Gregorio, che qui appare però più stanco e invecchiato, meno
ottimista dei precedenti. Affronta, con il suo solito modo pacato,
il problema del carovita dalla prospettiva dei pensionati, spesso
ritenuti fortunati. Almeno hanno la pensione, si dice ... sì, ma
come ben sappiamo, sono pensioni da fame, come quella di Giorgetto
(Giorgio Colangeli), che ha la minima perché, pare, nella vita ha
combinato poco. Va all'ufficio postale a prendere i soldi, e dopo
un'attesa surreale torna al solito bar dove passa le giornate in
compagnia del Professore.
Il Professore è Gianni, come detto prima,
professore di filosofia in pensione. Anche la sua pensione sembra
non essere un granché, dopo una vita passata a insegnare. E così, di
fronte a un bicchiere di bianco, i due riflettono sulle spese
eccessive, sui soldi che spariscono non appena arrivano. Cosa comune
a molti italiani negli ultimi anni (pensionati o
salariati/stipendiati) non è difficile immedesimarsi. I due pensano
che l'ideale sarebbe espatriare. Hanno letto di luoghi nel mondo
dove la vita costa meno, hanno sentito di qualche amico che ha fatto
questo passo e ora vive felice in climi tropicali, come in un'eterna
vacanza. E allora vanno a cercare sue notizie.
Iniziano con una delusione, quando vanno a casa di Attilio (Ennio
Fantastichini alla sua ultima grande interpretazione) nella
periferia romana. Credevano che suo fratello fosse espatriato,
invece scoprono che la notizia è infondata. si trova ancora in
Italia, a Terracina, non molto distante da Roma. Ma già che sono a
casa di Attilio cercano di capire se anche lui la pensa come loro.
A
prima vista sembrerebbe di no, Attilio è diverso: fricchettone,
in gioventù giramondo , oggi è senza pensione. Ristruttura mobili
antichi, e sembra saperla lunga. Con lui vanno nella villa di un
ricco economista (Roberto Herlitzka) per consegnare uno specchio. Si
fermano a farsi un grappino, e già che ci sono chiedono a lui un
consiglio: dove espatriare meglio? Divertente la scena dove il
vecchio ricco cerca di aiutare i tre a trovare un posto migliore
dell'Italia dove vivere. Un posto con meno problemi economici
(facile), però, scoprono, nessuno è proprio sicuro. Da guerre a
facilitazioni fiscali solo a certe condizioni (tipo essere sposato
con una locale), da malattie a possibili calamità naturali, sono
pochissimi i luoghi che si salvano. Alla fine i posti davvero buoni
sembrano essere solo due: Sofia e le Isole Azzorre.
Non voglio aggiungere altro, il film va goduto passo passo. Sembra
veramente che Di Gregorio scriva le sue pellicole in diretta, con i suoi
personaggi a recitare a braccio. Potete immaginare cosa faranno i
tre ... sì, perché ora a voler andare via dall'Italia sono in tre,
Giorgetto, il Professore e Attilio. Attenta analisi della realtà
sociale, dentro una commedia malinconica senza cadute di tono o eccessi. Momenti d'antologia come
la lezione di portoghese con Iris Peynado, l'acquisto di innumerevoli Gratta e Vinci da parte di un sempre più disperato Giorgetto, la preparazione della scatola con i risparmi (compreso un Gratta vincente), l'anguria
mangiata a Terracina...
Ovviamente non mancano calici di vino bianco
in gran quantità, bevuti gustandoseli come fossero l'ultimo da parte
di Gianni. E poi il finale, forse inaspettato, ma anche no ... in un
certo senso contro certe derive di stupido rancore razzista. Non
direi buonista, direi neorealista digregoriano. Spero riusciate a
vedere Lontano lontano (la canzone di Tenco è solo un
riferimento anagrafico, non si sente nel film). Mi pare ci sia ancora
su RaiPlay. Cercatelo!
Molti amici me ne hanno parlato bene e lo vedrò con piacere
RispondiEliminaUn salutone e grazie per il consiglio
Wao, mi hai convinto davvero.
RispondiEliminaPoi c'è Ennio, mitico...! Non sapevo che avesse girato quest'opera, prima di morire.
Moz-
Visto su raiplay; un film legato strettamente al nostro tempo da assumere i connotati della cronaca.
RispondiEliminaUn film ben fatto e godibile, come giustamente scrivi: neorealista
@Accadebis
RispondiEliminaSì, tra gli amici blogger anche Marcaval, che l'ha visto e apprezzato, ha scritto un sintentico post positivo. Vedrai, vedrai ... per citare ancora Tenco 😉
@MikiMoz
Sì, non so quanto prima l'abbia girata, ma è segnalato come l'ultimo film del fantastico Ennio. Devo dire, in un bel ruolo 😎.
@Berica
Sì, di storie così ne ho sentite, pensionati che decidono (o vorrebbero) espatriare, in particolare Portogallo, per vivere meglio la pensione. Film ben fatto, tipico neorealismo digregoriano, e ottima iniziativa di Raiplay 😳.
Sembra che la storia della lotta interiore delle tre figure di questo film sia interessante da guardare. Grazie per la tua raccomandazione Saluti dall'Indonesia.
RispondiEliminaMi pare che dall'Indonesia ci si capisca molto dell'Italia e della sua realtà. Direi che è così, c'è una lotta interiore nell'italiano medio (qualsiasi sia la sua cultura) che va avanti da anni, tanto che siamo arrivati a pensare a una fuga dall'Italia (ma solo pensare, in Italia non si va mai fino in fondo, forse è questo uno dei tratti più rappresentativi del carattere italico, si continua a girarci intorno). Spero che arrivi anche in Indonesia... e benvenuto in palude Himawan Sant.
RispondiEliminaPiacevole! ... lo consiglio anch'io.
RispondiElimina... e grazie per la citazione nei commenti, che ho visto in ritardo. In cambio ... prossimamente parlerò di un libro che ti consiglierò sicuramente, anche se l'ho iniziato solo ieri sera: "Storia di un boxeur latino"! :-)
RispondiElimina@Marcaval
RispondiEliminaSì,piacevole e dice qualcosa sulla realtà italica, con grazia.
Per la citazione tra blogger sono cose da fare e attendo la rece al libro 😉.
Ieri sera ho visto il film su Rai Play ed è proprio bello come pensavo (avevo letto le recensioni) e grazie per il consiglio
RispondiEliminaUn salutone
Grazie per il suggerimento-mi hai incuriosito e mi hai fatto venire la voglia di vederlo!
RispondiElimina@Accadebis
RispondiEliminaMi fa piacere che hai seguito il mio consiglio e che le recensioni abbiano detto il vero, come la mia, cioè un film sulla realtà di oggi (pre-covid19 magari, ma le cose non sembrano essere cambiate ... almeno non in meglio).
@Luiz Gomes
Ciao, benvenuto in palude. Io sto bene, spero anche tu. Anche io penso si possa essere amici anche nella distanza, quindi se ci saranno occasioni e i contenuti saranno condivisibili si potrà anche collaborare, come è successo in passato con altri blogger vicini e lontani ...
@Mr Hyde
Grazie. Spero tu riesca a vederlo, su RaiPlay l'ho visto ancora in questi giorni e non sembra avere scadenze ... approfittane, è una priva visione assoluta, essendo circolato poco o niente nei cinema (a parte qualche festival, credo).
Ecco qua, mi aggrego anche io. Ho salvato il segnalibro e me lo guarderò con piacere.
RispondiEliminaSpero di riuscire anch'io a vederlo. Magari prenderò qualche spunto :D
RispondiElimina@Vera
RispondiEliminaBrava, vedrai che ti piacerà ... e se non sarà così, me lo dirai.
@Santa S.
Direi che di spunti forse non ne escono, forse, più che altro, dubbi... o forse no. Vediamo...