NOTE SINTETICHE
ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Elettro-Pop, Indie
DOVE ASCOLTARLO Spotify , Apple music ...
LABEL La Cura dischi di Perugia
PARTICOLARITA’ Tutte le influenze di una vita, dagli
studi jazz all’amore per i NOFX, convergono in un mix elettro-acustico
potentissimo.
CITTA’ Città di Castello (PG)
L’INTERVISTA
Come è nato questo nuovo disco, Moshi Moshi Pronto Pronto?
Navigando a vista dentro me stesso, cercando di fare
ordine; in realtà ho solo avuto la pazienza di guardare il caos che mi porto
addosso, per l’ordine servirà forse la vecchiaia, ma lo sto accettando.
C’è tanta entropia in chiave pop (MDM su tutte né è un esempio) e un po’ di quell’ironia idiota che
mi contraddistingue (Cervia, Glide).
C’è tutta la mia
“ottimistica malinconia” dentro (Animo, Ogni tuo difetto), sembra un ossimoro,
in realtà è un’attitudine catartica travestita di cinismo.
Ho avuto paura e svariati attacchi d’ansia fino
all’ultimo secondo del mastering definitivo e per un mese non ho avuto il
coraggio di ascoltarlo.
Perché questo titolo?
Surreale, ma è una citazione da Dawn chorus di Thom Yorke, che alla fine di un toccante climax,
proprio quando stai per piangere, se ne esce con questo nonsense e tu rimani
lì, spaesato e liberato dai tuoi sentimenti più ingombranti, una “supercazzola”
2.0.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale
alla sua realizzazione finale?
Mi è sembrato di prendere un manichino di legno
inanimato, dargli vita come Pinocchio e poi farlo diventare un cyborg che fa
coreografie al neon a un festival Psytrance.
Musicalmente, parto dal testo, una piccola frase
evocativa, a volte anche un cliché (vedi sempre Animo) e dalla chitarra acustica, che non mi lega come una
elettrica a un luogo dove collegarla all’amplificatore e posso scrivere quindi
ovunque.
Nella seguente fase di produzione lavoro moltissimo con
Logic e il Sound Design di Alchemy ed EXS24, le chitarre le preferisco sempre
pulite e cristalline.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la
lavorazione di Moshi Moshi Pronto Pronto?
A inizio gennaio stavo andando a Lecco nello studio del
talentuoso e blasonato sound engineer Salvatore Addeo per la fase finale di mix
e mastering.
La mia auto si è fermata nel bel mezzo di un’autostrada a
tre corsie, per poi ripartire dieci minuti dopo come nulla fosse (ero riuscito a
infilarmi in una piazzola) e una volta sul posto, 100 m prima della stanza in
cui alloggiavo, ho cavalcato una rotonda (complice la stanchezza) e ho fatto
fuori il paraurti dell’auto.
Un inizio col botto!
Se Moshi Moshi Pronto Pronto fosse un concept-album su cosa sarebbe? …
tolgo il fosse?
Non è nato come un concept, ma se lo fosse sarebbe su una
dantesca discesa negli inferi in cui io sarei un Virgilio in hangover e la
chitarra la barca sulla quale attraversare lo Stige, l’ansia sarebbe Cerbero, Dante
sarebbe l’ispirazione stessa che cerca di emergere oltre i dubbi e le
insicurezze.
Una volta a destinazione scopriremmo che in realtà gli
inferi non sono così inquietanti come te li raccontano e che anzi sono culo e
camicia col paradiso.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale
vai più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Non li riesco a preferire, sono figli miei, non li
giudico neppure più, magari tra qualche anno riesco.
Vado fiero di ognuno di loro per motivi diversi.
Mi mettono teneramente in imbarazzo e mi fanno arrabbiare
come fanno i bambini (non ne ho, ma ho lavorato come insegnante di musica alle
elementari).
A livello
produttivo chi citare?
Ho prodotto,
arrangiato, suonato e cantato tutto in autonomia, non amo molto l’intercessione
altrui nel mio lavoro.
Come è nata questa copertina?
Volevo che si leggessero bene le parole, le ritengo
spiazzanti e divertenti, con qualcosa di fluo che rimandi all’elettronica.
La musica indipendente ai tempi della pandemia, come se
la passa?
La musica indipendente se la passa che produce
forsennatamente, ci sono tanti autori e producer indipendenti ed estrosi, una
costellazione brillante che va avanti e anzi, nell’isolamento ha trovato anche
una dimensione nella quale raffinarsi.
Io poi, ho ricevuto il maggior consenso di pubblico di
tutta la mia carriera (15mila views in due settimane per un disco indipendente
è roba da darsi gran pacche sulle spalle, Sandro di Promorama ne è altrettanto
felice).
Come presenti dal vivo il disco?
Sono fondamentalmente un performer solista, quindi vado
di chitarra acustica, loop station e sintetizzatore. Se si facesse avanti un
collega col mio stesso entusiasmo sarei ben felice, fino ad allora, va bene
così. Mi piace essere minimale, credo che bisogna sfruttare al massimo le risorse
di questi oggetti magici.
Un gran piacere ospitare oggi in palude Filippo Poderini, giovane e interessante cantautore proveniente da Città di Castello.
RispondiEliminaDisincantato e con delle cose da dire, che pare vengano molto ascoltate, come ricorda ricorda nell'intervista citando le "15mila views in due settimane" (e ha ragione, per un disco indipendente è roba da darsi gran pacche sulle spalle).
RispondiEliminaUndici pezzi scritti e interpretati tutti da Filippo di moderno cantautorato pop-elettronico per questo Moshi Moshi Pronto Pronto.
RispondiEliminaUn disco tutto da ascoltare, con molti pezzi interessanti, come Telefono disco, nostalgico, a ricordare quando c'era solo il telefono fisso per chiamare, e i vari cambiamenti ...
RispondiEliminaOppure MDM, saltellante e onirico pezzo dal piglio energico rock, musicalmente molto forte anche grazie ai fiati.
RispondiEliminaOppure il seguente,Elettrolisi, cinque minuti e rotti di pura elettronica senza parole.
RispondiEliminaBel modo di iniziare il disco Vuoto, con quel ritmo dato dal basso, un certo fischiettare per un pezzo di moderna elettronica cantautorale malinconico.
RispondiEliminaBel modo di finire il disco, con Io so che tu lo sai, ironico pezzo che sembra una confessione in salsa elettronica, di un giovane d'oggi.
RispondiEliminaCome tutto Moshi Moshi Pronto Pronto con quell'ironia, "quell’ironia idiota che mi contraddistingue", per dirla come il Poderini stesso
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